Sul Corpo

fr. Enrico

Non temiamo di affermare che il corpo sia un grande sconosciuto. Anche se in questi ultimi decenni ci si vanta di averlo riscoperto, e di conoscere tutti gli strumenti per valorizzarlo, esaltarlo, allenarlo… curarlo in vista di un benessere sempre maggiore, vediamo invece gente continuamente stressata e provata, alla ricerca di occasioni di evasione per ritrovare il riposo fisico e spirituale desiderato e sperato. Siamo ossessionati dalla forma fisica per apparire desiderabili, o quanto meno accettabili, agli occhi degli altri, e a questo scopo ci sottoponiamo a diete severe e ad attività sportive sempre più impegnative per avere il fisico perfetto, secondo i canoni estetici propinatici da qualcuno. Oppure, viceversa, ci trascuriamo fino a mettere in pericolo la nostra salute. Si tratta comunque di rapporti poco equilibrati col nostro corpo e con noi stessi.
Abbiamo anche una paura matta di invecchiare, e così si cerca ogni via per apparire più giovani attraverso il modo di vestire, di parlare, di presentarsi, di apparire…
In tutto ciò l'inganno di fondo dipende dal fatto che crediamo solo di “avere un corpo” da portare con noi come un pesante fardello, invece siamo chiamati a sentirlo e prenderne coscienza perché in verità “noi siamo il nostro corpo”. Ci serve un’educazione, possibile ad ogni età della vita, ad ascoltare le nostre percezioni, a prendere contatto con il nostro corpo, a distinguere le varie parti che lo compongono, a valorizzare ciascuna di esse e farle dialogare tra loro, insomma: esercitiamoci a sentirci vivi.
Vivere il corpo come positivo e parte integrante di noi, specie se non siamo stati educati a questo, e liberarsi delle false idee su di esso, è possibile quando crediamo che proprio il nostro Salvatore, il Signore Gesù, ha assunto un corpo uguale al nostro. Egli non ha ricusato di farsi uomo, ma con gioia ed esultanza ha detto sì alla proposta del Padre di prendere forma umana. È come se Gesù ci avesse detto: “Uomo sei tanto bello e fatto così bene che mi faccio proprio come te”. È consolante pensare che il Figlio di Dio si è fatto nostro fratello per essere a noi solidale in tutto, fuorché nel peccato. Ascoltiamo e meditiamo quanto ci dice l’autore della Lettera agli Ebrei (10,5):

Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:
Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.

Un corpo bello, come quello di ogni uomo, col quale potersi relazionare a noi e mostrarci il Padre, e che Gesù ha reso santo.
Inoltre il Cristo ha patito per noi e per la nostra salvezza, e come pegno ultimo ci ha lasciato il suo Corpo come dono. Nella notte in cui veniva tradito da uno dei suoi discepoli, l’evangelista Luca (22,19) ci ricorda che:

prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me”.

Accogliamo questo corpo donato per noi e viviamo secondo la logica del dono che ci ha fatto, e continua a farci, il Figlio di Dio.


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