La scelta di Pietro

Gabriella

Nell'ultima lectio biblica, che ha concluso la lettura continua del Vangelo di Giovanni, con la guida di fra Maggiorino, abbiamo approfondito i versetti 15-25 del capitolo 21. La Passione di Gesù Cristo è compiuta, il Risorto si è manifestato già alcune volte ai suoi discepoli: a Maria di Magdala accanto al sepolcro, agli altri e a Tommaso dentro al Cenacolo a Gerusalemme e ora sulla riva del Mare di Galilea. In ognuna di queste situazioni nessuno lo riconosce subito. Il mistero del Risorto non riesce ad essere compreso, il ricordo delle parole del Maestro non basta a smuovere la mente dei discepoli, a farli entrare nella Verità che hanno davanti ai loro occhi: vedono ma stentano a credere. Sta a Gesù, nuovamente, condurli a sé, portarli dentro il mistero che diventa Luce per i loro occhi: Colui che avevano seguito e che è morto in croce è risorto, come aveva detto. Gesù sa bene che tranne il discepolo amato, il discepolo ideale della narrazione giovannea, che vede e crede guardando il sepolcro vuoto, tutti gli altri a cominciare da Pietro devono incontrare nuovamente il suo volto, vedere i suoi gesti, udire le sue parole. 

Avviene questa volta sulla riva del Mare di Galilea, proprio là dove Gesù aveva detto si sarebbero rivisti. Siamo davvero alle ultime scene del racconto a cui manca però ancora qualcosa. Pietro, il discepolo scelto da Gesù per guidare la sua Chiesa deve ancora compiere il passo finale verso la sua profonda e totale conversione. Nel dialogo con Gesù si sprigiona tutta la forza di questo momento e la tensione emotiva che l’accompagna. Da un lato c’è Gesù, il Maestro, l’uomo che loro avevano seguito aspirando ad una gloria terrena, alla salvezza del popolo di Israele, ma che è morto sulla croce ed è risorto. Che ha sconfitto la morte e il peccato per dare la vera Salvezza a tutti gli uomini. Dall’altro c’è Pietro, il più irruente dei discepoli, l’uomo pronto a sguainare la spada per difendere il suo Re, che mostra e dichiara con forza la sua fedeltà a Cristo ma che alla fine, vedendo tramontare il suo ideale di gloria, lo abbandona e per tre volte lo rinnega. A Gesù non basta che Pietro lo riconosca dicendo “È il Signore”, ma chiede di più. E allora domanda a Pietro, per tre volte, tante erano le volte che lo aveva rinnegato: “Simone figlio di Giovanni mi ami più di costoro?”, “Simone figlio di Giovanni mi ami?” “Simone figlio di Giovanni, mi vuoi bene?”. Fino a che Pietro, addolorato, risponde: “Signore tu conosci tutto, tu ai che ti voglio bene ”. 

Siamo di fronte alla scelta di Pietro: la scelta che Gesù compie su di lui, la scelta che Pietro compie verso il suo Maestro. In questo dialogo che vive nelle ultime righe del Vangelo di Giovanni l’affidamento di Gesù a Pietro si compie nell’Amore. Gesù ama Pietro e Pietro scopre tutto l’amore che ha per il suo Maestro. Lui lo ha rinnegato, nel momento in cui lo portano via non lo segue e una volta sentito il gallo cantare dopo il suo rinnegamento cala il silenzio anche sulle sue emozioni. Ma in questo dialogo finale si torna a quel momento. Pietro capisce cosa gli sta dicendo Gesù, dentro di sé ricorda il suo rinnegamento, sa di avere mancato, ma nonostante ciò Gesù - che lo ama e lo ha scelto prima ancora che Pietro lo sapesse - lo riporta definitivamente a sé, riscrivendo quel momento di silenzio seguito al suo rinnegamento. Pietro sa di avere sbagliato e prova tristezza e non si nasconde, ma Gesù è lì di fronte a lui per accoglierlo e consegnargli il suo mandato. E non importa se insieme a loro ci sarà il discepolo prediletto, che resta ai piedi della croce, che poggia il capo sul petto di Gesù per udirne il cuore., che accoglie Maria come sua Madre. Pietro è stato scelto per amore. E stavolta , per amore, morirà per Gesù. 

Guardiamo a questo finale di Vangelo pensando alla nostra storia personale, al nostro cammino. Quante volte abbiamo rinnegato Gesù e i suoi insegnamenti? Quante volte ci siamo mostrati desiderosi di essere suoi discepoli per poi cadere miseramente per paura di scegliere la via più stretta? Gesù ci chiede di seguirlo, ci vuole con lui nonostante tutto. E ci fa un grande dono: far crescere in noi la consapevolezza che con il suo amore tutto è possibile. Che è lui che ci sceglie, che si manifesta, che ci viene incontro tutte le volte che noi non siamo capaci di fare quel passo in più. Lui c’è, c’è sempre stato e sempre ci sarà, con il suo Spirito lì dove noi siamo.

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