Vangelo e Omelia nella Solennità della Santissima Trinità

4 Giugno 2023

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Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 3,16-18

In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».


Dichiariamo subito che c'è un rischio nel celebrare questa festa della Santissima Trinità: è quello di perdersi in speculazioni teologiche, mettere in piedi dei teoremi per cercare di far quadrare il tutto, indagare questo Mistero, cercare di capire come mai questo Dio è Trinità... Non s'è mai sentito! Solo nel Cristianesimo si parla di un Dio che è Trino e Uno: Padre, Figlio e Spirito Santo. E quindi, nel corso dei secoli, i Santi Padri e tanti teologi e studiosi hanno versato fiumi e fiumi d'inchiostro a cercare d'indagare: se volete, ci sono dei bei tomi, di qualche centinaio di pagine a tomo, che indagano sul Mistero della Santissima Trinità!

Mi viene in mente, e lo dico, l'episodio così famoso di Agostino ch'era lì sulla riva del mare a indagare sul Mistero della Trinità, per cercare di dipanare questa complessa matassa, ecco vede un bambino giocare sulla spiaggia, che con un secchiello prende l'acqua del mare e torna indietro e lo versa in una buca che aveva fatto. E Agostino vede questo bambino che fa avanti e indietro e, stupito, gli dice: "Ma cosa stai facendo?"
Il bambino dice: "Io sto prendendo tutta l'acqua del mare e la sto versando in questa buca che ho fatto." Agostino lo guarda, sorride, gli dice: "Figliuolo, è impossibile... Tu non puoi trasportare tutta l'acqua del mare in questa buca!"
Il bambino lo guarda e gli dice: "Allo stesso modo anche tu, con tutto questo indagare il Mistero della Trinità, non arriverai a nulla, perché è un Mistero che va colto per fede."
Ecco questo l'episodio che si racconta, ma che ci colloca davanti a questo Mistero: la Trinità non è da indagare, è da accogliere!

O meglio, come c'invita questa icona famosissima, quella più famosa sulla Trinità di Rublëv, ci dice che i Tre (Padre, Figlio e Spirito Santo) ecco, sono lì, attorno a una mensa, al centro c'è un agnello; e in un certo senso sono iscritti in un cerchio che non si chiude, rimane aperto, perché è rivolto dalla parte dell'apertura, a chi guarda: e l'invito non è a contemplare e basta, ma ad entrare nella scena, a partecipare a quel banchetto. Ecco cos'è la Trinità, fratelli e sorelle, o meglio, ecco Chi è la Trinità: la Trinità è un Mistero d'Amore che si riversa sull'uomo; e non solo si riversa sull'uomo, ma invita ogni uomo ad entrare in questa Comunità d'Amore. Questa è la carta d'identità del nostro Dio: se noi abbiamo altre immagini di Dio, ce l'abbiamo (lo diciamo chiaro, in modo lapidario), siamo in grande errore! Quel Dio lì è semplicemente frutto delle nostre fantasie, un derivato di tradizioni umane, mentre questo Dio ci è stato rivelato dal Signore Gesù Cristo! Perché... chiariamo anche questo: io personalmente (voi fate la vostra scelta e la vostra professione di fede), io non credo in Dio, perché questa parola "Dio" dice tutto e dice niente: è un contenitore vuoto, dove ogni uomo mette quello che gli pare e piace... solitamente i propri deliri di onnipotenza! Io credo nel Dio che mi ha rivelato Gesù Cristo: questo sì, e fa la differenza. Ed è bellissimo pensare, come dicevamo all'inizio, che il nostro Dio non è un Dio solitario, egoista, che pensa solo a se stesso, ma è un Dio trinitario: queste tre Persone che non fanno altro che amarsi, non fanno altro che donarsi l'uno all'altro. E lo sappiamo, ma lo ripetiamo perché la circostanza è opportuna (andiamo sempre a disturbare Sant'Agostino, visto che celebriamo i milletrecento anni dell'arrivo delle spoglie mortali nella città di Pavia): lui diceva che Dio, il Padre, è l'amante, il figlio Gesù Cristo è l'amato e lo Spirito Santo è l'amore. Questo è un Mistero Grande da accogliere. È quello che vive la Trinità siamo chiamati a viverlo anche noi, ovvero cercare di seguire, vivere, rispettare l'unico Comandamento che Gesù ci ha dato, che è
quello di amarci gli uni gli altri, come Lui ha amato noi; e l'amore di Gesù, ci dice il Vangelo di Giovanni, è lo stesso amore del Padre. Gesù dice ai Discepoli: "Io vi sto amando con lo stesso amore con cui sono amato dal Padre". Quindi Gesù è l'unico che ha amato da Dio con un amore che viene da Dio e noi siamo chiamati a fare la stessa cosa; e, quando ci amiamo gli uni gli altri, ecco che questo amore diventa generativo: nasce una nuova vita. Per una coppia che si ama, la vita può essere anche a livello biologico (nasce un figlio o una figlia), per tutti gli altri c'è una generatività più ampia, cioè diffondere la Trinità attraverso il nostro amore reciproco rivolto a tutti, amici e nemici: diffondere questo amore nel mondo. E questo è il modo più bello, più vero, più sicuro (più "ortodosso", mi vien da dire), di essere cristiani. Il resto sono solo chiacchiere e solo un culto sterile, vuoto, che serve soltanto a rasserenarci, rassicurarci e riempirci il nostro pancino e basta. La Trinità è questo (usiamo ancora l'icona di Rublëv) cerchio aperto che si riversa su chi è di fronte e mantiene la porta aperta per accogliere. E capite che un Dio così, fratelli e sorelle, non so cosa ne pensiate, è impegnativo: credere in Gesù è impegnativo, non è un sedativo! "Credere mi rasserena", qualcuno direbbe. No: credere t'inquieta, ti butta fuori, non ti fa star tranquilli! Gesù ai Discepoli non ha detto: "Andrà tutto bene". Gesù ai Discepoli ha detto: "Vi attenderanno persecuzioni"! Gesù ai Discepoli non ha detto: "Ama quello che ti ama". Gesù ha detto: "Ama chi non ti ama". E non raccontiamoci storielle: questo non è semplice! Il primo sono io, che confesso le mie mancanze e mi denuncio da solo (non ho bisogno di qualcuno che mi accusi): io stesso riconosco di essere mancante e allora ancor di più comprendiamo che Gesù ci è veramente necessario!

E questo Dio, come ci dice il testo (a me ieri ha colpito tantissimo come inizia il versetto 16 del Capitolo Terzo di Giovanni):

Dio ha tanto amata il mondo da dare il suo Figlio Unigenito.

Ecco, fratelli e sorelle, il Cristianesimo non è qualcosa che dobbiamo fare per Dio, dobbiamo dare a Dio, i compiti che ci hanno insegnato durante il Catechismo: frottole! Noi non dobbiamo dare niente a Dio: dobbiamo "semplicemente" (per modo di dire: non è semplice!) accogliere tutto quello che ci ha dato Lui e che continua a donarci. Dio è il Grande Donatore, direbbe Santa Chiara: siamo chiamati ad accogliere questo dono d'amore. Dio non pretende nulla da noi, siamo liberi di fare tutto quello che vogliamo. Però, davanti a un Dio che è Padre e Figlio e Spirito Santo, ognuno è chiamato a fare una scelta, e la scelta è semplice di per sé: non abbiamo mille possibilità, come oggi ci fanno credere, abbiamo 2 possibilità: o crediamo in Gesù, o non crediamo in Gesù. E il credere o il non credere in Gesù diventa già un giudizio per la nostra vita, che non ci dà Dio (Dio non giudica nessuno): ci giudichiamo da soli. Perché la verità della nostra vita è che siamo creati a immagine e somiglianza di Dio e Dio, ripeto, non è un Dio solitario, egoista, ma è un Dio Comunità di Amore. E di fronte a questo Dio ognuno di noi è chiamata a fare una scelta. Capite che la scelta è tra la vita e la morte. Perché? Perché Dio è vita!

Ed è sorprendente, e chiudo, leggere questa pagina dell'Esodo: pagina antica, dove Dio si presenta a Mosè (Mosè in un certo senso gli chiede: "Dio, mostrami il Tuo volto, dimmi Chi sei... Fammi leggere la Tua carta d'identità"). E Dio come si presenta (e questo è stato dimenticato subito dopo)? Dio si presenta come il Signore, il Signore Dio misericordioso, pietoso, lento all'ira e ricco di amore e fedeltà. Fratelli e sorelle, ma come abbiamo fatto ad appiccicare a Dio altri nomignoli inventati da noi?! Parla chiaro l'Esodo (qui siamo secoli e secoli prima di Gesù):

Dio è misericordia.

E l'unica speranza che abbiamo noi di vivere una vita piena e di lasciare un segno duraturo è di vivere questa misericordia. Altrimenti fratelli e sorelle, lo ripeto sempre perché io me lo ripeto tutti i giorni, è come se non fossimo vissuti! Questo ci dice Gesù. Poi liberi di fare quello che vogliamo... Però Gesù è morto per testimoniare la Verità!

E il frutto di questa accoglienza, ce lo dice Paolo, è la gioia: il cristiano è gioioso, il cristiano è nella gioia. Perché? Perché sa di essere immerso dentro questo Mistero d'Amore, dentro questa Comunità di Persone che è la Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo.

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