Esercizi di postura (spirituale)

Durante la seconda settimana di agosto, si sono svolti presso il Centro “La vite e i tralci”, luogo accogliente sui colli piacentini, gli esercizi spirituali francescani predicati da Fra Enrico. Venendo da esperienze ignaziane, avevo immaginato che l'indicazione “francescani” comportasse qualche differenza. Però il disorientamento no, quello non lo avevo previsto. Abituato com'ero ad una successione di meditazioni ordinate secondo itinerari autoevidenti, la scelta di affidarsi alla liturgia del giorno – tra l'altro propria delle varie memorie e feste dei grandi santi che si sono concentrati in quella settimana – mi ha lasciato senza chiari punti di riferimento. Ma non vorrei dilungarmi su questo.

Per raccontare cos'abbiano significato per me questi esercizi spirituali, partirei da una espressione usata da Fra Enrico a commento di 2Cor 9, 6-10: l’agire secondo carità non può essere frutto di scrupoli o sensi di colpa, ma deve venire da un “atteggiamento di fondo”. Presa fuori contesto, tale constatazione potrebbe apparire tanto persuasiva quanto opprimente. Nonostante il buonsenso che la rende assolutamente condivisibile, essa graverebbe su qualsiasi fedele che, magari già alle prese con scrupoli e sensi di colpa, dovrebbe anche fare i conti con un cuore poco libero. Oltretutto, di per sé, non gli fornirebbe alcun strumento utile per intervenire. 

Invece è stata pronunciata all’interno degli esercizi, il che cambia parecchio. Se infatti la questione è questo “atteggiamento di fondo”, mi sembra che siano proprio gli esercizi spirituali a fornirmi gli strumenti per assumerlo. Attraverso le ore trascorse in silenziosa meditazione, la contemplazione del creato, i ritmi distesi e l'ora serale di Adorazione, questi esercizi mi hanno permesso di focalizzare nuovamente l'Amore fedele di Dio nella storia (a riprova del fatto che le preghiere non servono a Dio, ma a me). In tal senso, il contributo francescano, tutto volto alla lode, al ringraziamento e all'accoglienza dalla realtà – anche nei suoi risvolti più scomodi – è stato quanto mai prezioso perché mi ha aiutato a desiderare una vita rinnovata nello Spirito, a coltivare la gratitudine e a non prendere troppo sul serio tutto quello che passa sotto la lente d'ingrandimento delle mie fatiche.

Nell'esprimere la mia gratitudine per i giorni trascorsi in preghiera, un grazie particolare va a Fra Enrico, per tutto il lavoro di preparazione ed introduzione alle meditazioni e ai momenti di preghiera, e a Anna Maria Bucciotti che ci ha accolti nel Centro. 

Agostino Sacchi

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