La corazza della giustizia

fr. Maggiorino

«indosso, la corazza della giustizia»

Come in ogni combattimento, anche in quello spirituale, una priorità che non si deve tralasciare è la protezione delle parti vitali del nostro corpo, ossia di quelle zone, quegli organi, che se colpiti comprometterebbero del tutto la nostra vittoria, anzi la nostra stessa vita. Questa funzione la svolge la corazza (oltre, naturalmente, all’elmo, che prenderemo in considerazione a suo tempo). San Paolo, passando in rassegna le varie parti dell’armatura di Dio, parlando della corazza dice che va indossata. Questa indicazione è solo apparentemente ovvia, perché potremmo indossare anche altri tipi di corazze che sarebbero però sbagliate e rischierebbero di non proteggerci per niente o di impedirci i movimenti.

Per capire qual è la corazza giusta, può essere utile riconoscere prima quali sono quelle sbagliate. La prima corazza sbagliata che l’uomo (e la donna) ha indossato è stata una cintura di foglie di fico (Gen 3,7). Le foglie di fico servivano ad Adamo ed Eva per coprire ciò di cui si vergognavano (le vergogne, appunto). Le foglie di fico, le uso anch’io quando voglio nascondere o mascherare la realtà di me che non mi piace, sia esso il mio peccato o un qualunque aspetto che ritengo “non normale”, “inadeguato”, “non accettabile”.  In questo senso le corazze sbagliate sono le maschere che indossiamo sotto l’aspetto di ruolo, di personaggio da interpretare. Se, entro certi limiti, le maschere sono ammissibili - per poterci relazionare nel nostro ambiente di vita - quando diventano rigide identificazioni di noi stessi possono sfociare in vere e proprie patologie della psiche (disturbi d’ansia, attacchi di panico, disturbi alimentari, ipocondria…) e dello spirito (accidia, superbia e vanità spirituale, spiritualità Fast-Food, il sentirsi “arrivati ”...). Una corazza sbagliata era quella che per un attimo ha pensato di poter indossare Davide prima di affrontare Golia, una corazza che non era la sua (era di Saul) e per questo gli impediva i movimenti, non lo faceva essere se stesso (1Sam 17,38-39).

La propria corazza è la corazza della giustizia, ossia quella che ci fa essere giusti con noi stessi. Infatti, nella Bibbia, la giustizia ha un significato diverso da quello che diamo noi. Non si parla di un rispetto ad una norma - per cui misuro la giustizia in base a quanto gli altri rispettano i miei diritti: «Justitia est constans et perpetua voluntas ius suum cuique tribuere» («La giustizia è la ferma e costante volontà di dare a ciascuno ciò che gli spetta di diritto» Ulpiano III sec. d. C., https://it.wikipedia.org/wiki/Alterum_non_laedere ). Nella Bibbia, la giustizia è aderente alla volontà di Dio, è essere amico di Dio. Dobbiamo allora ricordare che la giustizia di Dio può non corrispondere con una legge positiva, ossia posta da un’autorità. Un esempio è alla nascita di Mosè, quando il Faraone aveva decretato l’uccisione di tutti i figli maschi degli ebrei, le levatrici, Sifra e Pua, trasgrediscono la legge del re ma obbediscono alla giustizia di Dio e per questo sono ritenute giuste.

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