Vangelo e Omelia Ottava di Natale - Maria Santissima Madre di Dio

1 Gennaio 2024

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Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,16-21

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo.


Fratelli e sorelle, stiamo celebrando la Solennità di Maria Santissima, Madre di Dio. Però stiamo anche celebrando l'Ottava del Natale. Infatti siamo lì ancora, davanti a quella grotta, a contemplare quel Bambino Gesù che è nato per noi. E questo già sarebbe uno splendido risultato nella nostra vita: cioè prendere sempre di più consapevolezza e fare esperienza, sentirlo che

Quel Bambino è nato per noi, è nato per me!

Perché io possa avere vita in Lui. Perché io guardando Lui impari a vivere, a stare in questo mondo come ci sta Lui. E quindi allora abbiamo celebrato il Natale!

Altrimenti, fratelli e sorelle, io mi chiedo come fare a vivere un nuovo anno. La vita è faticosa e i segnali che tendono a scoraggiarci sono tanti. Dove possiamo recuperare speranza? Dove possiamo trarre forza? Dove possiamo accrescere la nostra fiducia per andare avanti a testa alta in questo mondo?

Da quel Bambino lì: siamo invitati come pastori ad andare lì.

Anche noi abbiamo incontrato degli angeli, che vuol dire semplicemente messaggeri (e ciascuno di noi è chiamato ad essere angelo, se no mi chiedo che senso ha la tua vita cristiana - la mia innanzitutto, sempre!), e quindi, accogliendo questo annuncio, noi andiamo a vedere il Segno. E la cosa che ci deve sconvolgere (perché altrimenti c'è qualcosa che non va, a mio modesto parere), è rimanere sorpresi, stupiti, meravigliati, sconvolti da quel Segno. Perché quel segno lì è un Bambino!

Però quel Bambino lì, abbiamo imparato quest'anno in modo particolare da Francesco D'Assisi, è il Figlio di Dio, Colui che cambia le sorti della Storia, della mia storia: allora mi interessa quel Bambino!

Qual è il segreto, fratelli e sorelle?

Dipende da come noi guardiamo quel Bambino.

Dipende con quali sentimenti noi ci accostiamo a quel Bambino, ci stiamo dicendo da un po' di giorni. È questo che fa la differenza. È questo che fa sì che il nuovo anno sia diverso e migliore del precedente! Perché per questo siamo al mondo, fratelli e sorelle. Non siamo al mondo per ripetere gli anni, per entrare in un tempo ciclico che gira su se stesso: a che serve vivere allora, dico io, per me? Se la vita non procede di bene e meglio, ditemi voi, qual è il senso dell'esistere?

E quindi noi andiamo lì. Otto giorni dopo siamo ancora lì con i pastori, i quali appunto, ripeto, credono a quel Segno lì. Si fidano di quei messaggeri e vanno alla Grotta. E mi ha sorpreso quella citazione che abbiamo ascoltato al canto al Vangelo dell'inizio della Lettera agli Ebrei! Molto bella, ve la leggo:

Molte volte e in diversi modi nei tempi antichi
Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti,
ultimamente, in questi giorni,
ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
(Eb 1,1-2)

E mentre cantavamo l'Alleluia, io mi sono chiesto: ma mi sono accorto che ultimamente in questi giorni il Padre mi ha parlato attraverso il suo Figlio? Perché questo fa Natale, altrimenti è un giorno come tutti gli altri!

Siamo chiamati a prendere sempre di più consapevolezza che Dio ci parla attraverso il Figlio, ed è questo il senso del Natale: accorgerci che quel Bambino ci parla!

Quel Bambino lì vuole entrare in dialogo con noi.

Quel Bambino lì vuole comunicarci la Vita di Dio.

È grazie a Dio che c'è quel Bambino lì. Altrimenti la nostra vita non so cosa sarebbe, fratelli e sorelle: sarebbe un assurdo. Invece quel Bambino lì, piccolo, povero, fragile, bisognoso di tutto, ecco, dà Vita alla nostra vita e

Ci traccia una strada da percorrere.

E Maria, che oggi celebriamo come Madre di Dio, ecco che lei per prima ha percorso questa via di ritorno a Dio. E noi possiamo metterci dietro Maria per ritornare a Dio. Perché per questo siamo stati creati, fratelli e sorelle! E come ci diceva don Tonino Bello prima, nella preghiera che abbiamo fatto [durante la veglia di preghiera prima della S. Messa]: se siamo stanchi in quest'anno, e ognuno può avere mille motivi di stanchezza, lui però ci suggerisce che c'è una stanchezza che non è buona. Perché tante stanchezze passano. Ma c'è una "stanchezza cattiva" che non passa: è la stanchezza di chi, nell'anno appena trascorso, si è ostinato a camminare per le sue vie, per la via dell'egoismo. nel realizzare i suoi progetti, non i progetti di Dio; nel fare in modo, e qui siamo tutti maestri, che tutto giri attorno a noi, che noi diventiamo il centro di tutto e che gli altri, Dio compreso, sono al nostro servizio. Ecco, questa è una stanchezza brutta, cattiva, fratelli e sorelle, che ci svilisce, ci umilia e ci toglie energia, e ci toglie voglia di vivere. Ecco,

Da questa stanchezza quel Bambino lì può guarirci,
perché ci apre a una vita donata, a una vita aperta agli altri,
non una vita ripiegata su di noi.

E allora sì (Io dico per me) ritorna la voglia di vivere, di fare, di spendersi, sapendo che ogni giorno che ci viene donato è un'occasione, è un'opportunità: a noi scegliere come spendere la nostra vita. E quindi così la faccenda si fa interessante:

Vedere ogni giorno come un'occasione che Dio ci dona.

E quindi, più che star lì sempre a lamentarsi delle cose che non vanno, invece fare l'elenco delle cose che vanno e ringraziare Dio che ci ha dato da vivere questo tempo. Perché sappiamo che non è scontato essere vivi.
Quindi Dio ci ha donato questo anno, lo abbiamo completato. E quindi a noi, avendo ricevuto il dono di quest'anno che appena trascorso, il compito di scegliere come vivere l'anno 2024 che stiamo iniziando proprio adesso.

E chiudo dicendo questa cosa. Il senso della nostra vita, fratelli e sorelle, è racchiuso tutto in quel Bambino lì, nella conoscenza che noi possiamo avere di quel Bambino lì.

È lì racchiuso il mistero della nostra vita.

È lì che si compiono le Scritture. È lì che si realizza ogni attesa, in quel Bambino lì. Questo ci invita a non avere una visione sdolcinata del Natale, ma avere veramente gli stessi occhi e lo stesso cuore di San Francesco d'Assisi, il quale ci insegna veramente come stare davanti a quel Bambino che, lo ricordo ancora, è il Figlio di Dio.

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