‘‘Lascia che io sia il tuo Simone di Cirene’’

Sono passati cinque anni dal giorno in cui all'ospedale mi dissero che mio fratello era gravemente malato facendomi intendere che erano pochissime le possibilità di guarigione. Da quel momento terribile la mia vita è cambiata. Il mio amato fratello doveva affrontare un percorso durissimo e i nostri anziani genitori dovevano essere messi al riparo da un dolore grandissimo, il dolore più grande che un padre o una madre possano vivere.

In questa situazione non mi sono trovata sola. Nel silenzio rivolto ai più, ho avuto la vicinanza di tre persone che mi sono state accanto dandomi conforto, forza e speranza, fin dal primo momento. Ricordo esattamente le parole che una di loro mi disse: «Lascia che io sia il tuo Simone di Cirene. Lascia che io possa aiutarti a portare questo peso». Da allora questa persona mi ha sempre dimostrato una straordinaria vicinanza fraterna come le altre due. Con una in particolare ho compiuto un cammino di vita e di fede. Perché per affrontare tutto quello che stava succedendo, per contenere il dolore, non bastava solo avere vicino dei buoni amici. Era necessario avere qualcosa di più, una guida che portasse in quella situazione la presenza del Signore, ogni giorno, nella preghiera, nell'affidamento e nella costruzione di una speranza diversa. Non la speranza di una guarigione, purtroppo quasi impossibile, ma di una nuova vita infinita, nel Signore Gesù.

Questo è quello che è successo. Ho imparato che dovevo far crescere una speranza diversa anche se nel dolore. Il mio cuore alla fine si è aperto a un incontro molto più grande con la Grazia del Signore, facendo sì che nel momento più triste e ineluttabile in cui la malattia ha vinto sulla vita, vincesse solo su una parte di essa, ma non su tutto. La Vita, quella vera è rimasta. Con forza ha fatto uno scatto in avanti abbattendo la porta che pensiamo possa separarci da tutto, quell’orribile porta della morte di cui tutti noi abbiamo paura. Ricordo il momento in cui una di quelle persone mi disse: «Non scambiare la guarigione di tuo fratello con Dio». Io non l'ho fatto, ho creduto, e sono certa che le preghiere mie, di mia madre e di mio padre e di tutte le persone che ci sono state accanto hanno realizzato il mio desiderio ovvero che la sua vita non fosse finita ma fosse diventata una vita ancora più bella e piena.

Desidero pregare per tutte le persone che in questo momento soffrono, vivono una situazione come quella che ho vissuto io con la mia famiglia, in prima persona o per un proprio caro che sta male: abbiate veramente fede, pregate e lasciatevi aiutare da chi sinceramente vi sta accanto e lasciate che con loro sia il Dio ad accompagnare i vostri passi, perché una cosa è certa: il Signore Gesù non si dimentica mai di chi è nel dolore. Per questo guardiamo ancora una volta al Crocifisso simbolo e fonte di amore e di grandissima compassione per tutti noi.

Amen.

Gabriella

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