Vangelo e Omelia VI Domenica di Pasqua

5 Maggio 2024

Scarica l'audio dell'omelia

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,9-17

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».


Che dire, fratelli e sorelle: c'è bisogno di commentare questo Vangelo? Mi sembra molto chiaro. C'è solo da viverlo! Così, come uno può, così come uno riesce, consapevoli però di essere in cammino. E Pietro in questo è un nostro Maestro. Perché c'è un passaggio nell'intervento che lui fa: bisognerebbe andare a leggere ben due capitoli di Atti per capire cosa sta succedendo in questa vicenda di Cornelio, della visione, dell'incontro con Pietro, della discesa dello Spirito Santo; però c'è un passaggio di quello che dice Pietro che è fondamentale per ciascuno di noi. 

Pietro esordisce il suo discorso davanti a Cornelio, dove ormai c'è l'opera di Dio mediante il suo Spirito: è un'opera d'arte Cornelio, scolpita dallo Spirito, per lui e tutta la sua famiglia. Ecco Pietro dice: "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone."
In verità sto rendendomi conto. 

Fratelli e sorelle, di cosa ci stiamo rendendo conto noi?

Che tutto va male? Ormai è la fine del mondo! Ci abbiamo la guerra alle porte di casa, quindi moriremo prima di paura? Che arriverà un nuovo Covid, che le strade non sono sicure, e avanti, tanto è una litania infinita di paure!

Ci rendiamo conto invece dell'opera di Dio?

Di quello che Lui compie, e che Pietro non si era neanche reso conto! Pietro è Pietro, quello che ha rinnegato Gesù. Però dobbiamo dire, e lo dico spesso: 

Pietro amava Gesù! E Pietro, zuccone com'era, si lasciava guidare.

E qui ormai Pietro è un agnellino che viene condotto dal pastore e quindi lui si lascia afferrare dallo Spirito e va a casa di Cornelio. Ma lì si rende conto che lo Spirito è già stato in quella casa, ha già operato meraviglie, che lui non deve far altro che lodare Dio delle sue meraviglie! Pietro si rende conto che Dio è in azione ancora prima che lui ponga in atto qualcosa, faccia una sua azione. 

Dio ci precede, fratelli e sorelle, nel cammino della vita!

E quindi Dio è prima di ogni nostro atto di culto. Dio è prima del nostro venire in chiesa. Non è che: "Sono venuti in chiesa oggi: ma che bravi, ma che bravi! Una medaglia per ciascuno oggi". 

Dio è già prima di entrare in chiesa: 
in Lui ci muoviamo, in Lui esistiamo, in Lui siamo. 
Senza di Lui non siamo!

E quindi Pietro fa un continuo cammino di conversione. Ma che bello! Che bello! Vuol dire essere vivi. Altrimenti se uno non si rende conto di quello che accade, è una persona già morta! Quanto è bello vivere in un continuo stato di cambiamento. Che bello! E dire: sono un peccatore. Va bene? Voi non lo dite: siete tutti santi! Io sono un peccatore di quelli seriali. Va bene? È un problema? No, perché ogni giorno mi rendo conto che Dio mi precede nel peccato donandomi il suo amore. E quindi io sono un peccatore amato e già perdonato; già preceduto, nei miei atti egoistici (suicidi oltretutto!), da un amore più grande.

E qual è la speranza? Che amore dopo amore, alla fine mi convertirò definitivamente: è l'esperienza di Pietro. E perché ho insistito su questo aspetto qui, che è un po' uno dei nostri cavalli di battaglia qui a Canepanova, no? 

Dove in principio c'è Dio e il suo amore, la sua Grazia, la sua benedizione.

Non ci siamo noi con i nostri peccatucci, che facciamo tanto chiasso: ma cosa vuoi che possiamo combinare noi? Alla fine Dio è capace di risanare ogni male che l'uomo può compiere. E quindi all'inizio e alla fine c'è sempre Lui che col suo amore ci precede e in un certo senso anche ci aspetta al traguardo.
È questo passaggio stupendo della Prima Lettera di Giovanni: un capolavoro, dove ci dice, non sto qui a sottolineare, la definizione di Dio che dà l'Evangelista Giovanni nella sua lettera, dove dice che Dio è amore, e su quello si possono trarre tante conseguenze. Però, apro e chiudo parentesi: 

Ci dobbiamo intendere sulla parola amore oggi.

È un grande contenitore dove ognuno ci mette quello che vuole. Chiudo parentesi. 

"In questo si è manifestato l'amore di Dio. Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio Unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di Lui". 

Ecco, fratelli e sorelle! È inutile che andiamo in giro a cercare chissà che cosa, chissà quali segni, quali miracoli, quali portenti!

L'amore di Dio si è manifestato nella povera, fragile carne di Gesù di Nazareth.

E vi sembra poco? No, noi siamo lì con tutti i nostri rituali, ripiegati in noi stessi a formare un uovo, capite: facciamo il processo inverso del pulcino, che lui deve uscire fuori per vivere e noi ritorniamo dentro, siamo tutti avvolti nelle nostre praticucce religiose. 

L'opera di Dio non sono le nostre pratiche, ma è la sua opera che è Gesù Cristo.

Che ci sta parlando a noi nel Vangelo, e che si dona a noi nell'Eucaristia. Cosa vogliamo più di questo? Non basta una vita per rendersi conto di questo dono! E quindi io, mi rendo conto che devo decentrarmi da me e dalle mie sante pratiche per centrarmi in Lui e accogliere ogni giorno un'opera d'amore che è la vita di Gesù, la sua carne, il suo farsi uomo, il suo donarci il suo Corpo nella Croce, nell'Eucaristia.

E poi c'è l'altro passaggio, perché Giovanni ci dice: Dio è amore. Uno dice: beh, che vuol dire? Oggi amore vuol dire tutto. E qui dice: 

"In questo sta l'amore.
Non siamo stati noi ad amare Dio, ma Lui che ha amato noi, 
ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati". 

Capite qual è la roba che dovrebbe farci saltare tutti, no? Vi farei fare come fa il Papa: ripetete con me e io invece vi dico, alzatevi e saltate insieme a me dalla gioia, perché non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi, fratelli e sorelle! Capite che non è un problema di analisi logica, è un problema strutturale: in principio non c'è il mio amore. Io sono un povero peccatore, Ma povero proprio, misero! Meno male che quello che siamo, quello che pensiamo e i nostri peccati rimangono un po' nascosti, se no sarebbe una baraonda qua: se un altro riuscisse a leggere i miei pensieri, cioè, sarei già morto.

Ecco, quello che conta è che prima di noi c'è Dio che ci ama.

Il nostro amore, quando c'è, è di risposta. Io quello che posso fare per prima e ne sono certo e sono un campione è peccare a nastro, ma proprio...
Invece in principio c'è l'amore di Dio. Lui è pazzo di noi. Ci dicevamo domenica scorsa, no? E ci attacchiamo al Vangelo. Lui non può vivere senza di noi. E uno dice: no, questa è follia! Eh sì, l'abbiamo detto domenica scorsa ed eravamo in un luogo santissimo, il Santuario di San Michele Arcangelo. Dio, è cosa folle, è ostaggio dell'uomo. Perché la Vite che è Gesù, senza il tralcio che siamo noi, che fa? Niente. Capite? C'è una dipendenza reciproca. 

A tal punto ci ama Dio. Da mandare il suo Figlio e dirci: io non posso vivere senza di te. Questo ci dice Gesù. E noi siamo lì, fermi, le nostre osservanze, i nostri peccatucci:

"Mah, non so, faccio la Comunione, non la faccio. Mi sono confessato tre giorni fa, un mese fa. Padre, sono arrivato al Vangelo, ma l'ho sentito metà..." 

Signori, ma la vogliamo finire con queste bazzecole e iniziamo a vivere?

E qui [nel Vangelo di Giovanni] ci viene detto: 

"Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore".

Capite qual è l'amore? Come il Padre, la fonte di tutto, il principio di tutto, Lui, l'assoluto, ha amato Gesù dall'eternità, Gesù che è nel seno del Padre, ci dice il Prologo di Giovanni, quindi un amore generativo che è lo Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, diciamo nel Credo; questo stesso amore tra il Padre e il Figlio, il Figlio lo ha donato a noi. Oh, ragazzi, cosa volete di più? Mi viene da dire: non so, ti do il mio sangue!

E Gesù l'ha fatto. Io, lo dico: non se ne sarei capace. Lui l'ha fatto.

Ti dono la mia vita. Per farti capire che io ti amo con lo stesso amore del Padre. 

Capite che veniamo divinizzati da questo amore. E mi viene da dire anche, veniamo umanizzati. Perché la tendenza che c'è è quella di disumanizzarci: noi viviamo una vita disumana, fratelli e sorelle! E Gesù è venuto non solo a divinizzarci, per dirci: la tua origine è il seno del Padre, quel cuore che batte d'amore; ma è venuto ad umanizzarci! Perché a me ha colpito tanto quest'anno nella Settimana Santa, in quel contesto di progressiva disumanizzazione in cui s'immerge Gesù, Lui è l'unico a restare umano.

Lui è l'unico a restare umano.

E quindi, fratelli e sorelle, comprendiamo che vivere il Comandamento dell'Amore non è una gara ad ostacoli, no? A chi ama di più, a chi è più bravo. Ma è un dono che ci viene fatto. E io dico, Signore, ti chiedo perdono, fin da subito. Io non sono capace di amare come Tu mi hai amato, come ami Tu. Però oggi ci provo.

E oggi ci provo, con la Grazia dello Spirito Santo, un pochino di più.

E io credo che, attraverso la santa perseveranza, alla fine tutti, ognuno con i suoi tempi, con i suoi modi, arriveremo ad amare come Gesù. Perché questo è il cammino che, consapevole o meno, ogni uomo, ogni donna, che abitano su questa Terra, sono chiamati a fare per diventare pienamente se stessi.

Contatti

Via Ada Negri, 2
27100 - Pavia
Tel. +39 0382 26002
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..it

Seguici

Orari

SS. Messe feriali: 8.15; 18.30
SS. Messe festive: 11.30; 18.30
Confessioni: tutti i giorni (tranne il venerdì pomeriggio) dalle 8.45 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00