La gioia del triduo a Canepanova

Tutto è cominciato quando fra Enrico ha pronunciato la fatidica frase: “Quest’anno celebreremo la Veglia di Pasqua qui a Canepanova!”

E tanta è stata la voglia di vivere il triduo insieme, che abbiamo preso alla lettera anche l’invito del nostro Padre Guardiano a gustare la Quaresima con gioia. 

È stata davvero una vera gioia meditare ogni giorno di Quaresima le letture che la liturgia proponeva, una più bella dell’altra, per poi immergerci nella Settimana Santa con il cuore festante nonostante le fatiche e i dolori che ognuno di noi si portava dietro.

Abbiamo capito che c’era qualcosa di davvero speciale nell’aria quando la sera del Lunedì Santo fra Enrico e Davide ci hanno illustrato i vari momenti del Triduo: lì si è disvelato uno degli ingredienti più preziosi e santi di questi giorni, vale a dire la presenza del coro.

Perché a Canepanova non abbiamo avuto un semplice coro che ha preparato quattro canti per Pasqua, ma abbiamo goduto di un gruppo di donne e di uomini che hanno cominciato a meditare e pregare mesi fa per essere pronti ad animare con vero amore i momenti del Santo Triduo per la loro comunità. Questa è stata una Grazia nella grande Grazia di aver potuto vivere questi santi giorni tutti insieme a Canepanova.

Così quando nella messa in Coena Domini il buon Tommaso ha cantato il salmo, ho cominciato a commuovermi dal profondo, e quando mi sono seduta perché fra Enrico lavasse proprio i miei piedi, non riuscivo più a trattenere le lacrime. Il giorno dopo sulle prime pagine dei giornali c’era la foto delle detenute di Rebibbia che piangevano perché Papa Francesco aveva lavato loro i piedi e io mi sono sentita molto vicina a loro, la Maria Luisa in lacrime a Pavia, che si è pure alzata con il piede profumato di nardo. Proprio di nardo, il profumo di Cristo!

Sono state giornate di preghiera profonda, una preghiera che iniziava con l’Ufficio delle Letture e le Lodi, per poi dispiegarsi fino alla sera con la messa del Giovedì Santo, la via Crucis, la Passione di nostro Signore Gesù Cristo, ancora una volta crocifisso, le sue mani di Dio, che avevano appena finito di lavare i piedi agli apostoli, anche i piedi di Giuda il traditore, inchiodate sulla croce. 

Dio mio, Dio mio, perché tanto dolore? Come hai fatto a caricarti di tutto il nostro male e portarlo lassù, sulla croce? 

Il silenzio era l’unica risposta, che abbiamo vissuto con emozione e fede viva.

Quale vera gioia nella notte della luce, con fra Roberto che cantava il preconio issato sul pulpito in una chiesa che pareva il giardino dell’Eden, fra Enrico col sorriso stampato sul viso e gli occhi luccicanti, l’ascolto sereno delle sette letture con i sette salmi cantati dai nostri cari ragazzi – io mi immagino quanto li abbiano studiati e cantati ciascuno a casa sua e poi insieme alle prove del coro, quale emozione abbiano provato, come abbiano affidato il loro cuore e la loro voce al Signore – il Gloria cantato con il cuore in festa e le luci sfavillanti, l’Epistola e infine il Vangelo. Eravamo tutti ormai in cammino verso il sepolcro con Maria Maddalena, Maria di Giacomo e Salome, abbiamo visto con stupore la pietra rotolata via, abbiamo ascoltato il giovinetto che ha consolato pure noi: Gesù, il crocefisso, è risorto! Ma davvero è risorto, dici davvero? Maria di Magdala ci ha confermato che sì, Gesù è risorto, lei lo ha visto, le è passata la tristezza e pure il timore, perché ormai il suo Signore non l’avrebbe mai più lasciata sola.

Un’altra celebrazione eucaristica in quella santa notte, vedere sull’altare il pane e il vino e credere, credere che è il nostro Gesù donato per noi.

Quanto amore, Gesù, quanta grazia abbiamo ricevuto anche come comunità, perché si è creata una speciale rete di affetto e complicità tra le persone che, preghiera dopo preghiera, hanno partecipato al Triduo e, in generale, a tutte le celebrazioni della settimana santa. 

Grazie, Signore, ancora una volta grazie per il dono del tuo amore, per il dono dei fratelli e delle sorelle nel tuo santo nome, per l’amicizia a Canepanova, per i nostri cari frati, perché Tu ci sei!

Maria Luisa

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