Che cosa ci manca davvero?

Gabriella

Cari frati,
oggi per molti sarà la prima Domenica senza di Lui. Non potremo ascoltare la Sua Parola, non potremo pregare con Lui, non potremo celebrare il memoriale della Sua Passione, morte e resurrezione né comunicarci con Lui. L’emergenza legata al Cov 19, il coronavirus, ha determinato la sospensione in tutte le chiese della Lombardia la celebrazione delle Sante Messe. Una precauzione giusta e da condividere, per non favorire il contagio esponendo alla complicazioni generate dal virus innanzitutto le persone più fragili: gli anziani, i malati cronici e immunodepressi. Per noi cristiani la Domenica è il giorno del Signore, il giorno della letizia, delle campane che suonano a festa, della preghiera gioiosa e dell’incontro con voi. Un rito che si ripete anche durante la Quaresima, periodo forte che ci prepara settimana dopo settimana alla Pasqua. Ci viene chiesto di meditare, di fare spazio dentro di noi per accogliere Cristo abbandonando tutto ciò che è superfluo, che avvolge e soffoca i nostri sentimenti più profondi, che ci appesantisce impedendoci di rivolgere il nostro sguardo a Dio.

Questo inizio di Quaresima, nell’incredulità di una mancanza del tutto inedita e nell’attesa del ritorno alla normalità, ci sia propizio per andare alle ragioni profonde delle nostra Fede. Magari interrogandoci apertamente: che cosa ci manca davvero e di più? Quale desiderio anima la nostra ricerca della Parola del Signore, di quel Pane e di quel Vino, che diventano il Corpo e il Sangue del nostro Salvatore? Abbiamo sempre pensato all’Eucarestia come ci stiamo pensando ora? Ogni risposta che sapremo dare in questa lunga attesa - da molti vissuta come un interminabile Sabato Santo - ci renderà più veri e consapevoli di fronte a Lui e al Sacramento che ogni domenica, fino a una settimana fa ci è stato offerto.

Facciamo dunque tesoro di questo tempo, silenzioso, solitario e bello, pensiamo a chi come noi non può vivere la Messa, perché impedito e perseguitato, perché malato, perché vecchio e solo, perché non battezzato. O perché ancora non conosce la bellezza di condividere con Lui il proprio cuore. Dio c’è e veglia su di noi sempre, specialmente quando più ci sentiamo in difficoltà. E ci vuole desiderosi di Lui. Ecco quindi riscopriamo il valore della Santa Messa, dell’offerta eucaristica che ci viene donata, della Parola di Dio che spezzata entra nella nostra vita quotidiana per produrre frutto. Questa è la grande forza della Preghiera, di ognuno di uno noi o di tutti noi insieme.
Aspettiamo fiduciosi la fine di questo deserto in cui siamo chiamati a restare. Nella certezza che benché tentati, affaticati o smarriti Lui è sempre con noi. Ogni giorno della nostra vita.

Una sorella. 

 


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