Vangelo e Omelia Mercoledì delle Ceneri

14 Febbraio 2023

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Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,1-6.16-18

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».


Fratelli e sorelle, ognuno di noi ha un'esperienza, un'idea, dei ricordi della Quaresima. E c'è un rischio molto forte, che è quello di rimanere fissi nelle proprie idee, nelle proprie posizioni, nei propri ricordi, nei propri schemi di Quaresima, tante volte acquisiti da bambini, e di portarle avanti per tutta la vita: la Quaresima è quella roba lì che ho imparato fin da quando ero bambino, magari nel famoso tempo del Catechismo. 

Io credo che urge convertirsi al senso vero della Quaresima! 

Io credo che questo sia proprio il fondamento: non siamo neanche al primo gradino. Cioè, entrare veramente nel cuore della Quaresima, nel senso della Quaresima, nel fine della Quaresima. Perché se noi non comprendiamo che cos'è la Quaresima, capite che questi quaranta giorni ci passano, arriviamo a Pasqua, tutti bellini bellini, e non è successo nulla! Poi ci chiediamo perché la nostra vita non cambia, o perché siamo cristiani molto superficiali, all'acqua di rose, per dirla chiara.

C'è da riscoprire il senso della Quaresima!

Che io innanzitutto sto parlando a me: mi faccio la predica così nessuno si sente tirato in ballo, se magari potrò sembrare duro. Cioè, io, frate Enrico, sono chiamato a convertirmi al vero senso della Quaresima. Perché, frate Enrico, non l'hai capito?! Non l'ho capito ancora! Ringrazio Dio che mi ha dato vita e salute e sono qui in questo 2024 e voglio comprendere qualcosina di più di che cosa vuol dire Quaresima. E non voglio rimanere prigioniero delle mie quattro idee che qualcuno mi ha messo in testa, perché non serve a nulla. 

E come faccio a convertirmi al senso vero della Quaresima? 

Fratelli e sorelle, non saranno certo le nostre pie pratiche, i nostri fioretti… che fate serenamente, eh, non ascoltate il frate! Fateli, hanno la loro importanza, se comprendiamo il senso della Quaresima, altrimenti sono fini a se stessi, ingrossano il nostro io, la nostra forza di volontà: “Ce la farò anche quest'anno!” Non so, ditemi quanti giorni, poi sicuramente sarà un naufragio, ne sono abbastanza certo…

Quindi che cosa vuol dire la Quaresima? Che senso ha questo tempo così prezioso di quaranta giorni che ci porta dritti alla Pasqua? Una cosa subito che dobbiamo fare è non guardare la Quaresima fine a se stessa, cioè la Quaresima per la Quaresima. 

La Quaresima ha un fine: tende a Pasqua.

Noi, in un certo senso, siamo chiamati a vivere il mercoledì santo e tutti i giorni che seguiranno in vista del Santissimo Triduo Pasquale, di Passione, Morte e Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, altrimenti non serve a nulla. 

Quindi la Quaresima è un tempo di preparazione alla Pasqua.

E cos'è la Pasqua? Fratelli e sorelle, è il senso della nostra vita. Perché senza la Pasqua, noi non saremmo neanche qui.

Senza la Pasqua non ci sarebbe neanche la Quaresima. Ma, spero che sia chiaro, non ci sarebbe neanche il Natale! Perché tutto non è iniziato col Natale, tutto è iniziato con la Pasqua. È dall'evento della Risurrezione che gli Apostoli e le prime comunità cristiane hanno riletto tutta la vita del Signore Gesù, è gradualmente nato tutto l'Anno Liturgico. 

Però non sarò io a dirvi che cos'è la Quaresima, perché sarei troppo superbo nel pensare di sapere che cos'è la Quaresima! Lo scopriamo leggendo le Letture, ma non le Letture del Mercoledì delle Ceneri e basta e delle Domeniche di Quaresima: se vi volete fare questo regalo, io lo ripeto da secoli, ascoltiamo la Parola che ogni giorno la Chiesa ci dà: è lì che scopriamo il senso che ha la Quaresima! E poi scopriremo il senso del Triduo Pasquale, centro dell'anno liturgico, del Tempo Pasquale e avanti, avanti. E facciamo il giro degli anni, entrando sempre di più in profondità, in questo cammino a spirale che la liturgia ci fa fare anno dopo anno. E allora, ascoltiamo le Letture, ritorniamo sulle Letture, che ci dicono il senso della Quaresima? Il senso della Quaresima è un tempo bello, mi viene da dire, un tempo gioioso, non è il tempo in cui sta lì a fare le facce da morto! Perché Quello che è morto è risorto, quindi vita, animo, gioia; questa è la Quaresima! Se uno mi dice, frate, non son d'accordo: vabbè, mi dispiace per te. Non ti dico di andare da un'altra parte, stai qui, ma mi dispiace per te. 

La Quaresima va vissuta nel segno della gioia.

Se abbiamo ascoltato il Vangelo, Gesù ha parlato chiaro, citando i pilastri della pietà ebraica: elemosina, preghiera e digiuno. Perché nella gioia, fratelle e sorelle? Perché noi siamo indirizzati verso la Pasqua e la Pasqua è l'esplosione della vita! 

Gesù ha vinto la morte, fratelli e sorelle. Noi tante cose le facciamo per paura della morte (o non le facciamo)? Noi siamo agitati dalla morte, dal pensiero di morire, e condiziona tanto i nostri vissuti. Ma è un problema risolto, fratelli e sorelle: l'ha risolto Gesù, è morto e risorto. E noi quindi viviamo questi quaranta giorni come una preparazione ad entrare in quel mistero della Pasqua che, ripeto, è il cuore, il centro dell'anno liturgico e della vita del cristiano.

Senza Pasqua non c'è vita cristiana.

Senza Pasqua non c'è vita. Perché che senso ha che Dio ci ha creati se non fosse venuto Cristo a redimerci? Cosa sarebbe stata la vita? Sarebbe stato lì un attendere una morte che sarebbe stata la fine. Questo era.

È Gesù che ha messo nel nostro cuore un seme di speranza nella risurrezione. E siccome Lui è risorto, ci direbbe Paolo, allora noi risorgeremo in Lui. Questa è una certezza ancora più certa del fatto che siamo qui riuniti in chiesa in questo momento.

E quindi cosa ci dice la liturgia della parola? 

Ci dice Gioele: 

Ritornate a me con tutto il cuore.

Piuttosto che concentrarsi su se stessi: cosa devo fare, tutte le varie penitenze, penitenzine, ritorniamo al Signore! E ritornare al Signore vuol dire ritornare a Gesù, ascoltare la Sua Parola, vivere intensamente i Sacramenti, non solo l'Eucaristia, ma la Riconciliazione: prendiamola in mano! Ma non fare la confessione di rito, perché devo celebrare la Pasqua e quindi devo andare a timbrare. Vabbè, venite a timbrare, facciamo anche questo servizio, eh, di confessioni rituali, di rito… così, un timbrino e via, e celebrate la Pasqua! Perché non prenderla invece seriamente, entrando nel senso di questo Sacramento della Riconciliazione? 

E così [Gioele] continua, no? C'è proprio un invito, questa richiesta anche di perdono, di pentimento: perché, se ci guardiamo, alla fine nessuno di noi può sentirsi a posto fratelli e sorelle! Io dico sempre: a me dirlo consola. Cioè, finché siamo in questo corpo, noi continueremo a peccare. 

E quindi abbiamo bisogno della consolazione del Perdono di Dio.

E Gioele ci invita, ci accompagna in questa sorta di Liturgia Penitenziale che siamo chiamati a vivere. Ma questa Liturgia Penitenziale, ci dice Gesù, va vissuta nella gioia! 

E così è quello che ci dice il Salmo, il Salmo 50: il famoso Salmo di Davide, che lui ha proclamato dopo che ha fatto esperienza della Misericordia di Dio nei suoi confronti. Quando lui temeva la punizione di Dio, Dio gli ha usato misericordia.

E così arriva Paolo e cosa ci dice? Addirittura Paolo supplica: 

Vi supplichiamo, in nome di Cristo, lasciatevi riconciliare con Dio.

C'è un sentire urgente in questo tempo di questo bisogno di riconciliazione con Dio. Perché, se c'è la riconciliazione con Dio, siamo abilitati a riconciliarci con noi stessi: perché bisogna fare la pace con se stessi e bisogna riconciliarsi con gli altri. E prima di fare, perdonatemi, discorsi di massimi sistemi sulla pace nel mondo, le varie guerre, iniziamo da qui dove siamo: non facciamo le prediche così campate in aria che non servono a nulla, che tanto nessuno di noi ha potere di cambiare le sorti di una guerra! Però le nostre guerre che ci facciamo nel nostro quotidiano, nel nostro piccolo ambito familiare, lavorativo, amicale, nel palazzo dove viviamo, queste sì abbiamo potere di fare qualcosa.

E quindi viviamo questa Quaresima come un cammino di riconciliazione, che non è altro che un cammino di ritorno a Dio.

E allora sì, se c'è questo spirito, possono avere senso queste pratiche antiche, care alla religiosità giudaica, dei nostri “genitori”, gli Ebrei: l’Elemosina, la Preghiera e il Digiuno. Allora sì. Ma Gesù ci dice una cosa che le cristianizza, le battezza, possiamo dire: 

Tutto questo va fatto nel segreto.

Evitare un po' l'atteggiamento degli Scribi e Farisei che facevano di tutto uno spettacolo, uno show: l'essere visti, l'essere lodati, ammirati, applauditi, apprezzati, guardati, perché loro erano gli ultraosservanti graditi a Dio. Mentre Gesù dice: niente di tutto questo, bisogna fare queste pratiche nel nascondimento, con gioia, sapendo che la ricompensa non dobbiamo aspettarcela dagli uomini, ma da Dio. E chiudo.

Cosa dobbiamo fare in questa Quaresima? Entrare in relazione con il Padre. Perché come facciamo a fare tutto per Lui e accogliere questa ricompensa? Bisogna che noi entriamo in relazione con il Padre, così come Gesù ci mostra nel Vangelo. E quindi capite che la Quaresima è un tempo bello, ma anche un tempo impegnativo. Perché? Perché ci porta a cambiare. Ci porta a cambiare, a far sì che sia lacerato il cuore, non le vesti. Capite? 

È tutto dentro di noi il cambiamento: diventare uomini e donne nuovi.

E allora abbiamo fatto Quaresima. E allora, con gioia, celebreremo la Santa Pasqua.

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