Il Filo Rosso

Quando penso a Canepanova, al percorso fino ad oggi, parto da lontano, prima dell’essere bambina che ha incontrato gioiosamente il catechismo e il cantare nel coro, quando ancora tante liturgie erano in latino. Mia mamma, infatti, veniva da studentessa a Canepanova, forse per ritrovare qualcosa di domestico e intimo, avendo lasciato per fare l’università il suo paesino in fondo alla provincia di Cremona, vicino a Bozzolo di don Mazzolari.

Ringrazio di aver trovato sulla mia strada una famiglia e una Chiesa che mi ha trasmesso la curiosità, il desiderio, il bisogno di un cammino di conoscenza della Parola.

“Lampada per i miei passi è la tua parola luce sul mio cammino”. Ringrazio il Cardinale di Milano Carlo Maria Martini, in Duomo, e nelle letture.

Nel volgere degli anni e di tante vicende, ringrazio che il filo rosso partito da lontano sia presente e spero continui.

Sono arrivata a Canepanova perché sono venuta ad abitare vicino al Santuario e l’ho sentito vicino, con gradualità, nell’avvicendarsi di tanti fratelli, guardiani, frati minori, ofs, gifrini.

Ringrazio di aver trovato, ma anche di aver cercato dove poter conciliare le mie radici alle curiosità, ai dubbi.

Ricordo con affetto la catechesi sul vangelo di Giovanni, quando Nicodemo, di notte, va da Gesù, perché vuole conoscerlo, vuole capire bene chi è e che cosa va insegnando.

Tutti hanno lasciato una traccia, un contributo personale, utile, concreto.

Ricordo con gratitudine quando in un’omelia è stato detto: a volte non c’è altro da fare che pregare, davanti all’impossibile, alla difficoltà di capirsi e alla sensazione di impotenza.

E ancora, quando mi è stata rivolta la domanda: ma tu, qui, ti senti amata?

Come è stato detto, conoscere Gesù, la Parola, è una delle strade per amarlo. Non solo, per me c’è tutto lo scoprire come la saggezza profonda, la presenza nel sussurro di una brezza leggera, quel “Tu mi scruti e mi conosci”, siano un fondamento stabile, senza alcuna contrapposizione con il tentativo umano di capire e capirsi nell’intimo. Anzi, quante volte questa Parola ha anticipato certe consapevolezze e chiarimenti.

Ma invita anche a quello “stare” così importante, ma difficile da accettare, nell’abbandonare la tentazione di possedere e controllare.

Quindi, in questi giorni, prima della Pasqua, quando vedo il Crocifisso e penso alla Madonna sotto la Croce, ringrazio perché la Parola e i fratelli di Canepanova mi affiancano, come il Cireneo, così aveva detto fra Camillo, in questo Stare, così importante, ma anche impegnativo da vivere nella concretezza di ogni giorno.

Giovanna

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