Un desiderio di Cielo

Carissimi, il pellegrinaggio sulle orme dei santi stigmatizzati, che hanno vissuto alla sequela di Nostro Signore Gesù Cristo, ha aperto uno spiraglio di luce nel mio povero cuore indurito e sento il bisogno di dirlo. Penso siano state le stigmate invisibili che mi hanno colpito di più, sì certo sono una testimonianza anche quelle visibili, che i santi volevano nascondere per umiltà, ma le stigmate invisibili, cioè le ferite di amore segnate sui loro cuori innamorati di Dio, sono ancora più misteriose e incomprensibili per me. Perché? Perché amano così tanto Dio? Ho pensato che è perché lo hanno conosciuto e incontrato e credendo hanno capito la meta alla quale orientarsi e a cui siamo tutti chiamati. Qual è la loro meta? La loro meta è stata il Cielo, il Regno dei cieli. E qual è la mia meta? Dove è il mio cuore? A chi è rivolto lo sguardo? L'abbiamo sentito più volte, quando si parte per un pellegrinaggio, si torna cambiati, almeno un po', questo però succede, se lasciamo sciogliere i nodi delle nostre sicurezze e il nostro voler partecipare da protagonisti ad ogni costo secondo il mondo e non secondo il Regno di Dio. Così ho stimato il loro affidarsi a Dio completamente, ho stimato la costante perseveranza a desiderare di vivere la volontà di Dio più che di vivere la propria. Mi è sembrato di capire che loro vedessero la bontà di Dio comunque, anzi dico, che hanno visto Dio comunque, soprattutto nel portare la croce. Mi ha colpito, che in modo concreto, hanno fatto scelte guidate dal timore di Dio e hanno servito gli altri per conto del Signore, nel Signore e con il Signore. Mi hanno commosso le umiliazioni che ciascuno di loro ha accolto, sì, perché se hanno accolto la Grazia, hanno anche accolto il patire del Signore, senza riserve e con la gioia. E mi sono resa conto che se tutto questo mi sembra impossibile, non da realizzare, perché il realizzarlo spetta a Dio, ma peggio, mi sembra impossibile da desiderare, anzi dico, vergognandomi un poco, che il desiderio del mondo è sempre in me molto vivo, ma, quando ritorno col pensiero ai santi incontrati, mi pare di sentire che l'invidia per la pace di un amore assoluto, sembra cacciar via il desiderio di preferire il mondo e sembra far breccia nel cuore indurito aprendo uno spiraglio di luce che desidera di vivere quella santità, che sappiamo desiderata ancor prima da Dio, per noi tutti. E il credere che è per tutti, mi riempie di un'immensa speranza e carità. Il Signore ci benedica.
Elena

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