Ma è un miracolo!

L’immagine di Gesù appeso alla Croce, inchiodato al legno,

mi riporta alla memoria la sofferenza che ho visto negli occhi delle mamme nei reparti pediatrici di onco-ematologia, che rifletteva il dolore vissuto nella carne dai propri figli, crocifissi su di un lettino, dolore di cui non si trovava un senso.

Anch’io ero tra quelle mamme, anch’io avevo un bimbo che soffriva, Edoardo, che, alla fine della malattia, è “nato al Cielo”.

Anch’io ho provato quel dolore, che era quello di mio figlio, anche se per lui, inspiegabilmente, sembrava risultasse quasi più lieve il sopportalo, nonostante fosse umanamente atroce, fino al punto di Offrirlo, per un Bene più grande, a beneficio del prossimo.

Quando però le risorse umane stavano venendo a mancare, la Madonna è intervenuta e mi ha teso la mano, tramite una persona, Marilina, che si è presentata come un angelo, annunciandomi che c’era ancora Speranza, da riporre unicamente nella Fede.

E il mio cuore si è aperto all’intervento del Signore, alle sorprese di Dio.

Speranza che, umanamente, non poteva che essere quella di una madre, la speranza nella guarigione, ma che ha fatto intraprendere a tutta la famiglia un cammino di conversione, un cambiamento di prospettiva di vita, verso Gesù, accompagnati da Maria.

Abbiamo così sperimentato la potenza della preghiera e dei Sacramenti, come unica fonte per attingere la forza per affrontare quanto avveniva, con sorprendenti interventi della Provvidenza, come quello di incontrare personalmente S. Giovanni Paolo II.

Il miracolo della guarigione fisica, alla fine, non è avvenuto, ma il Signore è comunque intervenuto con una modalità assolutamente inaspettata.

Edo non è sceso dalla Croce ma non ne è rimasto inchiodato. Ha seguito Gesù!

Appena prima di quel momento, Edo si trovava in una sorta di dormiveglia, attorniato da noi familiari, quando, inaspettatamente, come se si ridestasse, volgendo lo sguardo verso l’alto, affermava:

“ma è un miracolo!”

E poi, serenamente, si adagiava disteso sul suo lettino, sorridendo.

Edo era “nato al Cielo” ma, contemporaneamente, lo sentivo Vivo nel mio cuore e lo percepivo nella Vera Vita, nella Gioia.

Non avevo sentito lo strappo terreno, avevo ricevuto la Grazia di accogliere la volontà̀ del Signore, non subendola passivamente, lasciandomi avvolgere dal Suo Amore, in totale affidamento, come “su ali d’aquila”.

Avevamo avuto la sensazione di aver accompagnato Edo alle soglie del Paradiso ma, invero, era stato proprio lui ad averci condotto fino a lì, ad indicarci la via da intraprendere, una via di Luce, nella Fede.

Sono certa che la Mamma Celeste, a cui lo avevo affidato in quel frangente, era venuta ad accoglierlo, insieme ai Santi Arcangeli, nel giorno della loro Festa, il 29 settembre 2002, per portarlo a Gesù.

Questa esperienza di Croce ci ha disvelato, per Grazia, ciò che va Oltre la morte, rendendo percettibile l’esistenza della Vita Eterna, del Paradiso, a cui Tutti possiamo tendere, grazie al sacrificio di Gesù, l’Innocente.

Abbiamo così sperimentato come il Signore, misteriosamente, abbia associato alla Sua opera di salvezza anche il dolore innocente, di Edo e di altri bimbi, attribuendo perciò un senso salvifico a tutto quanto accaduto e che ha dato, nel tempo, numerosi frutti.

Di questo non possiamo che rendere grazie e lodare il Signore!

Alessandra, Alessandro con Cecilia Maria

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