Vangelo e Omelia Domenica di Pentecoste

19 Maggio 2024

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Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,26-27; 16,12-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».


Ogni anno che passa viviamo sempre più intensamente i diversi Tempi Liturgici che la Chiesa ci propone nel ciclo dell'Anno Liturgico. E in particolar modo i Tempi Forti di Quaresima e di Pasqua dove al centro, dopo quaranta giorni di Quaresima, c'è il Santissimo Triduo Pasquale e da lì poi si apre questo Tempo stupendo di Pasqua che dura cinquanta giorni e oggi, solennità di Pentecoste, c'è il compimento del Mistero Pasquale. E a me piace pensare, rileggendo con voi la Prima Lettura dagli Atti degli Apostoli, che noi siamo lì oggi: siamo idealmente in quella sala al piano superiore con i Dodici e Maria Santissima. E noi, in un certo senso, siamo qui riuniti in preghiera (stiamo celebrando l'Eucaristia) e quindi, in un certo senso, se noi crediamo nel Signore Gesù e nella promessa che Lui ha fatto, anche oggi su di noi scende lo Spirito Santo; e quindi si compie quel Mistero che con amore abbiamo celebrato, che è il Santissimo Triduo di Passione, Morte e Risurrezione. E quindi per noi 

Si realizza oggi quello che si è realizzato per i Dodici... e non per Maria Santissima! 

Perché ieri sera, durante la Veglia, io ho fatto una scoperta stupenda. A conclusione della Veglia abbiamo letto un testo mariano di don Tonino Bello, dove, come sempre perdonate la mia ignoranza, ma ho preso consapevolezza di questa cosa: dice Don Tonino che Maria era nel Cenacolo con i Dodici, ma non per ricevere lo Spirito Santo. Lei era lì per pregare con loro e per loro, perché accogliessero in pienezza il dono che il suo Figlio benedetto aveva promesso. 

Perché lei non aveva, tra virgolette, bisogno? Perché l'aveva già ricevuto. 

No: ve la voglio condividere. È bellissima sta scoperta per me. Maria, il giorno dell'Annunciazione, quando l'Angelo gli è apparso, ha ricevuto lo Spirito Santo. E quello Spirito Santo è rimasto in lei. Perché l'Angelo le ha detto: "Su di te scenderà lo Spirito Santo". Ed è sceso, perché lei ha concepito il Figlio di Dio. E quindi 

Maria ha vissuto la sua vita ripiena dello Spirito Santo.

Si è lasciata guidare dallo Spirito Santo. E apparentemente, agli occhi del mondo, Maria ha vissuto una vita abbastanza insignificante, se ci pensate. Alla fine Giuseppe era lì, ma non era il padre di quel Bambino lì. E ha cresciuto questo bambino, che poi è diventato un uomo; viveva in quel villaggio sperduto come tutti gli altri: niente di così straordinario! E dopo, arrivato a un certo punto, lascia la casa e Maria ha dovuto peregrinare dietro il suo figlio fino al momento della morte in croce.
E capisco anche perché Gesù non è apparso a Maria il giorno di Pasqua.

Perché Maria nel suo cuore sapeva già che Gesù era risorto. 

Chi gliel'ha detto? Lo Spirito che abitava dentro di lei. Adesso tutto questo, sorelle [e fratelli], non è materia di fede quello che dico: sono delle semplici suggestioni, che a me hanno scaldato il cuore. 

E quindi noi siamo lì, con quei Dodici lì e con Maria, a ricevere lo Spirito Santo. 

Oggi è Pentecoste per noi. 

Ripeto, se crediamo alla promessa che Gesù ci ha fatto, come descrive bene il Vangelo di Giovanni che abbiamo ascoltato, dove Gesù promette il Paraclito, il Consolatore, lo Spirito di Verità che ci guiderà alla Verità tutta intera e ci ricorderà tutto quello che Gesù ha detto e fatto. 

È Colui che sta presso di noi e ci suggerisce. È Colui che sta presso di noi e ci ricorda la verità della nostra vita, e contro le tante menzogne che le nostre orecchie devono sentire, Lui ci ricorda la verità.

E la verità è una: che siamo figli di Dio, amati. E che su di noi, se lo permettiamo, riposa lo Spirito. 

E riposando lo Spirito Santo, come abbiamo già detto domenica scorsa, insieme allo Spirito Santo c'è il Padre e il Figlio e quindi noi diventiamo 

Dimora della Santissima Trinità.

Se questa roba qui non è stupenda, non so cosa dobbiamo fare per stupirci un po' e andare via da questo luogo saltellando. 

E qual è il segno, fratelli e sorelle, che noi abbiamo ricevuto lo Spirito Santo? 

Paolo, in questo passaggio della Lettera ai Galati, fa un elenco esaustivo.
Noi abbiamo ricevuto e camminiamo nello Spirito Santo, che è lo Spirito del Padre e del Figlio, se nella nostra vita portiamo questi frutti.

E i frutti sono questi:
Amore, Gioia, Pace, Magnanimità, Benevolenza, Bontà, Fedeltà, Mitezza, Dominio di sé. 

Contro queste cose non c'è legge. 

Chiaro, fratelli e sorelle, noi ci confrontiamo con questi frutti. Il primo io, vi dico: alzo le mani, mi arrendo, ecco, fazzoletto bianco, mi arrendo. 

Però sento che questo è vero e voglio partorire questi frutti. 

Voglio vivere così, non seguendo i frutti della carne, che non sono altro che una vita centrata su di sé, ma i frutti dello Spirito, è una vita che è orientata agli altri. E quindi questo è un punto chiaro di verifica: 

O viviamo secondo la carne o viviamo secondo lo Spirito!
O viviamo per noi stessi, o viviamo per il Signore, che è morto per noi e ci ha donato il suo Spirito.


E l'altro passaggio che voglio fare con voi (mi è venuta un'ispirazione all'inizio della Celebrazione Eucaristica, quindi ve lo condivido) è questo: che quello che Gesù ha promesso durante la sua vita, agli Apostoli in particolar modo, sintetizzati in quel lungo discorso che Gesù ha fatto nell'Ultima Cena, così come ci racconta il Vangelo di Giovanni, e che abbiamo ascoltato in queste settimane durante la Santa Messa Feriale. 

Ecco, la promessa che Gesù ha fatto si realizza pienamente!
La Pentecoste dice: quello che Gesù ha promesso e ha detto, è vero.

La Pentecoste certifica che la promessa dello Spirito del Cristo era vera. Quelle sue parole erano autentiche, perché infatti i Dodici hanno ricevuto lo Spirito Santo, e dopo che hanno ricevuto lo Spirito Santo, quei Dodici lì non erano più gli stessi: erano diventati un'altra persona! Basti leggere il libro degli Atti degli Apostoli, come la Santa Madre Chiesa ci ha fatto ascoltare durante tutto il tempo di Pasqua come Prima Lettura: abbiamo sempre ascoltato gli Atti degli Apostoli... E lì si vede la trasformazione che avviene negli Apostoli, da che erano chiusi in casa, con le porte sbarrate, a che vanno in giro liberamente, senza paura di niente e di nessuno, annunciando che quel Gesù che era stato ucciso è risorto ed è vivo, presente e operante in mezzo a loro. Questo annunciano Pietro e Giacomo nei primi capitoli degli Atti, questo annuncia Paolo nella parte seconda di Atti. 

E questo lo annunciano non solo con la parola, ma soprattutto con la loro testimonianza di vita! 

E chiudo. Noi abbiamo celebrato veramente il Triduo Pasquale, fratelli e sorelle, ed è stata una celebrazione vera, autentica, che ha cambiato la nostra vita, se oggi noi, ricevendo lo Spirito Santo, viviamo, camminiamo secondo lo Spirito e non secondo la carne (carne intesa come una vita centrata su di sé): ecco, questo è il banco di prova! Nella consapevolezza, questa è la mia povera esperienza, che di anno in anno, viviamo un crescendo. Ecco perché la Santa Madre Chiesa tutti gli anni ci fa celebrare lo stesso Mistero. E quindi non deve venire mai il pensiero di dire: "Uff... L'ho già sentito questo Vangelo, è sempre quello". No, è sempre nuovo, fratelli e sorelle, se noi camminiamo in novità di vita, se noi ci lasciamo trasformare da quella Parola che ascoltiamo e se noi diciamo no al nostro io e sì al nostro Dio: ma quel Dio che ci ha rivelato Gesù Cristo e non quel Dio frutto delle nostre fantasie.

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