Amare come Dio comanda

Manuela e Marco

Avendo vissuto profondamente il cammino nella Gioventù Francescana, abbiamo colto con entusiasmo l’invito della Fraternità a condividere con loro il cammino sulle forme dell’amore e, nello specifico, soffermandoci con loro a riflettere sull’amore erotico. Come giovane coppia di sposi, questa richiesta è stata un’occasione preziosa per continuare a fare memoria della nostra storia e del cammino che abbiamo iniziato a percorrere.
Il primo grande ostacolo nell’affrontare questo tema è abbattere il muro di pregiudizi e preconcetti frutto di convinzioni erronee. Troppo spesso siamo convinti che la Madre Chiesa voglia mettere il naso nelle nostre faccende personali e schiacciare i nostri desideri con comandi e precetti indicanti un corretto stile di vita. Ma, come spesso i cari frati ci ricordano, il Cristianesimo non è una morale e la nostra fede non può essere ridotta ad una mera adesione ad una lista di norme. Pertanto, se siamo convinti che per la Chiesa l’amore erotico nella vita di coppia è accettato esclusivamente nella sua funzione procreativa, c’è qualcosa che ci sfugge e forse stiamo vedendo solamente la punta dell’iceberg.
Per capire a pieno il significato profondo dell’eros (ma ancor di più del desiderio di intimità) nella nostra vita di coppia, siamo dovuti tornare indietro al “principio”. Nel racconto della Genesi, Dio guarda l’Uomo e si accorge che “non è bene che sia da solo” e così crea la Donna a partire dallo stesso corpo di Adamo, affinché guardandola possa esclamare “questa è carne della mia carne!”. È così che il Signore costituisce la “coppia” dove “i due diventano una sola carne”, vivendo la loro nudità “senza provarne mutua vergogna”.
Soltanto rileggendo questi passi a noi arcinoti, abbiamo iniziato a capire che l’amore erotico della coppia è qualcosa che non ha solo il suo compimento nel letto, ma affonda le sue radici molto prima e più in profondità. L’amore della coppia germoglia nella conoscenza reciproca. Mette le prime foglie quando l’amante aiuta l’amato a conoscersi attraverso i suoi occhi. Dischiude i suoi petali nel riconoscere il dono prezioso della persona amata, che spinge ad abbandonare ogni visione egocentrica della propria vita, per abbracciare un più vasto “allocentrismo”.
Nella nostra esperienza di vita, ci siamo resi conto che sono stati i momenti vissuti insieme, l’uno accanto all’altra, la condivisione della ricerca della verità su noi stessi, gli sguardi che ci hanno fatto sentire nudi e amati e in cui eravamo custoditi come membra preziose di un unico corpo, che hanno reso il nostro amore maturo e lo hanno fatto lievitare. Sono stati questi i piccoli passi di un cammino basato su una semplice speranza: che il Signore aveva sepolto in noi un tesoro inestimabile che attendeva solo di essere trovato.
Il nostro cammino è ancora lungo e forse non riusciamo ancora ad afferrare il senso profondo del dono che il Signore ci ha fatto nel sacramento del matrimonio. Una cosa però abbiamo capito: tutta la vita è un dono ed un donarsi. Questo ce l’ha insegnato a tutti noi Gesù, che ha donato se stesso per la salvezza di tutti noi e ne facciamo memoria tutte le volte che riceviamo il suo Corpo donato nel sacramento dell’Eucarestia. Ed è proprio l’accostamento a questo sacramento, al dono costante del Corpo del Signore, che capiamo in profondità la bellezza e la vera pienezza dell’amore erotico nella coppia: il dono reciproco e totale del proprio corpo (e non solo!) alla persona amata, nella piena nudità e libertà.
Ora non vogliamo scandalizzare nessuno, se concludiamo dicendo che è così, in quell’amore che nasce, si accresce nelle piccole cose quotidiane – e che già sono una buona espressione del dono di sé – e culmina nell’unione dei due corpi, la coppia sposata continua a celebrare il sacramento della loro unione. Un’unione che non è sempre generativa nello stretto senso biologico del termine, ma che celebra un Amore più grande e che prende “corpo” nella realtà grazie ai nostri corpi nudi. Pertanto, l’amore erotico per noi cristiani non è qualcosa di vergognoso o inopportuno, ma piuttosto una chiamata a vivere l’amore di coppia nella sua più alta bellezza e pienezza: amare come Dio comanda!

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