Omelia-bis nell'Ascensione del Signore

12 Maggio 2024

Scarica l'audio dell'omelia


Fratelli e sorelle, il tempo passa: è inutile ricordarcelo! E, se sembrava ieri il giorno solenne della Pasqua, dopo il bellissimo Triduo che abbiamo vissuto insieme, ecco siamo già arrivati all'Ascensione. E, sembrerà un attimo, saremo qui a dirci: è Pentecoste!
Quindi ci chiediamo, iniziamo a chiederci:

Come abbiamo vissuto questo Tempo Pasquale?
Quali frutti della Pasqua abbiamo avuto?
Quali frutti dello Spirito, così come San Paolo elenca? 

E io voglio rileggervi la Preghiera di Colletta che mi ha molto colpito, che sintetizza in modo splendido la festività di oggi:

Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre,
per il mistero che celebra in questa liturgia di lode,
poiché nel tuo Figlio asceso al Cielo
la nostra umanità è innalzata accanto a te,
e noi, membra del suo corpo,
viviamo nella speranza di raggiungere Cristo,
nostro capo, nella gloria. 

La Santa Madre Chiesa ci dà questa chiave per leggere un po' tutta la Liturgia, in particolar modo, la Liturgia della Parola che abbiamo appena ascoltato. E ci dice di esultare, di santa gioia, di fare festa, perché Gesù è asceso al Cielo! Ma verrebbe da dire, ma c'è proprio da fare festa che Gesù va in Cielo?! Perché verrebbe da dire proprio no. Io vorrei essere stato nei panni degli Apostoli, quando hanno visto che è andato veramente [via] davanti ai loro occhi, che cosa hanno provato! Io credo che il desiderio degli Apostoli era che Gesù rimanesse con loro, perché in un certo senso rimanevano orfani: mancava il loro Maestro, che era stato per loro un padre, un amico, un confidente, una guida, un Signore. E capite che, dopo il tempo che hanno trascorso insieme e tutta la fatica che hanno fatto a tenere il passo di Gesù, a ricalcare le sue orme, ecco che nel più bello, proprio quando tutto sembrava finito sotto la Croce, poi la Risurrezione, quei quaranta giorni che è stato con loro, come ci raccontano gli Atti degli Apostoli che abbiamo sentito, ecco che poi se ne va. 

Io immagino che hanno dovuto rielaborare un lutto. 

È vero che Lui, lo stiamo ascoltando in queste ultime settimane di Pasqua, nella Liturgia Feriale, nei discorsi che ha fatto dopo l'Ultima Cena, così come ci racconta l'evangelista Giovanni dal cap. 14 al 17, Lui ha cercato di consolarli, di confortarli: 

Non sia turbato il vostro cuore, abbiate fede in Dio, anche in me, vado a prepararvi un posto. Andrò e tornerò indietro a prendervi. Vi manderò il Paraclito, il Consolatore, lo Spirito di Verità.

Ma io credo che tutti questi discorsi [gli Apostoli] non avessero capito niente. Forse un po' come noi anche, che quando ascoltiamo quei Vangeli di Giovanni andiamo in crisi: succede anche a noi, tra virgolette, "esperti della Parola"...
E quindi viene da dire: ma qui la situazione è tragica, questo qui si è andato! Tornerà? Boh! Sappiamo come San Paolo, nelle sue Lettere fa un cammino: nelle prime Lettere che ha scritto dice: fratelli, dobbiamo essere nella gioia, prepararci, Gesù sta arrivando, l'ha detto, da un momento all'altro!

Poi passavano gli anni e ha cambiato tono e dice: ma... Cristo arriverà. Quindi l'attesa della Parusia, del ritorno glorioso di Gesù, Giudice dei vivi e dei morti. 

Come uscire in un certo senso, fratelli e sorelle, da questa tristezza di un Gesù che è andato al Cielo? Perché in fondo stare con Lui era bello.

Pietro, messo alle strette alla fine del Capitolo VI di Giovanni, quando tutti i discepoli abbandonano Gesù, perché usava un linguaggio troppo duro, troppo crudo (aveva detto di mangiare la sua carne e di bere il suo sangue), Gesù, rivolto ai suoi, dice ai Dodici: volete andarvene anche voi? E Pietro (che era Pietro, colui che l'ha rinnegato) in quel momento dice: Ma, Signore, dove vuoi che andiamo? Solo tu hai parole di vita eterna! Noi abbiamo veduto, conosciuto, abbiamo scoperto, sperimentato che tu sei il Santo di Dio. 

Tu ci fai battere il cuore, Gesù.

Un po' l'esperienza dei due di Emmaus, dopo che erano stati a conversare con Lui sulla via. E quindi, capite, come fare a separarsi da Lui che è la Vita della nostra vita? Altro che elaborare un lutto! Altro che, nessuno s'offenda, per favore, piangere un proprio caro: qui c'è qualcuno che supera i nostri cari. Questo è la Vita della nostra vita. È la fonte che disseta ogni nostra sete, che soddisfa ogni nostra fame, che ci dà quella gioia, quella pace, quella speranza! 

È il pastore che ci guida ai pascoli. 

Ecco la Preghiera di Colletta, fratelli e sorelle, molto bella, ci dice che appunto bisogna esultare poiché nel tuo Figlio asceso al Cielo la nostra umanità, la nostra!, la "ciccia" di ognuno di noi, eh? non degli Apostoli: di tutti, di ogni tempo, anche di chi non crede! Non è questione di credere o non credere: Gesù è Salvatore di tutti, anche se non lo sanno. Forse noi dovremmo ricordarlo a tutti con la nostra vita: risorta, trasfigurata, ascesa al Cielo...

Poiché nel tuo Figlio asceso al Cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te. 

Bellissimo. Non so, quest'anno io mi porto a casa questo della Festa dell'Ascensione. Spero che voi vi portiate molto di più di queste briciole che io mi porto a casa. Però io quest'anno ho messo a fuoco questa cosa: che quando Gesù è asceso al Cielo, è asceso al Cielo col suo corpo glorioso, con le sue Sante Piaghe (Le aveva!) 

Però Lui è tornato al Padre con un corpo simile al nostro... come il nostro! 

Ma poiché noi viviamo in Lui, la nostra umanità, in un certo senso, è già redenta, è già ascesa al Cielo, è già trasfigurata, è già presso il Padre! Comprendiamo questa roba, fratelli e sorelle? Se la comprendiamo, iniziamo a piangere di gioia. E capite che questa vita terrena, con le quattro cose che viviamo, che sono quisquilie, è già lì, in Cielo, è già redenta!

Altrimenti che ci serve credere, fratelli e sorelle? 

Non mi fate ripetere sempre e solita tiritera: andiamo a fare altro, stiamo sereni. Dio non ci manda all'Inferno, se non veniamo a Messa! Però, se veniamo a Messa, cogliamo la profondità di quello che celebriamo, non viviamo l'eucarestia da bambini, da neonati:

Siamo adulti nella Fede, Santo Cielo!

E quindi oggi ci viene detto questa roba sconvolgente, che è una bomba. E se noi amiamo Gesù, crediamo in Lui, seguiamo Lui, sempre più parti di noi (mi viene da dire), frammenti del nostro corpo ascendono al Cielo, finché noi saremo completamente Lui, anche se viviamo questa vita nella carne. 

Noi siamo già in Cielo con Lui.

Perché non dimentichiamolo quello che ha detto Gesù nel Vangelo di Giovanni: oltre che il Padre vi ama, il Padre attira a sé ogni creatura. E capite che se Gesù è la Vita della nostra vita, come facciamo a vivere questa vita sulla Terra senza di Lui? Certo c'è lo Spirito Santo, probabilmente (prego) domenica prossima capiremo altre cose; ma intanto oggi siamo alla domenica dell'Ascensione e stiamo buoni qui, non ci proiettiamo più avanti.
A me piace pensare che una parte di noi è già lì con Lui. E quindi si tratta di far dialogare la parte che è qui sulla Terra con la parte che è già in Cielo con Lui. E questo, l'accenno soltanto e chiudo, ci fa capire anche un pochino quale rapporto dobbiamo avere con i nostri cari defunti. Loro sono di là, è vero, ma siccome ci siamo amati, loro che sono di là hanno portato una parte di noi già lì. E noi che siamo di qua abbiamo custodito una parte di loro dentro di noi. Questo vale con Gesù, che è il Figlio per eccellenza, il nostro fratello maggiore, e lo stesso vale per ciascuno di noi. E questa si chiama, fratelli e sorelle, Comunione dei Santi, che dovrebbe darci tanta, ma tanta, ma tanta consolazione.

Contatti

Via Ada Negri, 2
27100 - Pavia
Tel. +39 0382 26002
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..it

Seguici

Orari

SS. Messe feriali: 8.15; 18.30
SS. Messe festive: 11.30; 18.30
Confessioni: tutti i giorni (tranne il venerdì pomeriggio) dalle 8.45 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00