Il cammino della vocazione

Eleonora

Da quando ho iniziato il cammino nella Gioventù Francescana la mia vita è molto cambiata. Può sembrare una frase fatta ma non è così. Non sono cambiata esternamente, non è cambiata la mia condizione (sono ancora una studentessa universitaria ahimè). Ciò che è cambiato è il mio modo di vedere le cose, di viverle e di relazionarmi.
In passato vivevo le situazioni e le relazioni attorno a me con il mio sguardo: spesso negativo, per cui ogni cosa che andava in modo diverso da come “doveva essere” era un ostacolo, un errore, una cosa da dover necessariamente “mettere a posto”. Anche le relazioni erano un motivo di ansia perché cercavo di essere la persona “perfetta”.
Grazie a Dio il mio sguardo è cambiato e comincio a vedere le cose un po' di più “con gli occhi di Dio”: ogni giorno è motivo di ringraziamento, ogni fatica è parte di un percorso che sicuramente porterà frutto, nelle cose che vanno male cerco di chiedermi sempre che cosa c’è di buono. E questo non è il frutto di uno “stay positive” perché “andrà tutto bene”; ma il frutto di una Fiducia che pian piano sto cercando di instaurare nei confronti di Dio.
Il cammino in GiFra non è solo quello vissuto in fraternità ma anche quello di crescita personale attraverso un cammino spirituale (si chiama proprio discernimento vocazionale).
Nel pensiero comune si pensa che la vocazione (oltre che consistere nel diventare frati, sacerdoti o suore) sia una decisione che si prende ad un certo punto della vita e che ti fa capire quale sia il tuo posto nel mondo. In realtà ciò che sperimento è che la Vocazione è innanzitutto stare con Dio, instaurare una relazione di amicizia con lui ogni giorno ed è da questa che poi parte tutto: le decisioni sul proprio futuro o sulla direzione da dare alla propria vita. Certo, non è una cosa semplice, anzi! spesso cadiamo preda delle nostre paure e questo può buttarci giù con tanta facilità da chiederci come sia possibile nonostante il cammino. Ciò che ho imparato è che in realtà non importa. Non importa quante volte sbagliamo strada, quante volte cadiamo e pecchiamo: l’importante è perseverare nel cammino sicuri che Dio è sempre con noi e che ha un progetto per ognuno di noi, molto più bello delle nostre aspettative. Sta a noi metterci in ascolto di lui e decidere di seguirlo ogni giorno per cercare di trovare “quel luogo” dove daremo pienamente frutto.
Come fare concretamente? Personalmente, cerco di ritagliarmi ogni giorno un momento di preghiera personale partendo dalla lettura del vangelo del giorno. Poi, siccome nessuno si salva da solo, penso sia fondamentale avere una guida spirituale. (Nota bene: la guida spirituale non è la persona che ti dice quale scelta fare ogni volta che ti trovi ad un bivio ma un aiuto concreto, una persona che ti mostra la tua vita da fuori, in modo oggettivo così che tu possa capire in quale direzione stai andando e quale possibile via il Signore ti pone davanti).
Questi piccoli passi pian piano mi hanno permesso di cambiare atteggiamento: sono passata dal voler decidere io della mia vita e dei miei piani per il futuro al capire che devo affidarmi e lasciare il timone al Signore. Questi atteggiamenti di ascolto e di apertura ad ogni possibilità penso siano importantissimi. Ripeto, non è per nulla facile, ma penso che valga la pena: solo lasciando le redini della nostra vita al Signore potremo viverla liberamente e senza paura perché come dice S. Agostino:
Colui che ti ha fatto, sa anche cosa vuole fare di te.


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