Sul tempo

fr. Enrico

Tempus fugit...
Time is money...
L'attimo fuggente...
Sono espressioni che conosciamo e fanno parte del nostro patrimonio culturale.
Tutti noi siamo immersi in un mondo che gira sempre più velocemente e il tempo sembra non bastare mai, tanti sognano una giornata di 48 ore da riempire di fatti ed eventi ma, se siamo sinceri e ci regaliamo un attimo di sosta dal turbinio del fare, possiamo prendere coscienza che la questione non tratta tanto della quantità, quanto della qualità del tempo speso.
Cerchiamo di afferrarlo continuamente per possederlo, ma l'esperienza che tutti noi facciamo è quella di vedere il tempo sfuggire inesorabilmente dalle nostre mani, e non solo non riusciamo ad impossessarcene, ma ne siamo anche posseduti e dominati, incapaci di percepire e di godere il suo scorrere intorno e dentro di noi.
Intuiamo come il tempo non sia solo quello cronologico, che divora continuamente sé stesso, ma siamo infatti chiamati a riscoprilo come l’occasione del nostro oggi, perché ci aiuta a vivere ogni istante nella pienezza, nel qui ed ora. Solo così possiamo “far pace” con lo scorrere delle nostre giornate e sottrarci all’amara sensazione di veder continuamente sottratto tempo al nostro bruciante desiderio di vita.
Time is life…
Il tempo non va consumato ma vissuto, ovvero atteso, accolto e gustato, o meglio ancora è dono che va restituito. Occorre, insomma, uscire dalla logica del possesso, infatti non è nostro, per entrare in quella della gratuità nella quale tutto si riceve e tutto si restituisce attraverso precise scelte di condivisione. La frustrazione che ci attanaglia è legata al nostro continuo tentativo di spezzare il suo fluire e di trattenerlo per succhiare tutta la vita che esso contiene, ma l’approccio possessivo porta ad un corto circuito.
Siamo chiamati a liberare il tempo e viverlo come l’occasione di entrare nel flusso vitale della creazione, che riconosce Dio come il Signore del tempo e della storia; non siamo noi i padroni, non possiamo assoggettarlo ai nostri meschini ed egoistici bisogni, ma possiamo ubbidire al suo lento scorrere per imparare l'arte dell'attesa, così rara ai nostri giorni.
Riconosciamo il tempo che stiamo vivendo e viviamo con rinnovata consapevolezza i nostri giorni, per crescere nella dimensione del dono gratuito e totale.
C'è un tempo per ogni cosa, ci ricorda il libro del Qoelet. Proviamo a vivere l’oggi in modo da preparare solide basi per il nostro domani, del quale, nel modo più assoluto, non dobbiamo preoccuparci, ma anzi siamo invitati ad attenderlo con fiducia in Colui che ha saldamente in mano la storia della salvezza.


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