Erano 4 anni che stavo aspettando. Quando nel 2019 hanno annunciato che la successiva Giornata Mondiale della Gioventù sarebbe stata a Lisbona io ho subito deciso che ci sarei andata, ma la lunga attesa non mi ha comunque preparato a sufficienza a questa intensa settimana.
Sono partita senza conoscere quasi nessuno, qualche faccia e un paio di nomi, ma si sa: non c’è niente di meglio di 30 ore di pullman, notti in palestre con docce che non vanno e gare di orienteering per trovare cibo per conoscere meglio i compagni di viaggio. Partiti come volti fra i tanti, tornati come amici profondi con cui si ha condiviso tanto.
Come Diocesi di Pavia alloggiavamo in palestre a Torres Vedras, una cittadina a un’oretta di strada da Lisbona insieme ad altre Diocesi provenienti da varie regioni d’Italia.
La mattina erano previste catechesi tenute da diversi vescovi e condivisioni a gruppetti che ci hanno permesso di riflettere anche su tematiche attuali quali l’ecologia integrale e l’amicizia sociale. Poi la messa quasi tutti i giorni, non me lo sarei aspettata ma è stata essenziale per me: un momento quotidiano in cui affidare al Signore tutti i doni, tutte le preghiere e le domande che durante il giorno rischiavano di essere soffocate dal turbinio di emozioni, informazioni, “chiasso allegro”, fretta, ...
Per i momenti clou, (accoglienza del Papa, via Crucis e Veglia) eravamo a Lisbona e là i numeri cambiavano.
“La prossima volta che ci sentiremo soli nella fede ripenseremo a queste immagini”. Così riflettevamo davanti all’incomprensibile vista di un milione e mezzo di giovani cristiani provenienti da tutto il mondo riuniti ad accogliere il Papa. Un milione e mezzo di persone, ben più di tutti gli abitanti di Milano, accampati in un grande parco vicino alla spiaggia, una scena impressionante. Bandiere di ogni nazione, lingue diverse e diverse canzoni ma uno stesso Dio e un solo desiderio: camminare verso di Lui.
Ripensandoci posso dire che questo è stato un viaggio di incontri. Incontri con i miei compagni di viaggio, ben presto amici, con cui ho condiviso ben più che un pullman e una palestra. Incontri con giovani da tutto il mondo, alcuni più personali con scambi di racconti e piccoli segni, altri più casuali comunicando con sorrisi e battiti di mani. Incontro col Papa, coi suoi messaggi che nella loro semplicità arrivano dritti alle fondamenta. Ma soprattutto incontro con Signore, la cui presenza era evidente in tutti gli sguardi allegri, nei sorrisi stanchi dei volontari, nei momenti di riflessione e di preghiera come in quelli più confusionari di gente in cammino cantando.
Adesso dopo tutti questi bellissimi incontri la vera sfida sarà mantenere queste relazioni quotidianamente.
Chiara R.
