Eppure, la vita è bella

Eppure, la vita è bella.

"Devi sapere, figliolo, che ogni mattina, mentre leggo il giornale, non so trattenere il pianto. Sono infatti sconvolto dall'egoismo dell'uomo, anche da quello che ogni giorno rinasce sempre nuovo in me. Mi chiedo come sia possibile tanta cattiveria; vedi..." - e mi mostra un quotidiano che attesta - "In Italia crescita anagrafica zero - 'siamo un popolo di vecchi, e dove non ci sono bambini non c'è vita, non c'è desiderio di rinnovamento, e quei pochi che nascono hanno per amici dei computer e non dei loro simili. Nella Bibbia non c'è lamento più grande di quello di non poter udire la voce dei bimbi nelle piazze a causa di guerre e stragi; l'italiano oggi, con la sua cultura e il suo progresso, sta distruggendo se stesso come mai prima d'ora." E ancora, mostrandomi il giornale, mi indica la catastrofe della Somalia, le insanabili inimicizie della terra al di là del mare Adriatico e della terra dove visse il Figlio dell'Uomo. Nord contro Sud, una ridda di voci e di contraddizioni, tanta ingiustizia, paura e angoscia per il domani. "Questo mio pianto è desiderio di riscatto, di condivisione con ogni uomo; è preghiera incessante al Dio della pace e della misericordia; è bisogno primordiale di perdono e riconciliazione di me con me stesso, con Cristo e con l'umanità." Ho sempre voluto bene al monaco, ma da oggi gliene vorrò ancora di più perché ho visto la sua umanità e la sua debolezza. Ora ancor più nella sua umiliazione ammiro la sua voglia di vivere e di morire per il bene dell'intera comunità mondiale.

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