Ho sentito raccontare un giorno, tanti anni fa, da un vecchio questa leggenda. 'Gli uccelli un tempo non avevano a disposizione tutto il cielo per poter volare; purtroppo, una rete quasi impercettibile li costringeva a stare molto più in basso. Tutto questo dispiaceva agli uccelli, perfino le galline che, dopo tutto, non volano e fanno molta fatica a fare piccoli balzi soffrivano nel vedere le aquile, gli aironi e tutti i loro fratelli uccelli in quelle condizioni. Tutti desideravano cambiare la loro situazione; non era possibile vivere in quelle condizioni. Il cielo, dall'altra parte, era lì, ma nessun uccello osava avvicinarsi più di tanto; quella rete metteva una grande paura, e il solo sfiorarla procurava la morte. Passavano gli anni e apparentemente nulla cambiava. Gli uccelli dovevano stare solo molto attenti a non urtare la rete, e quando ciò avveniva, la morte repentina faceva un'altra vittima. Dunque, apparentemente nulla cambiava, ma nel cuore degli uccelli aumentava di anno in anno il desiderio e la coscienza di fare un giorno il grande balzo e di andare dall'altra parte del cielo. Finché un giorno, quando il tempo fu "maturo", un uccello incurante per la propria vita e desiderando ardentemente di offrirla per il bene di tutti gli altri, dopo aver fatto tre cerchi nel cielo, prese coraggio e al grido: 'Libertà e vita per i miei fratelli uccelli!' si scagliò contro la rete. Ci fu un gran rumore, bagliori e fiamme poi, dopo che il fumo si disperse, dall'altra parte della rete un uccello volava e urlava con tutta la forza: 'Venite, venite, è bello volare ed essere liberi qui'. Fu così che tutti presero coraggio e anch'essi si scagliarono insieme contro la rete oramai forata dal loro intrepido fratello e raggiunsero la libertà di poter volare nell'altra metà del cielo. Da quel giorno tutti gli uccelli furono felici e poterono volare liberi.
