Non è qui, è risorto!

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«Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.».  Gv 20,1-9

Suona strano che Giovanni, nel suo Vangelo, non collochi l’evento della risurrezione in un “giorno solenne”, viene annotato semplicemente il primo giorno della settimana, quasi fosse il proseguimento normale di un ciclo ininterrotto. In effetti, molti indizi nella nostra vita ci porterebbero a pensare così. Semplicemente, quante Pasque abbiamo celebrato per poi ritrovarci a dover riprendere il solito tran tran ordinario. Non è forse simile alla delusione dei due discepoli in cammino per Emmaus, il nostro sentimento che si affaccia verso il finire della festa?

 Il giorno del Risorto è il primo giorno della settimana perché senza soluzione di continuità inizia un nuovo ciclo, quello della creazione nuova.

Occorrono cuore e sensi rinnovati, per cogliere la novità della Pasqua. Ci viene detto che Maria di Màgdala si recò al sepolcro “di mattino” eppure questo dato contrasta con quanto si dice appena dopo: “era ancora buio” (nell’originale: “ancora nelle tenebre”). Il buio, la tenebra, nel vangelo di Giovanni, ma anche nel nostro comune modo di pensare, rappresenta l’ideologia contraria alla Verità (cfr. Gv 1,1-18). Maria va al sepolcro dominata ancora dalla falsa concezione della morte e non si rende conto che il giorno è già iniziato, di fatto va a cercare Gesù nel sepolcro e rimane turbata non trovando lì il suo corpo. Maria crede che la morte abbia trionfato e cerca il datore della vita come fosse un cadavere. Questo atteggiamento è il medesimo che molto probabilmente impedisce spesso anche a noi di percepire la “realtà ampliata” della risurrezione, nella quale siamo inseriti, la realtà della creazione rinnovata.

Occorrono cuore e sensi rinnovati, per riconoscere l’amore che permea tutta la nostra realtà. Abbiamo attraversato i 40 giorni della Quaresima, siamo stati partecipi del tremendo spettacolo della Passione e Morte di Gesù, siamo corsi al sepolcro e abbiamo trovato i segni della sindone “sgonfiata” del corpo che conteneva, cosa ci manca per cambiare la nostra vita? Non è un sepolcro vuoto ma l’incontro personale con il Risorto. Non un “oggetto” da conservare ma una persona viva da incontrare e fare entrare nella nostra vita.