MADRE DI DIO “AXION ESTIN”
È veramente giusto proclamarti beata, o Madre di Dio,
beatissima e totalmente pura, Madre del nostro Dio.
Noi magnifichiamo Te, che sei più onorabile dei cherubini,
incomparabilmente più gloriosa dei serafini.
Tu, che senza perdere la tua verginità,
hai messo al mondo il Verbo di Dio.
Tu, che veramente sei la Madre di Dio.
Axion Estin, in greco e Dostoino Est in slavo ecclesiastico, è il titolo dell’icona della Madre di Dio riprodotta qui a fianco. Letteralmente significa È veramente giusto.
È l’inizio della preghiera mariana più nota ripetuta nell’Oriente Bizantino. La seconda metà di questo canto bizantino è attribuita al santo Cosma l’innografo mentre l’introduzione va fatta risalire, secondo la tradizione, a un miracoloso evento accaduto sul sacro ortodosso Monte Athos.
L’icona originale si trova al Monte Athos nel santuario della Dormizione della Vergine a Karie.
Quella riprodotta qui a fianco è venerata e custodita nella Chiesa-Santuario di san Francesco Stimmatizzato nell’Isola di San Francesco del Deserto a Venezia. È un’icona realizzata nella prima metà del secolo XIX nell’eremo di sant’Andrea sul Monte Athos.
L’icona dell’Axion Estin è fra le più venerate del Monte Athos. San Giovanni Paolo II all’angelus di domenica 6 dicembre 1987 così diceva parlando del Monte Athos: (…) Meta del nostro spirituale pellegrinaggio è, oggi, un luogo caro al cuore degli Ortodossi, il Monte Athos. Esso è chiamato anche “il Giardino della Vergine” poiché, secondo la tradizione athonita, l’imbarcazione della Vergine Maria, in rotta verso Efeso, sarebbe stata deviata a causa di una tempesta e sarebbe così approdata al Monte Athos. Al centro di questo “Giardino della Vergine” è conservata l’icona “Axion Estin”, l’immagine più venerata del mondo ortodosso greco. Questa icona rappresenta Maria santissima che regge sul braccio destro il Figlio, il quale tiene in mano il rotolo della sacra Scrittura aperto al capitolo 61, versetto 1, di Isaia: “Lo Spirito del Signore Dio è su di me”, il testo, cioè, spiegato da Gesù nella sinagoga di Nazaret, all’inizio della sua vita pubblica (cf. Lc 4,16ss.). L’icona è chiamata “Axion Estin” a ricordo di un evento miracoloso accaduto nello skita (eremo) dedicato oggi a sant’Andrea, nei pressi di Kariès, centro amministrativo della Santa Montagna. (…)
All’origine della fama dell'icona mariana sta un fatto prodigioso narrato dai monaci, che si sarebbe verificato nella notte tra il 10 e l’11 giugno del 982, quando il Monte era già costellato di Monasteri e di eremitaggi. In uno di questi, dedicato alla Dormizione della Madre di Dio, viveva, insieme con un giovane discepolo, un monaco di grande virtù. Un giorno, dovendo il vecchio recarsi nella chiesa centrale per prendere parte alla veglia notturna, disse al giovane: "Tu rimani qui e sforzati di recitare l'Ufficio meglio che puoi". Venuta la notte, il giovane novizio sentì bussare alla porta e, apertala, si trovò davanti un bel vegliardo in abito monastico che chiedeva ospitalità. A mezzanotte, il giovane e il suo ospite si misero a cantare insieme l'Ufficio. Arrivati al momento di cantare l’inno mariano che inizia con le parole "Tín timiotéran…": – "Tu, che sei più onorabile dei Cherubini / e incomparabilmente più gloriosa dei Serafini, / che in modo immacolato partoristi il Verbo di Dio: / te magnifichiamo come vera Madre di Dio…" –, il misterioso ospite prevenne il novizio nel canto, facendolo precedere dal seguente inno le cui iniziali sono appunto, in greco, Axión estin: "E' veramente giusto proclamare beata te, o Deipara, che sei beatissima, tutta pura e Madre del nostro Dio…". Il giovane non conosceva l'inno. Disse perciò al compagno: "Qui cantiamo solo il "Tín timiotéran"; e mai noi e i nostri padri abbiamo conosciuto l'Axión estin. Ti prego, scrivimi le parole, affinché sappia cantarlo anch'io". Lo sconosciuto acconsentì e scrisse col dito le parole su una tavoletta e aggiunse: "E' così che voi e tutti gli ortodossi canterete d'ora in poi questa preghiera". Detto ciò, scomparve. Ritornato il vecchio eremita, il novizio gli mostrò la tavoletta e cantò l'inno che aveva imparato. Il vegliardo si affrettò a portare il meraviglioso documento agli anziani del monastero vicino e raccontò il prodigioso evento. Si diffuse così la convinzione che il Cielo stesso fosse disceso ad insegnare un nuovo inno in onore della Theotókos (Madre di Dio), poiché l'ospite misterioso altri non poteva essere che il messaggero dell'Annunciazione, l'Arcangelo Gabriele. I monaci della Santa Montagna trasportarono solennemente nella chiesa primaziale di Kariès l'icona mariana davanti alla quale il nuovo inno fu cantato per la prima volta.
Di questa icona sono stata fatte numerose copie che vengono venerate in molte chiese ortodosse.
Una copia di queste è giunta, dopo varie vicissitudini anche nella chiesa dei Frati Minori dell’Isola di San Francesco del Deserto nella Laguna di Venezia. Quella nella foto qui a fianco è una riproduzione recente della stessa.
La Madre di Dio sorregge il Bambino Gesù, i loro sguardi sono rivolti verso l’osservatore come per invitare alla contemplazione e coinvolgere chi guarda. Chi osserva un’Icona non è mai uno spettatore esterno, estraneo alla rappresentazione, ma attraverso un gioco di sguardi e gesti viene coinvolto e quasi attirato fino a far parte della rappresentazione stessa. Il Bambino Gesù con la mano destra stringe un rotolo che riporta il passo del profeta Isaia (Is 61,1) letto da Gesù nella sinagoga di Nazaret: “lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l’unzione”. (Lc 4,14)
Maria con la sua mano destra tiene il braccio di Gesù con il rotolo, è come se anche Maria dicesse: Lo Spirito del Signore è sopra di me…”. Quello stesso Spirito che ha consacrato il Figlio suo con l’unzione era sceso anche su Maria rendendola Madre in modo mirabile, senza conoscere uomo. Anche con la mano sinistra indica il rotolo con l’iscrizione. Il Bambino Gesù ha la mano sinistra nella veste della Madre: da lei prende l’umanità. Il manto di Maria è di un colore porpora chiaro tendente al rosa, il colore dell’aurora. Maria appare qui come la Mistica Aurora che precede il sole di giustizia, Gesù, apparso all’orizzonte dell’umanità.
Concludiamo con un inno dell’Ufficio della festa liturgica dell’Axion Estin che viene celebrata nel Monte Athos ogni anno l’11 giugno.
Popolo monastico dell’Athos,
rallegrati in questo giorno ed esulta,
canta riconoscenza alla Vergine,
perché fu Lei che per mezzo dell’Angelo
volle farti conoscere questo inno angelico:
È veramente giusto lodarti
e glorificarti quale Madre di Cristo,
Dio e nostro Creatore.
Tu sei più eccelsa dei Cherubini,
più santa dei Serafini,
e sei tu che salvi le nostre anime
da ogni pericolo.
Gabriele ha lasciato le volte celesti
ed è apparso al monaco in una forma estranea
e gli cantò la tua lode, o Vergine,
in una formula a lui sconosciuta,
premettendo così un prologo all’inno
che Cosma un tempo aveva modulato.
Un giorno, Gabriele era disceso
dal cielo per annunciare alla Vergine
la buona novella e dirle: Ave.
Oggi, egli insegna alla Santa Montagna
il canto di questo ammirevole inno:
È veramente giusto glorificare l’Immacolata!
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