Un frutto tardivo...

Alcuni mesi mi separano ormai da quell’esperienza… nel frattempo è trascorso sia il periodo natalizio che quello pasquale, e tutto questo tempo è stato proficuo per fare memoria della bellissima esperienza di ritiro ad Albareto, al Centro “La vite e i tralci”, guidato da Fra Enrico Russotto tra il 24 e il 26 novembre 2023.

Raccolgo questa memoria come un frutto tardivo di quell’incontro e, si sa, i frutti tardivi solitamente sono quelli più dolci, perché hanno avuto un lungo processo di maturazione, ma soprattutto sono sopravvissuti alla stagione, nonostante le intemperie o l’estrema calura. Sì, perché questo succede, una volta finita l’esperienza del ritiro si deve tornare alla vita reale, con tutto quello che comporta e tutti sappiamo come è difficile conciliare vita spirituale e vita concreta, e forse l’errore sta proprio lì, nel vederle separate.

I giorni del ritiro hanno rappresentato per me un punto di incontro con la Parola difficilmente raggiunto prima di allora nella mia vita. Non avevo mai fatto un’esperienza simile.

Abbiamo meditato su alcuni passi del Vangelo, sui Salmi, sulla Lettera ai Corinzi e su tanti altri frammenti della Parola, che, grazie alla guida sapiente ed esperta di Fra Enrico, mi è entrata nel profondo, interrogando la mia anima sulla vastità dell’Altissimo che in quei giorni, complice il silenzio, ho sentito costantemente presente. Roccia sicura, rifugio, fortezza.

Il silenzio - da osservare per tutto il tempo, tranne che nei momenti di meditazione - è senz’altro la chiave che mi ha aiutato in questa “immersione” nella Parola, ha aiutato l’ascolto e la fioritura di ciò che la Scrittura proponeva. Il primo frutto è certamente l’emersione della stessa Parola dal proprio pensiero cosciente e incosciente. Finalmente la Parola trova spazio non solo per quell’ora dedicata alla messa, ma per tre giorni consecutivi e riesce dunque a radicare, esattamente come un seme o una talea.

Tra le cose che mi porto in cuore di quell’esperienza è la “scoperta” che il Padre vede noi e le nostre opere quando agiamo in Cristo. Quanto più ci sforziamo di imitarLo, tanto più siamo visti dal Padre. In Cristo, il nostro essere, è già nel Seno del Padre. Il vero incontro con il Regno dei Cieli passa prima dalla nostra conversione quotidiana, che è sempre in divenire, non potrà mai essere un’esperienza finita.

Affinché la mia vita sia redenta, devo io per primo assumerla in tutti i suoi aspetti, anche quelli in ombra, che talvolta vorrei non guardare. Cristo ha assunto in pieno la sua vita umana, e proprio per questo sono aiutato a guardare quei lati bui, accompagnato dalla Sua presenza. Sono da Lui tenuto per mano.

Il proposito quindi è esattamente questo. Vedere la vita spirituale in continuità con la concretezza del presente e del reale. Vivere tutto per Lui, in Lui e in funzione di Lui. Con Lui dentro di me, con cui condividere ogni passo.

Vorrei a distanza di mesi ringraziare Fra Enrico e la sua fraternità per queste semplici e preziose occasioni di ritiro cui tutti possiamo attingere.

Manuele

 

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