Vangelo e Omelia nella festa di S. Elisabetta d'Ungheria

17 Novembre 2023

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Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,26-37
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».


Ecco, noi stasera abbiamo ascoltato una parte del Vangelo che ascolteremo fra due domeniche. Quindi ci viene dato un assaggio, un'anticipazione: perché? Perché ben si addice questo Vangelo a questa Santa. Che, ripeto [ciò che ho detto durante l'introduzione alla S. Messa], personalmente mi mette un po' in difficoltà. Perché, pur non essendo così conosciuta, è un gigante. Perché questa donna in 24 anni, questo è stato il tempo della sua vita, ha bruciato tutte le tappe e ha preso seriamente il Vangelo. E dico io: povero me, come sto vivendo il Vangelo? Ma questo non è per fare la predichetta, la scenetta, ma realmente sento questa cosa: oggi ci ho meditato molto. Veramente questa donna ha fatto sul serio, si è data completamente, non ha trattenuto nulla per sé. E ha attraversato diversi stati di vita. Già da quando aveva quattro anni, figlia del re d'Ungheria, è stata destinata a Ludovico di Turingia, quindi a quattro anni si era già trasferita da lui e a quattordici anni poi si è sposata... Perché funzionava così a quel tempo (siamo agli inizi del 1200). Quest'uomo che lei ha tanto amato e quegli scritti che abbiamo, le testimonianze dicono che c'era una profonda comunione tra di loro e il marito ha imparato a conoscere la moglie e ad assecondare questo desiderio che aveva Elisabetta di fare qualcosa per gli altri, di alleviare le sofferenze dei suoi sudditi. E il marito, conoscendola piano piano, l'ha lasciata sempre più fare, fino al punto addirittura di dare beni ingenti per costruire gli ospedali e per assistere i poveri, che Elisabetta assisteva personalmente. E questa è la sua grandezza, che a me mette in crisi, perché è facile farlo per interposta persona: uno lo può fare attraverso i suoi beni, per carità è già qualcosa!, invece di raddoppiarli, triplicarli, investirli per avere sempre di più, tanto poi una volta morto non ci portiamo niente dietro...  Lei invece, oltre a spendere i suoi averi per i poveri, si è messa a servizio dei poveri: e veramente questo Vangelo che abbiamo ascoltato, lei l'ha vissuto nella sua interezza... e queste scelte per Gesù e per i fratelli e le sorelle di Gesù, che erano i poveri, lei le ha pagate sulla sua persona! Perché quando poi suo marito, andando, se non ricordo male, per la Sesta Crociata, è morto a Otranto, prima di arrivare in Terra Santa, ecco lei è stata invitata caldamente a fare una scelta: trovarsi un nuovo marito oppure rinchiudersi in un monastero come facevano tante regine. Lei ha scelto di rimanere lì dov'era e di trasformare il suo palazzo in ospedale. Questo ovviamente, capite che i parenti del marito, soprattutto il fratello, non è che era entusiasta di queste scelte. Cioè, questi erano re... e quindi hanno fatto in modo di cacciare lei con i suoi tre figli che intanto ha avuto (l'ultima non ha conosciuto neanche il papà, perché era andato alla crociata ed è morto). E quindi lei con questi suoi tre figli ha cercato ripari di fortuna, qualcuno che l'accogliesse per amore del Signore. E ha trovato rifugio nei Frati, che nel frattempo erano arrivati, mandati da Francesco d'Assisi, e lì lei attraverso un cammino appunto si è consacrata nel Terzo Ordine Francescano e ha continuato tutta la sua breve vita, ma intensissima (io veramente mi vergogno, io sto vivendo il doppio di lei, ma non ho fatto neanche un centesimo di quello che ha fatto Sant'Elisabetta!) si è data tutta ai poveri, servendo quelli più ripugnanti, memore di quello che le raccontavano i frati, che aveva fatto Francesco quando ha incontrato il lebbroso.
E ci sono episodi che uno può dire: vabbè, ma sono fantasie! Vabbè, prendeteli come volete: ne accenno due, così, come me li ricordo. Uno, quello famosissimo, dove era ancora vivente il marito: lei lì sta uscendo dal palazzo, tutta di corsa, col mantello pieno di pagnotte di pane; il marito le dice dove sta andando, cosa ha in quel mantello, e lei un po' era stata scoperta, perché alcune cose le faceva, all'inizio, tra virgolette, "di nascosto" al marito. E quando ha aperto il mantello, invece del pane, c'erano delle splendide rose. Eravamo in pieno inverno: non lo so se ci sono le rose in pieno inverno...  E quindi qui la tradizione anche, che si continua, di prendere le rose. E poi l'altro episodio di Elisabetta ancora nel palazzo che assisteva appunto i poveri più ripugnanti e c'era un lebbroso che lei ha curato e poi, visto che aveva bisogno ancora più di attenzione, di cure perché stava molto male, l'ha portato su in casa e l'ha messo a dormire nel suo letto. E si dice che poi è arrivato il marito e ha visto quest'uomo nel letto della moglie. Uno dice: cosa può pensare? Facilmente, ognuno fa i suoi pensieri. Però quando ha tirato su le coperte, quell'uomo lì era luminoso: era Gesù!

Adesso, al di là del racconto (è andata così, non è andata così), cogliamo il messaggio... Come a dire: Elisabetta vedeva Cristo nei poveri! Questo era il passaggio che permetteva a Elisabetta di servirli veramente, dando la vita, non semplicemente per un atto di bontà ("Vabbè, abbiamo qualcosa in più: lo diamo ai poveri"). E perché Elisabetta è riuscita a servire i poveri? Quello che ci dice il suo direttore spirituale è che lei passava le notti in preghiera: lei era una donna contemplativa, non era semplicemente una benefattrice (che per carità è già grande cosa). Ma da dove le veniva [tutto questo]? Dalla preghiera, dall'incontro con Gesù, dalla frequentazione del Cristo, povero e crocifisso, così come aveva imparato a conoscerlo attraverso l'esperienza di Francesco D'Assisi. E questo a me dice tanto: mi provoca a una conversione!

E l'ultima cosa: lei si faceva dare del "tu" dalle sue serve. Era una regina, vi ricordo! Proprio per dire questo rapporto diretto familiare, senza troppi fronzoli, come ancora oggi andiamo dietro.

Oggi pomeriggio, quando ancora meditavo, mi è venuta in mente l'immagine di Madre Teresa, sette secoli dopo. Il Signore ha fatto sorgere una Santa molto simile ad Elisabetta. Non ha fatto la scelta matrimoniale Madre Teresa, però di Madre Teresa si ricorda che era una donna di preghiera e una donna che ha vissuto la sua vita con gli ultimi, come ha fatto Santa Elisabetta.

E qui mi permetto di dire, non c'è solo tratteggiata la figura di chi appartiene all'Ordine Francescano Secolare, ma di ogni francescano, di ogni cristiano, di ogni uomo e di ogni donna, che vuole vivere in pienezza i suoi giorni.

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