Vangelo e Omelia VI Domenica del tempo ordinario

11 febbraio 2024

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Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,40-45

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.


Fratelli e sorelle, lo sappiamo da sempre: ogni uomo ha dentro di sé questa ricerca di Dio, questo desiderio di Dio, desiderio di Infinito, di Assoluto. Da sempre l'uomo è alla ricerca della Divinità e da sempre l'uomo ha messo in piedi delle religioni che lo aiutassero in questa ascesa verso Dio, di trovare delle modalità, delle prescrizioni quindi mettere in piedi un culto per comunicare con questa Divinità e soprattutto per essere graditi, accetti a questa Divinità. E dentro queste c'erano tutti i riti di purificazione che da sempre tutti i popoli hanno fatto per essere degni di stare davanti al Dio.
E poi c'era anche il fatto che l'uomo ha cercato in tutti i modi di accorciare la distanza che c'era tra sé e Dio. E questa roba l'uomo religioso continua a farla ancora oggi.

Spero che ci siamo accorti che è successo qualcosa di incredibile duemila anni fa! che Dio, al di là di ogni attesa, ha azzerato le distanze tra noi e Lui. Cioè, non siamo noi che siamo andati da Lui e ci diamo da soli la "medaglietta" di questa conquista di Dio, al pari della conquista della Luna o di Marte, ma è Dio che è venuto incontro a noi e, in questo, Dio ci ha usato tanta misericordia! Perché l'uomo concepisce Dio come il totalmente altro: l'uomo non può venire a contatto con Dio, l'uomo non può vedere Dio. Se uno vede Dio, muore. Invece questo Dio si è fatto accondiscendente, è sceso nella Persona di Gesù di Nazareth. E in Gesù Dio non solo si è fatto visibile, Dio non solo si è fatto presente in mezzo a noi, ma è diventato il "Dio con noi": un Dio che si è fatto toccare.
E quindi, in un certo senso, Gesù di Nazareth ha sbaragliato tutti questi costrutti religiosi degli uomini. E quindi ovviamente la religione cosa prevedeva, in particolar modo quella ebraica? La divisione tra puro e impuro. Cioè l'uomo decideva ciò che era puro e ciò che era impuro, quindi ciò che era gradito a Dio e ciò che non era gradito, chi poteva presentarsi a Dio e chi non poteva presentarsi.
C'era una categoria di uomini, fratelli e sorelle, e spero che questo ci sia chiaro... abbiamo celebrato due settimane fa la Giornata Mondiale della Lebbra e, ahimè, ci sono ancora i lebbrosi nel mondo! Mi viene da dire: "Che vergogna per l'umanità che ci siano ancora dei lebbrosi in varie parti del mondo!" Una grande vergogna, che sento mia anche: mi vergogno io...
Ecco che Gesù, Contrariamente a tutto quello che l'uomo ha fatto, appunto, ripeto, azzera queste distanze. E c'era, riprendo il filo, una categoria che veramente era la più svantaggiata di tutti. C'era una categoria che secondo me noi non abbiamo idea...
Io quest'anno ulteriormente ho fatto un passo in avanti nella comprensione e sono rimasto abbastanza scioccato su chi erano  lebbrosi al tempo di Gesù. Parliamo di duemila anni fa. Cioè, era la categoria più scartata della società, sia a livello civile che a livello religioso. Stamattina dicevo con qualcuno (mio modesto parere!): era meglio morire che rimanere lebbrosi. La dico grossa, ma non penso di esagerare, perché i lebbrosi erano dei morti ambulanti, perché venivano considerati alla stregua dei cadaveri, perché questo erano, il loro corpo era in decomposizione. Poi si credeva che era contagiosa per contatto, quindi dovevano stare isolati, lontani da tutti. Un po' con quelle indicazioni che abbiamo visto nel Libro del Levitico [la Prima Lettura], che qui è semplicemente accennato, ma voi vi potete andare a leggere, se volete, tutto il Capitolo 13 del Levitico, dove c'è tutta la descrizione su cosa non si può fare, rivolto al popolo e su quello che deve fare il lebbroso: deve stare alla larga, deve essere emarginato. Quindi capite, un uomo che non ha possibilità di accedere al culto, possibilità di stare in mezzo agli altri, è come se fosse un morto! E chi lo toccava diventava impuro... oltre che si pensava al rischio del contagio. Quindi toccare un lebbroso era come toccare un sepolcro, perché anche toccando il sepolcro si diventava impuri. Quindi capite la condizione di quest'uomo e la cosa che mi sconvolge di più è: 

Cosa ha mosso quest'uomo, che non poteva avvicinarsi agli altri uomini, ad andare con fiducia da Gesù e dirgli: "Se vuoi, puoi purificarmi"...

Il vero miracolo che ci racconta non è la guarigione del lebbroso (è chiaro che lo è!), ma questa fiducia che ha mosso il lebbroso ad andare da Gesù, quando lui non lo poteva fare: era vietato dalla Legge, e la legge civile era la legge religiosa. Coincidevano. Quindi, insomma, ha trasgredito una regola sociale, una regola religiosa.
I lebbrosi non dovevano entrare in contatto con altre persone. E lui invece va da Gesù. E Gesù di fronte a lui non scappa, non si scandalizza, non gli dice "cosa stai facendo?", ma Gesù prontamente, dice il testo, ne ebbe compassione. Quindi mi viene da dire, la sparo grossa, non è l'uomo Gesù che fa sta roba, ma è quella compassione di Dio che abita le viscere di Gesù. Ed è la stessa compassione che dovrebbe abitare le nostre viscere, se no che cosa ci distingue dagli altri? Che veniamo a Messa... ma stiamocene a casa al calduccio, tranquilli, che non è che cambia molto! Cioè: 

Gesù è la disponibilità di Dio fatta carne che permette alla misericordia del Padre di toccare l'umanità.

E quindi questo moto di compassione che prende Gesù Lo fa andare incontro a questo lebbroso. E Marco ci dice che dopo che ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: "Lo voglio: sii purificato". Come a dire: da adesso si cambia!

Da adesso veramente il regno di Dio è in mezzo a voi. 

Perché Gesù ha cambiato tutte le regole sociali e religiose del tempo. Quindi quell'uomo che era da allontanare, Gesù si avvicina a lui.
E, ripeto, il miracolo vero è che il lebbroso si è avvicinato a Gesù, perché sapeva di poterlo fare e ha intuito che Gesù si stava già avvicinando a lui. Questa è una dinamica che anche noi viviamo: noi possiamo fare delle cose nei confronti di alcuni perché sentiamo che c'è una sorta di autorizzazione. Quindi mi piace pensare che Gesù era lì, con le braccia spalancate, a dire: 

Io sono colui che tutti accoglie.

Proprio come il Padre. E gli uomini si sentono autorizzati a fare dei gesti che la religione e le convenzioni civili e sociali vietavano. Ovviamente, da questo incontro, ci dice subito Marco, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 

Non so voi, ma è stupendo tutto questo! E questo ha delle ripercussioni nella vita di tutti i giorni nostri, in modo che possiamo concludere: non c'è più puro e impuro.
Direbbe Paolo: non c'è più giudeo né greco, non c'è più né uomo né donna. Ma tutti siamo uno in Cristo Gesù. E quindi Gesù sbaraglia tutte le regole religiose del tempo e ci dice che Dio non fa preferenza di persone. Di fronte a Lui siamo tutti figli. Non c'è più puro e impuro. Non c'è più sacro e profano da quando Gesù si è fatto uomo.

E perché questa cosa non ci sembri lontana da noi, cioè i malati di lebbra a livello fisico che abitano in regioni lontane dall'Italia: grazie a Dio noi siamo indenni, perché siamo nati qui, di questo dovremmo anche ringraziare e pregare per questi fratelli e sorelle... ché la lebbra più interiore spirituale... certo non riguarda noi: noi siamo a posto, siamo in chiesa, siamo qui, bellini bellini, fedelissimi alla Messa domenicale! Ecco, credo che il passaggio che siamo chiamati a fare è mettersi nei panni di questo lebbroso. Altrimenti, fratelli e sorelle, è sostanzialmente inutile che noi siamo qui. Io sono quel lebbroso. Vado da Gesù, con fiducia gli dico: Signore, se vuoi (quel "se vuoi", perché io non ti voglio costringere). Se vuoi, sentiti libero, ma io so che tu puoi. E, in fondo in fondo, azzardo, so che anche lo vuoi, ma manteniamo un rapporto di libertà tra di noi. 

E così Gesù è come se avesse risuscitato quell'uomo. perché era questo, secondo le credenze comuni: guarire un lebbroso era al pari di risuscitare un morto.
E quest'uomo, contravvenendo a tutte le indicazioni che Gesù gli dà, va in giro, ci dice Marco, proclamando la Parola. Questa è una sottolineatura importante: il lebbroso da evangelizzato diventa evangelizzatore: 

Non può tenere per sé questo incontro meraviglioso che ha vissuto. 

E così propaga per tutta la regione, annuncia a tutti, quello che gli era capitato e questa possibilità nuova di vita che Gesù gli aveva offerto.

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