Eucarestia, cuore infiammato d'amore

Soltanto durante la celebrazione eucaristica di domenica 2 giugno, ho appreso che quel giorno, la madre Chiesa, festeggiava la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Come tante altre festività passate, ero pronto ad approcciarmi anche a tale ricorrenza in modo approssimativo e superficiale. Questo finché il Sacerdote, che in quel momento presiedeva la messa in Santa Maria del Carmine, non ha narrato brevemente dell’evento straordinario che avvenne a Lanciano tra il 730 ed il 750, dove un monaco, scettico sulla reale presenza di Gesù nell’Eucarestia, assistette alla trasformazione di un’ostia in un pezzo di carne e di un calice di vino in grumi di sangue. Recentemente, i fatti di Lanciano, su richiesta del locale Arcivescovo, sono stati accuratamente studiati dal Dott. Ruggerio Bertello, primario di anatomia patologica dell’Ospedale di Arezzo e Ordinario di Anatomia dell’Università di Siena, mediante l’analisi di una parte della reliquia ancora correttamente conservata. Esaminata, lo studioso stabilì che la carne risultava appartenente al miocardio, il sangue era realmente tale ed il relativo gruppo sanguigno AB positivo (tale e quale a quello trovato nella Sindone).

Udita la storia del miracolo di Lanciano, appassionato quale sono in materia, durante la messa mi sono ripromesso di approfondire la vicenda in quel momento superficialmente appresa. Eseguendo pertanto una ricerca più approfondita, ho scoperto un fatto forse ancora più sconvolgente - poiché avvenuto nel 1996 e non nel 730 -, di cui si sa veramente poco. Infatti, nel 1996, presso una chiesa cattolica di Buenos Aires, tale padre Alejandro Perez, aprendo il tabernacolo, trovò l’Eucarestia trasformata in una sostanza sanguinolenta. Per tale ragione, informò l’allora vescovo locale Jorge Bergoglio (sì, proprio Papa Francesco), il quale invitò il sacerdote a fotografare per bene la reliquia, e monitorare la situazione. Ebbene, la sostanza sanguinolenta, invece che rinsecchirsi e sgretolarsi, si trasformò in un frammento di carne, crescendo in modo significativo. Trascorso del tempo, tale frammento non si decompose, non subendo altresì alcuna modificazione organica. Preso atto della miracolosità dell’evento, del clamore che avrebbe potuto suscitare a livello popolare e mediatico, ovvero della pericolosità di esporre al pubblico un avvenimento del genere senza alcuna documentazione scientifica che ne supportasse l’inspiegabilità, il futuro papa decise di inviare un frammento di reliquia a due diversi laboratori - uno a Sidney e l’altro a New York - affinché il caso venisse studiato. Tra gli studiosi incaricati del caso, vi era anche il noto Professor Frederick Zugibe, primario di medicina legale e cardiologo della Columbia University.

Analizzato il campione, il referto del Dott. Zugibe (unanime anche per gli altri studiosi) stabilì che: “il materiale analizzato è un frammento di muscolo cardiaco della parete del ventricolo sinistro in prossimità delle valvole. Questo muscolo è responsabile della contrazione del cuore. Si tenga presente che il ventricolo cardiaco sinistro pompa sangue a tutte le parti del corpo. Il muscolo cardiaco è infiammato e contiene un gran numero di globuli bianchi. Questo indica che il cuore era vivente al momento del prelievo del campione. La mia tesi è che il cuore era vivo, visto che i globuli bianchi muoiono al di fuori di un organismo vivente. Hanno bisogno di un organismo vivente, per sostenersi. Così, la loro presenza indica che il cuore era vivo quando è stato prelevato il campione. Per di più, questi globuli bianchi avevano penetrato il tessuto, il che indica inoltre che il cuore era stato sottoposto ad un forte stress, come se il suo possessore fosse stato picchiato duramente sul petto.”. Esprimendosi poi personalmente sulla vicenda: “Come e perché un’Ostia consacrata avrebbe cambiato la sua sostanza e sarebbe diventata carne e sangue umani viventi, rimarrà un mistero inspiegabile per la scienza, un mistero totalmente al di là delle sue competenze.” Nemmeno a dirlo, il gruppo sanguigno esaminato risultò AB positivo, proprio come quello di Lanciano e, come detto, quello della Sindone. 

Del suddetto evento, di per sé straordinario e misterioso, ciò che più mi ha colpito, e che nel mio cuore ha avuto più risonanza, è stata la frase del Dott. Zugibe: “il cuore era vivo (…), sottoposto ad un forte stress, come se il suo possessore fosse stato picchiato duramente sul petto”. Queste brevi ma significative parole, per quel che mi riguarda, mi sono da testimonianza ancor più della carne stessa risultata frammento cardiaco. Poiché ho appreso e consapevolizzato che davvero Gesù, durante la consacrazione eucaristica, diventa un cuore vivo che si infiamma d’amore, capace ancora una volta di morire per me, di struggersi di passione innanzi ad ognuno dei suoi figli. Un cuore vivo che continua a pulsare e contrarsi, che non smette mai di stillare amore, pronto a donarsi totalmente a chi gli offre la possibilità di farlo. Un cuore con una capacità affettiva talmente insondabile, da arrivare a dolersi come se venisse costantemente picchiato sul petto

In ultimo, questa piccola ma significativa scoperta, mi invita ad accostarmi da adesso in avanti con ancor più riverenza innanzi a Gesù Eucarestia: non più con lo scetticismo del monaco di Lanciano, bensì con lo stupore del Professor Zugibe; a fidarmi ancora più ciecamente di Lui, conscio di non avere più davanti una semplice particola, bensì un cuore vivo che letteralmente esplode d’amore per me.

Marco

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