Sul possesso

fr. Enrico

Solitamente si passa una vita ad accumulare, spinti dalla logica del possesso, convinti che la vera gioia sia legata alla quantità di beni che si hanno.

"Nudo uscii dal seno di mia madre e nudo vi ritornerò" ci ricorda il santo Giobbe.

Ci conviene meditare su cosa è meglio fare, ovvero se accumulare sostanze per lasciarle ad altri, i quali litigheranno nella spartizione, oppure usare dei beni con sapienza in modo da non lasciarsi possedere.

Crediamo che una buona discriminante sia quella di chiedersi continuamente se usiamo dei beni affidatici oppure ne siamo usati e, quindi, impossibilitati a deciderne l'utilizzo in libertà. 

Lo stesso dicasi per la relazione con le persone e la gestione degli affetti, perché si può correre facilmente il rischio di vedere l'altro come un'oggetto da possedere e usare a proprio piacimento; oppure qualcuno su cui proiettare i propri mondi irrisolti che affondano le radici nella storia personale e familiare di ciascuno. 

A questo discorso non sfugge neanche Dio, il quale rischia di fare la fine di un vecchio jukebox, gestito al comando delle nostre sonanti preghiere.

Insomma c'è una chiamata a percorrere la via della spogliazione, in modo da essere "padroni" a casa propria e così porre in essere scelte libere, responsabili, mature.

Si tratta di mettere a fuoco e, quindi, sposare una determinata concezione di Dio e di uomo, in quanto questa deciderà il nostro abitare il creato affidatoci da Dio.

S'impone una chiamata a restituire quanto abbiamo, o meglio crediamo di avere, perché tutto ci è stato donato per essere condiviso con i nostri simili, in modo da assomigliare al Padre celeste che dona a tutti con larghezza.

Comprendiamo che in gioco c'è la nostra vera libertà, quella che il Figlio di Dio ci ha mostrato in parole ed opere durante la sua vita terrena.

Noi ci realizziamo pienamente e veramente solo quando collaboriamo con gli altri, non senza assecondare l’azione dello Spirito Santo, perché questi portino a compimento la loro fondamentale chiamata al dono.

Noi siamo nella misura in cui ci doniamo. Più doniamo e più ci arricchiamo. 

Siamo chiamati a tenere le mani sempre aperte perché l'altra persona possa sentirsi libera di spiccare il volo, certi che l'amore donato porterà frutto a suo tempo.

Una vita, quindi, è veramente vissuta nella misura in cui noi la viviamo all'insegna del dono ricevuto e donato. 

Solo chi rimane dentro questo circolo virtuoso e lo alimenta attraverso le proprie piccole scelte quotidiane, potrà dire, alla fine della vita, di non aver vissuto invano.

Scegliamo, oggi, di fare della nostra vita un dono.

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