Camminare nella Risurrezione, oggi!

admin

Dal gruppo dei giovani adulti di Passaparola una riflessione su "Io credo la Risurrezione dai morti e la vita del mondo che verrà".

Di CHIARA LISSIGNOLI 

Camminare è una scelta.

Ci sono molti modi di farlo: da soli, sulla strada, con  lo zaino, con la testa…oppure come abbiamo fatto noi adulti del gruppo Passaparola,  si può camminare con lo Spirito.

Per un anno abbiamo camminato in compagnia: di Gesù, di noi stessi, dei compagni di viaggio e di una preghiera cardine della storia cristiana: il Credo. Preghiera sintetica e profonda che ci ha aiutato, frase dopo frase, a scavare con l’acqua dello Spirito, dentro al nostro credere di discepoli.

Cammino creativo, quello sulle orme di Gesù, perché ti mette in discussione invitandoti a rivisitare ogni volta i tuoi sentimenti, le tue idee e le tue azioni.

Credo: “E il terzo giorno è resuscitato secondo le Scritture”

Gesù è risorto! Sono 2000 anni che queste poche Parole cambiano, alle persone, il modo di leggere la storia... è qualche anno che spingono me a camminare su un sentiero dal quale, già oggi, si scorge l’orizzonte dell’Eternità dentro alla realtà che ci circonda. Al contrario di quanto si possa immaginare è un cammino abbastanza affollato di cristiani e che ha avuto dei precursori illustri, con i quali Gesù ha giocato molto del suo sano umorismo: i due discepoli che camminavano verso Emmaus.

Un viaggio che fa sorridere molto e con ironia ma capace di lanciare domande che scuotono: << Se credi che Io sono risorto, tu? >>

Proviamo a ripercorrere, in tre tappe, l’avventurosa strada di questi discepoli in cerca di qualche ardito suggerimento: "stolti e tardi di cuore"… "resta con noi"... "partirono senza indugio".

Stolti e tardi di cuore. "Stolti", in italiano, è reso più efficacemente attraverso l'espressione "senza testa", inconsapevoli di ciò che accade intorno a loro: Gesù è risorto! E inconsapevoli anche di ciò che accade, di, loro: camminano col Risorto. Provavano un vuoto di senso nella loro vita e a questo dolore si erano abbandonati, avendo già pronunciato la parola fine sull'opera del loro Maestro. Come scrive Benedetto XVI "L'uomo senza una prospettiva eterna rimane chiuso".

Ma poi, Gesù, spiegò di Sé attraverso le Scritture e, ai due, si scaldò il cuore perché capire il senso della vita di Gesù, ha riacceso il senso della loro vita.

Questo ritrovare il senso perduto è così reale che insistono affinché Lui, quella scintilla, non se ne vada: <<Resta con noi>>. Non Lo hanno ancora riconosciuto ma è bastato ascoltare la sua Parola e, ora, sanno di nuovo cosa fare nella loro vita: prima era una storia finita male a condurli per le strade del mondo, adesso, sono loro che tornano a decidere di sé! Decidono di: mangiare con uno sconosciuto; riconosciuto Gesù, saltano la cena, ripartono di notte certi del loro cammino!

Vivere in pienezza ha un solo fondamento: il rapporto con Gesù Risorto, con Dio, unica possibilità per non lasciarsi trasportare dalla corrente ma vivere così liberi da potersi permettere il lusso di decidere di sé momento per momento, nonostante i passi falsi.

Incontrato Gesù Risorto non vi è più menzione dei loro programmi "tristi": nel loro presente cambiano i criteri di decisione attraverso cui i discepoli giudicano la loro vita e scelgono. Cambia l’interpretazione della realtà: Gesù è risorto e dona la sua Vita Risorta nel pane spezzato. Questo cambia il mio universo! Significa che Dio mi ha già salvato, non tocca a me meritarmi la salvezza. Significa che la mia morte, i nostri limiti, non sono l'ultima parola e quindi che Dio, è un Dio fedele e leale: i doni che mi ha fatto (la vita, il mio corpo, i fratelli, il mondo …) non se li riprende.

Vivere diventa la mia possibilità di sentirmi amata, non una prova da superare. Alla luce della resurrezione che Dio condivide con ciascuno nel Pane, la mia vita che ricevo è un’offerta di libertà per sperimentare chi sono io! Il centro della mia resurrezione non è il "come", che non potrò condizionare, ma il "perché", che genera le mie possibilità! Essa è la possibilità di lasciarci amare attraverso i nostri limiti e i suoi doni: limiti che non sono un difetto ma, quel confine indispensabile perché abbiamo delle relazioni e, dentro questi legami, possiamo sentirci amati e amare. Se fossimo autosufficienti, l'amore col prossimo non avrebbe spazio e i legami, inesistenti.

La Resurrezione donata da Gesù è un invito per me, a percorrere lo “stesso sentiero” ma con uno sguardo d’eternità e un cuore sereno perché amato già da prima, quindi, salvo dalla morte. Come afferma un canto della Chiesa "Il Signore è la mia salvezza e con Lui non temo più, perché ho nel cuore la certezza: la salvezza è qui con me!".

Partirono senza indugio. Ed è proprio da questa certezza che riparte, stravolto, il cammino dei discepoli di allora ma anche nei secoli successivi. La risurrezione è un dono nella forma della promessa che sostiene la mia vita perché fondata sulla potenza di Dio che garantisce il mio presente, passato e futuro aprendo a ciascuno la possibilità di camminare facendo del proprio meglio perché è, nella Gioia…di vivere sicuro che “Nessun lasciato è perso”.

“aspetto la resurrezione dei morti”

insieme a chi sceglie di credere, da Figli risorti nel Figlio Risorto, Gesù Cristo, per opera dello Spirito Santo.

 

Contatti

Via Ada Negri, 2
27100 - Pavia
Tel. +39 0382 26002
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..it

Seguici

Orari

SS. Messe feriali: 8.15; 18.30
SS. Messe festive: 11.30; 18.30
Confessioni: tutti i giorni (tranne il venerdì pomeriggio) dalle 8.45 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00