Il Coraggio dell'Umiltà

di fra Pasquale

Alcune parole danno fastidio perfino a pronunciarle. "L'umiltà" secondo il dizionario della lingua italiana è "la Virtù morale che richiama l'uomo al riconoscimento dei propri limiti". Basterebbe questa definizione, dove si scrive del riconoscimento dei propri "Iimiti", per farci pensare di aver ragione e volgere l'attenzione su altre realtà più importanti: noi ci sentiamo creati per l'infinito, per l'eternità non amiamo sentir parlare di "limiti". Non dobbiamo aver fretta, non possiamo in pochi secondi archiviare una delle virtù cristiane più importanti, non fosse altro per il rispetto alla culla da cui tutti proveniamo. Riconoscere i propri limiti è il principio fondamentale per aprirsi al "Tu", sia questo come Dio o come Uomo.


L'umiltà diviene pertanto una dote necessaria e irrinunciabile perché il rapporto tra uomo e uomo ci faccia comprendere che nessuno può vivere in se stesso ma che abbiamo bisogno dell'altro. Siamo tutti figli, vuol dire che qualcuno ci ha generati, tutti abbiamo succhiato latte per poter sopravvivere, nessuno di noi sapeva leggere e scrivere fino a quando qualcuno non ci ha insegnato queste fondamentali discipline. Dimentichiamo regolarmente quanto appena scritto sopra, perfino dietro il giornale che sto leggendo altri vi hanno posto mano per produrlo. Siamo una grande famiglia nella quale ciascuno svolge un compito, potrebbe l'umile di cuore fare del male ad essa?


Gesù dice: "Beati i poveri di spirito", è davvero così sciocco tutto questo? E' davvero solo utopia? Il farneticare di un povero carpentiere ucciso dai suoi nemici ed abbandonato dai suoi amici? L'umile è colui che morendo a se stesso e al proprio egoismo fa la meravigliosa esperienza dell'irruzione dell'altro nella propria esistenza; è colui che non si pone al di sopra dell'altro, ma come ha detto Gesù, lo accoglie ritenendolo un altro "se stesso" - (da Luca 10, 25-37) - è tutto questo debolezza o coraggio?


Un giorno lo dissi ad una "vecchierella" rinchiusa in un ospizio - aveva partorito otto figli tutti sposati con prole - "quale è nonnina il coraggio dell'umiltà ?" Non mi conosceva molto bene, ci eravamo visti sì e no tre o quattro volte, ma sapete che cosa mi rispose? "Essere la prima a dire ti voglio bene".

E questa continuiamo a chiamarla debolezza.

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