Sul Triduo

Ci sono dei giorni diversi da tutti gli altri, perché in essi si decide il nostro destino di felicità su questa terra e nel mondo che verrà. Non è vero che tutti i giorni sono uguali, infatti la Settimana Santa che stiamo vivendo porta in sé tutte le altre settimane dell'anno. Potremmo addirittura affermare che questa Grande Settimana vale più di tutte le altre cinquantuno; e i tre giorni del Triduo, che ci raccontano e fanno rivivere l'unico evento della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo, sono il centro dell'Anno Liturgico e del cammino di fede comunitario e personale.

Appare chiaro ed evidente che non possiamo vivere il nostro essere cristiani senza celebrare, con attiva e consapevole partecipazione, il Triduo Pasquale. Non si tratta semplicemente di riportare alla memoria dei fatti accaduti 2000 anni fa, ma di lasciarsi immergere in questo mare di amore per essere trasformati completamente.

"Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine". Questo amore si è concretizzato nel dono di sé stesso durante l'Ultima Cena: "Prendete, mangiate: questo è il mio corpo". "Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza". E l'evangelista S. Giovanni ci racconta che, proprio quel Giovedì Santo, Gesù scelse liberamente di lavare i piedi ai suoi discepoli invitandoli a fare altrettanto.

Quanto celebrato durante l'Ultima Cena si concretizza plasticamente nel sacrificio della Croce il Venerdì Santo, quando il Divino Maestro sceglie di rivestire i panni del “maledetto che pende dal legno” per mostrare la gloria di Dio. Il Signore Gesù affronta questo drammatico passaggio della morte in totale abbandono confidente al Padre, il quale ha sempre mostrato cura speciale verso il Figlio Diletto.

Con la deposizione di Gesù dalla Croce e l'essere posto in un Sepolcro, entriamo nel Sabato Santo, giorno di silenzio, durante il quale Cristo scende agli Inferi per portare la salvezza a tutti coloro che attendevano nelle tenebre e nell’ombra della morte. In questo giorno siamo chiamati ad alimentare la speranza nei confronti di Colui che ci ha tanto amato, non solo assumendo la nostra natura mortale ma attraversando la morte per la nostra salvezza.

Alle prime luci della Domenica accade qualcosa di inatteso, il Cristo, morto e sepolto, risorge dai morti e si affretta a mostrarsi ai discepoli con il suo Corpo Glorioso. Lui ormai è vivo e desidera vivificarci con la sua risurrezione, a condizione che noi scegliamo di rifare il suo stesso cammino di passione, morte, risurrezione.

Questa Santa Pasqua può diventare l'occasione preziosa per sperimentare tutto questo. Come sempre, a noi la libera scelta di come e quanto aderire al suo irresistibile invito. Ma rimane qualcos’altro che possiamo fare: celebrare il Sacramento della Riconciliazione per preparare il nostro cuore ad accogliere il divino amore del Signore Gesù nella forma del perdono.

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SS. Messe feriali: 8.15; 18.30
SS. Messe festive: 11.30; 18.30
Confessioni: tutti i giorni (tranne il venerdì pomeriggio) dalle 8.45 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00