Vigilia di Natale in famiglia

Mi è sorto il desiderio di condividere una mia esperienza familiare vissuta la sera della vigilia. Per permetterci di incontrarci e scambiarci gli auguri di Natale (essendo in tanti) la Casa del Giovane di Pavia, ci mette a disposizione ogni anno degli spazi grandi con la cucina e anche quest'anno ne abbiamo usufruito, eravamo in 34, mancava solo la nipote più grande che era via con il suo compagno.

Il momento, secondo me, più importante della serata, è stato il primo: disposti in cerchio, con me e mio marito Francesco in mezzo (già vederli tutti seduti attorno a noi in silenzio mi ha emozionato), ho invitato ad esprimere liberamente e ad alta voce un pensiero, una preghiera, una intenzione, una emozione.

Per rompere il ghiaccio ho cominciato io con queste parole:

«Ciao a tutti, colgo ogni anno volentieri quest’occasione per esprimere l’emozione e la gioia di vedervi tutti qui riuniti. Ogni volta in me aumenta la meraviglia, lo stupore, nel constatare tutto quello che è avvenuto nella mia vita da quel “si” pronunciato ben 52 anni fa e di questo non finirò mai di ringraziare il Signore.

Quest'anno ricorre il centenario del presepe di Greccio, per questa occasione, ho partecipato a diversi incontri e ho ascoltato persone illuminate che mi hanno fatto capire l'importanza e la bellezza di questo momento così magico, ma nello stesso tempo impegnativo.

San Francesco a un suo fedele amico si è rivolto con queste parole: “Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”; il tutto è stato prontamente messo in atto.

Da allora ogni anno nelle nostre case si fa il presepe, ma è bello poterlo ammirare con gli stessi sentimenti che ha provato San Francesco, renderci conto del grande regalo che Dio ci ha fatto donandoci suo Figlio, fatto uomo come noi, il quale ci ha promesso la sua presenza fino alla fine dei tempi.

Sapete tutti quanto sia affascinata dalla spiritualità francescana.

Qualche giorno fa fra Enrico mi ha invitata a parlare a un gruppo di giovani della GiFra, della mia esperienza di vita, del mio quotidiano, del mio stile di vita e nel prepararlo mi sono accorta di aver fatto delle scelte coraggiose, anche complicate, ma che comunque mi hanno arricchito molto. Mi hanno chiesto anche come vivo le relazioni e mi rendo sempre più conto che non siamo proprietari di nessuna cosa e nemmeno delle persone che amiamo più vicine a noi: questo mi ha sempre alleggerito il cuore. Mi rendo conto che sono tante le cose che non vanno, mi fanno male, mi feriscono profondamente, ma poi mi rassereno, affido tutti a Dio e gli dico: “Pensaci tu” e devo dire che succede: il fatto di vedervi tutti qua riuniti è la dimostrazione evidente.

Io penso che il regalo più grande che possiamo farci vicendevolmente è quello di continuare a volerci bene, di sentire sempre il desiderio di incontrarci, di ascoltarci e di avere cura gli uni degli altri.

L'augurio che faccio a tutti voi è quello che riusciate a restituire al mondo tutti i vostri carismi e avere una attenzione particolare per tutte le persone meno fortunate di voi, che purtroppo sono sempre tante.  Non mi resta che racchiudervi in un grande abbraccio insieme a Gesù Bambino. BUON NATALE».

È intervenuto anche Francesco che ha sottolineano il significato del Natale che deve e vuole portare luce nei nostri cuori e ci ha invitato a non lasciarci distrarre dalle decorazioni luminose che in questi giorni riempiono le città.

Poi è stata la volta di Federico, fratello di Martina che non era presente, ma che ha avuto il compito di leggere in questa occasione un suo messaggio:

«Anche se lontana, mai come quest’anno, volevo esternare la mia gratitudine con tutti voi che siete la mia famiglia. Questo è stato un anno pieno di grandi emozioni per me: la realizzazione lavorativa, l’inizio della mia convivenza, fino a concludersi con questo donò meraviglioso che è l’arrivo di mio figlio. Non ho paura di questo passo perché so che avrò sostegno, in primis, da parte dei miei genitori e di mio fratello e poi di tutti voi. Sono una persona fortunata. Anche se in questo momento sono in aereo vi sto abbracciando e pensando tanto. Martina».

Nicola mio figlio più grande, poi, ha manifestato anche lui, la gioia di vedere la nostra famiglia aumentare (tra di noi c’erano anche le ragazze di alcuni nipoti e una amica coetanea che ha appena perso il padre con cui era molto legata e, invitandola, le abbiamo permesso di vivere dei momenti di gioia familiare); inoltre ha rinnovato ancora una volta la certezza di esserci nei momenti belli della vita come anche in quelli meno belli, che l’aiuto reciproco deve essere assicurato per tutti.

Poi c'è stato un momento di silenzio, si vedeva chiaramente che qualcuno avrebbe voluto parlare, semplicemente per dire un “grazie” (questo l’ho saputo dopo), ma non c’è l’hanno fatta, ma non importa, sono bastati questi pochi interventi per far commuovere tutti.

Poi ci siamo dati la mano, formando un grande cerchio e abbiamo recitato un “Padre Nostro”, il più piccolo tra noi ha preso Gesù Bambino e lo ha fatto baciare a tutti i presenti.

Per me questi sono stati momenti magici, l’apertura dei regali, la cena, lo stare insieme a chiacchierare ha coronato il tutto in maniera perfetta.

Per dimostrare quanto io e mio marito ci teniamo perché si trovino tra di loro ai più grandi dei nipoti (dai 18 anni in su, comprese le loro ragazze) abbiamo regalato un pranzo o cena in un ristorante: si dovranno organizzare per scegliere il giorno che va bene per tutti. La stessa cosa abbiamo fatto per i nostri figli con i rispettivi mariti e moglie. Devo dire che tutti hanno gradito molto queste nostre idee di regalo natalizio.

Maria Dagnino

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