Alla scoperta del Cantico delle creature
Pellegrini di speranza, con il cuore colmo di gioia ma, anche triste per la morte di papa Francesco, nostro riferimento spirituale e politico nel vuoto attuale, abbiamo condotto i nostri passi sulle orme di San Francesco.
Il nostro pellegrinaggio alla scoperta del Cantico delle creature nel suo 800° anniversario è stato denso di significati, emozioni, sensazioni, riflessioni.
È stato un tempo di grazia, di lacrime di gioia che sgorgavano senza riuscire a trattenerle, di gratitudine per l'immensa bontà di Dio.
Camminando sulle orme di Francesco, lo sguardo nei posti da lui ricercati e vissuti, immerso nel silenzio dei boschi, ritmato solo dal canto degli uccelli, dal fruscio dei rami, dagli abitanti del sottobosco e tutta la natura ti richiamava ad innalzare una lode di ringraziamento al Signore e, come se fosse opera tua e non di Francesco, nel cuore nell'anima ti rimbalzava forte: "Laudato sie, mi Signore, cum tutte le tue creature"; più e più volte le sentivi tue, e percepivi direttamente e profondamente il valore di tutta la vita e di tutto l'essere, e ti sentivi così profondamente amato dal Creatore, tanto da essere tutt'uno con la Creazione.
Ho colto nel Cantico una fraternità cosmica. Francesco scopre l'utilità delle cose e la loro umiltà ed è tutta una lode al Signore, è un canto alla luce sgorgato dalle viscere di Francesco nella sua notte più scura, negli ultimi due anni di vita. Uno slancio di lode a Dio, di riconciliazione con se stesso, dopo il buio dell'anima e nel buio della cecità.
Alle "Celle" di Cortona, all'Eremo delle Carceri, nei luoghi prescelti da Francesco, lo rivedevo e lo sentivo declamare la parola di Dio, cantarla, sentirla propria, nutrendosi della Parola fino a renderla carne viva, immergendosi nello Spirito e diventarne tutt'uno con Cristo nella Passione.
Ed ora la riconciliazione con se stesso scoprendo di gioire con tutta la Creazione, con lo splendore del Sole (frate Sole) lo scintillio delle stelle, il soffio del vento, il mormorio delle acque, l'impeto del fuoco e l'umiltà della terra.
Francesco, dalla fraternità donatagli dal Signore e formata alla luce del Vangelo, ora "Alter Christus" scopre nella Creazione la fraternità cosmica nel suo lungo itinerario spirituale.
In questo cammino anche il perdono stesso nell'amore di Dio, nella riconoscenza a Dio per la sua misericordia è parte di una riconciliazione più profonda con la sua comunità di amici legati da amore fraterno, secondo la scoperta interiore della legge più alta: "tu sei mio fratello, io sono il tuo".
Cristo non è rimasto solo al centro delle sue immense parole ma dagli angoli del creato, dai luoghi più riposti e inaspettati, salgono verso la sua potenza d'amore gesti, parole, fatti, coerenza, audacie di fraternità che lo consolano dall'essersi lasciato trafiggere con i chiodi della croce
Quanti volti lontani e vicini, quanti santi della porta accanto mi hanno confermato la gioia di "Amatevi gli uni gli altri".
Ludovica
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SS. Messe feriali: 8.15; 18.30
SS. Messe festive: 11.30; 18.30
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