Presentazione

Buonasera.

Quello che sta per iniziare non è un classico concerto, abbiamo voluto chiamare questa serata elevazione musicale, perché attraverso i brani che il coro eseguirà, vorremmo regalarvi una occasione spirituale. I canti che ascolteremo, saranno accompagnati da alcune didascalie, da simboli e movimenti, che intendono farci ripercorrere un cammino pasquale, ossia il cammino dalle tenebre alla luce. “Come fuoco che arde”, il titolo di questa elevazione, evoca un fuoco che nella Bibbia si è sempre manifestato sotto forme diverse ma con le medesime qualità di illuminare, scaldare, guidare e consolare l’umanità verso il quale è inviato. È quel fuoco che avvampava quel roveto, senza consumarlo, dalla quale usci la parola di Dio rivolta a Mosè, è quel fuoco che illuminava la notte, segnando la via al popolo nel deserto, è quel fuoco che accendeva le braci sulle quali cuocevano pesci che il Risorto stesso offrì ai suoi discepoli. Quel fuoco è lo Spirito del Signore che invochiamo preparandoci a vivere questo momento per il nostro spirito.


Anche nell’esperienza delle tenebre assolute, nella schiavitù in terra di Egitto, si erge una voce: “A Dio griderò! E mi salverà il Signore. Mi salva nella pace. A Dio griderò!”. Rispondono i fratelli e le sorelle con le medesime parole. Il dialogo si fa fitto, incalzante. Come percuotendo una pietra focaia, si innesca una prima scintilla che accende la speranza, quel primo tenue fuoco che dissolve le tenebre.

Allora, come da uno spiraglio di una porta che si schiude, scorgiamo Dio che non si è mai dimenticato delle sue creature, che sa quanto siamo deboli e fragili e sempre si muove a tenera compassione per i suoi figli.

Sarà dolce e rasserenante chiedere perdono a Dio, tre volte santo e altrettanto innamorato di noi.

ANÌ EL ELOHIM

Anì el Elohim ekrà
v’Adonai yoshi’eni.
Pada be’shalom nafshi mi’kerob li.

A Dio griderò!
E mi salverà il Signore.
Mi salva nella pace. A Dio griderò!

ERAVAMO UNA MASSA DI SCHIAVI

Eravamo una massa di schiavi,
una stirpe dal cuore infedele:
nell’angoscia gridammo al Dio del cielo,
Lui su di noi si chinò.

Si ricordò che noi siamo carne,
un soffio che va e non ritorna.

Eravamo smarriti e delusi,
prigionieri nell’ombra di morte:
ci ha strappati con forza dal mondo del male,
nella sua grande bontà.

Ha infranto le porte di bronzo,
ha spezzato le sbarre di ferro:
con la sua parola guarì il nostro male
e ci portò libertà.

Tu, che dal nulla hai tratto all'essere tutte le cose, che hai creato l'uomo a tua immagine e somiglianza, adornandolo di tutti i tuoi doni; Tu, che dai sapienza e prudenza a chi te ne chiede e non disprezzi il peccatore, ma hai istituito la penitenza a salvezza; Tu, che hai reso noi, miseri e indegni tuoi servi, degni di stare anche in quest'ora dinanzi alla gloria del tuo santo altare e di offrirti l'adorazione e la glorificazione a Te dovuta: Tu stesso, o Sovrano, accetta anche dalle labbra di noi peccatori l'inno trisaghio, e volgi nella tua bontà lo sguardo su di noi. Perdonaci ogni colpa volontaria ed involontaria: santifica le anime nostre e i nostri corpi, e concedici di renderti santamente il culto tutti i giorni della nostra vita, per l'intercessione della santa Madre di Dio e di tutti i Santi, che sin dal principio dei secoli ti furono accetti. Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi.
(dalla Divina Liturgia di S. Giovanni Crisostomo).

AGHIOS O THEOS

Aghios ho Theos,
Aghios Ischyros,
Aghios Athanatos.
Eleison imas.

Sanctus Deus,
Sanctus Fortis,
Sanctus Immortalis.
Miserere nobis.

Santo è Dio,
Santo e possente,
Santo e immortale.
Signore pietà.

“Guidami Tu, Luce gentile, attraverso il buio che mi circonda, sii Tu a condurmi! La notte è oscura e sono lontano da casa, sii Tu a condurmi! Sostieni i miei piedi vacillanti: io non chiedo di vedere ciò che mi attende all’orizzonte, un passo solo mi sarà sufficiente”. Con queste parole pregava il cardinale Newman il quale annotava che “La luce che c’è in un uomo… è possibile solo alla luce di Cristo che, come viene invocato nel Credo di Nicea, è Dio da Dio, Luce da Luce”.

O, Cristo, vera luce che illumina e santifica
ogni uomo che viene nel mondo,
risplenda su di noi la luce del tuo volto,
affinché in essa vediamo la luce inaccessibile,
e dirigi i nostri passi nella via dei tuoi precetti,
per le preghiere della tua Madre purissima
e di tutti i santi. Amen.

INNO A CRISTO LUCE

Conducimi Tu, luce gentile
Conducimi nel buio che mi stringe
La notte è scura, la casa lontana
Conducimi tu, luce gentile.

Tu guida i miei passi, luce gentile
Non chiedo di vedere
assai lontano,
mi basta un passo,
solo il primo passo;
conducimi avanti, luce gentile.

Non sempre fu così,
Te non pregai
Perché tu mi guidassi e conducessi
Da me la mia strada io volli vedere
Adesso tu mi guidi, luce gentile.
Io volli certezze:
dimentica quei giorni
Purché l’amore tuo
non m’abbandoni;
sinché la notte passi,
tu mi guiderai
sicuramente a te, luce gentile.

LA TUA COLONNA DI FUOCO

La Tua colonna di fuoco o Signore,
illumini nel buio della notte
il cammino del popolo tuo.

I nostri padri camminarono
nel deserto, attraversarono il mare
furono battezzati nel tuo servo Mosé
nella nube e nel mare.

O ILARE LUCE

O ilare Luce
della santa gloria
del Padre celeste immortale,
santo beato Gesù Cristo.

Venendo al tramonto del sole,
guardando la luce della sera,
cantiamo al Padre, al Figlio
e allo Spirito Santo Dio.

L’inno salga a Te da ogni tempo,
salgano a Te le sante voci,
figli di Dio vivificante,
il mondo dice la tua gloria.

«Lasciamoci prendere per mano dalle donne del Vangelo, per scoprire con loro il sorgere della luce di Dio che brilla nelle tenebre del mondo. Quelle donne, mentre la notte si diradava e le prime luci dell’alba spuntavano senza clamori, si recarono al sepolcro per ungere il corpo di Gesù. E lì vivono un’esperienza sconvolgente: prima scoprono che la tomba è vuota; quindi vedono due figure in vesti sfolgoranti, le quali dicono loro che Gesù è risorto; e subito corrono ad annunciare la notizia agli altri discepoli (cfr Lc 24,1-10). Vedono, ascoltano, annunciano: con queste tre azioni entriamo anche noi nella Pasqua del Signore.

Le donne vedono. Il primo annuncio della Risurrezione non è affidato a una formula da capire, ma a un segno da contemplare. In un cimitero, presso una tomba, dove tutto dovrebbe essere ordinato e tranquillo, le donne “trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù” (vv. 2-3). La Pasqua, dunque, inizia ribaltando i nostri schemi. Giunge con il dono di una speranza sorprendente. Ma non è facile accoglierla. A volte – dobbiamo ammetterlo – nel nostro cuore questa speranza non trova spazio. Come le donne del Vangelo, anche in noi prevalgono domande e dubbi, e la prima reazione di fronte al segno imprevisto è la paura, “il volto chinato a terra” (cfr vv. 4-5). il Signore, in questa notte, vuole donarci occhi diversi, accesi dalla speranza che la paura, il dolore e la morte non avranno l’ultima parola su di noi. Grazie alla Pasqua di Gesù possiamo fare il salto dal nulla alla vita, «e la morte non potrà ormai più defraudarci della nostra esistenza».

Le donne ascoltano. Dopo che ebbero visto la tomba vuota, due uomini in abito sfolgorante dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto» (vv. 5-6). Ci fa bene ascoltare e ripetere queste parole: non è qui! Ogni volta che pretendiamo di aver compreso tutto di Dio, di poterlo incasellare nei nostri schemi, ripetiamo a noi stessi: non è qui! Ogni volta che lo cerchiamo solo nell’emozione, tante volte passeggera, o nel momento del bisogno, per poi accantonarlo e dimenticarci di Lui nelle situazioni e nelle scelte concrete di ogni giorno, ripetiamo: non è qui! E quando pensiamo di imprigionarlo nelle nostre parole, nelle nostre formule, nelle nostre abitudini, ma ci dimentichiamo di cercarlo negli angoli più oscuri della vita, dove c’è chi piange, chi lotta, soffre e spera, ripetiamo: non è qui! Ascoltiamo anche noi la domanda rivolta alle donne: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. Non possiamo fare Pasqua se continuiamo a rimanere nella morte; se restiamo prigionieri del passato; se nella vita non abbiamo il coraggio di lasciarci perdonare da Dio, che perdona tutto, il coraggio di cambiare, di rompere con le opere del male, di deciderci per Gesù e per il suo amore.

Le donne annunciano. Che cosa annunciano? La gioia della Risurrezione. La Pasqua non accade per consolare intimamente chi piange la morte di Gesù, ma per spalancare i cuori all’annuncio straordinario della vittoria di Dio sul male e sulla morte. La luce della Risurrezione, perciò, non vuole trattenere le donne nell’estasi di un godimento personale, non tollera atteggiamenti sedentari, ma genera discepoli missionari che “tornano dal sepolcro” (cfr v. 9) e portano a tutti il Vangelo del Risorto. Le donne corrono ad annunciare la gioia della Risurrezione ai discepoli. Sanno che potrebbero essere prese per pazze ma avevano il fuoco nel cuore per portare la notizia, l’annuncio: “Il Signore è risorto!”»

(cfr. Omelia di Papa Francesco nella Veglia pasquale 2022).

ORA LASCIATEMI CANTARE

O filii et filiae, rex caelestis,
rex gloriae, morte surrexit hodie,
alleluja!
Cristo Signore risuscitò.

Ora lasciateci cantare
la tenerezza dell’amore.
Ora lasciateci cantare
tutta la forza della vita.
Ora lasciateci cantare
tutta la nostra gioia.
Ora lasciateci cantare, Cristo risuscitò.

Padre dell’uomo io ti ringrazio,
figlio e fratello ti benedico.
Spirito Santo, seme di vita
oltre la morte so che tu sei.

E questo canto come il tuo pane
semplice e lieto ora ci unisce
nella memoria, nella speranza
d’essere insieme quando verrai.

CRISTO È RISORTO VERAMENTE

Cristo è risorto veramente, alleluia
Gesù il vivente qui con noi resterà
Cristo Gesù, Cristo Gesù
è il Signore della vita.

Morte, dov'è la tua vittoria?
Paura non mi puoi far più.
Se sulla croce io
morirò insieme a Lui,
poi insieme a lui risorgerò.

Tu, Signore amante della vita
mi hai creato per l'eternità,
la vita mia Tu
dal sepolcro strapperai,
con questo mio corpo ti vedrò.

Tu mi hai donato la tua vita
Io voglio donar la mia a Te.
Fa che possa dire:
"Cristo vive anche in me",
e quel giorno io risorgerò.

RISORGERÒ CON TE

Verso di te levo l'anima mia,
ascolta la mia preghiera.
Ti donerò la mia piccola fede,
cresci dentro di me.
Il mio cuore ha sete di Te
del tuo amore.

Lode a te, mio Signore ti canterò,
un canto nuovo
sgorga dal mio cuore.
Lode a te, mio Signore ti canterò,
la mia preghiera io t'innalzerò.

Solo in te trovo forza mio Dio,
nel tuo nome è la salvezza.
Non temerò perché Tu sei con me,
e mi rialzerai.
La mia gioia
è vivere nella tua gloria.

Lode a te, mio Signore ti canterò,
un canto nuovo
sgorga dal mio cuore.
Lode a te, mio Signore ti canterò,
la mia preghiera io t'innalzerò.

Per sempre ti amerò,
vivendo nel tuo amore
un giorno ti vedrò.
Risorgerò con te Gesù.
Risorgerò con te Gesù.
Risorgerò con te Gesù.

Nell’Eucaristia celebrata su questo altare, si rinnova ogni domenica il dono d’amore di Cristo per tutti noi, nello spezzare il pane i nostri occhi lo riconoscono, ricordiamo il calore che le sue Parole hanno suscitato nel nostro cuore.
Tutti siamo invitati, tutto è pronto, ognuno ha il suo posto, pensato, preparato.
È così bello sapere che qualcuno ha pensato a te, ti ha preparato un posto, c’è il tuo nome, non ci si può sbagliare!
Tutto è pronto, il profumo del pane, i colori della tavola, il vino, le candele, i fiori delle grandi ricorrenze dicono che qualcosa di speciale sta iniziando.
Ci sei tu (e i tuoi fratelli e sorelle) con la tua storia, il tuo cuore e i tuoi desideri. Tutto è pronto…

BEATI GLI INVITATI

Beati gl’invitati alle Nozze dell’Agnello.

Alla tua cena,
Agnello senza macchia,
accoglimi oggi Cristo Salvatore.

Io non ti do un bacio come Giuda
ma invoco come il buon ladrone
“ricordati di me Signore
nel Tuo Regno”.

Il Signore Gesù
prese il pane e lo spezzò,

lo distribuì ai santi discepoli
ed apostoli e disse:

“Prendete, mangiatene tutti, questo è il Mio Corpo
che è donato
per la remissione dei peccati”.

Il Signore Gesù
prese il vino e rese grazie,

dette la coppa ai santi discepoli
ed apostoli e disse:

“Prendete, distribuitelo tra voi, questo calice
è l’Alleanza nel Mio Sangue,
per la remissione dei peccati”.

Durante la festa di Pasqua, gli ebrei riuniti a tavola per la celebrazione dell’haggadah – il solenne memoriale della salvezza di Israele – sono soliti fare un canto, il cui ritornello pone sulle labbra di tutti i presenti le parole «Dayyènu», che in ebraico significano: “(È) sufficiente per noi” - (o “ci sarebbe bastato”) . Il testo di questo inno celebrativo passa in rassegna tutte le grandi opere che Dio ha realizzato per il suo popolo lungo i secoli, meditando il fatto che i doni ricevuti sono molto maggiori delle attese e degli stessi bisogni del popolo. L’amore di Dio è sovrabbondante e fedele.
Anche noi cristiani avremmo potuto credere in Dio ed essere felici con molto meno di quanto abbiamo ricevuto, eppure il Signore ha portato tutto di se stesso, il Bene Altissimo del Suo Figlio per la nostra salvezza. Possiamo esclamare il nostro Dayyènu cristiano.

DAYYÈNU

Dayyènu, dayyènu

Se per noi fosse nato in una stalla
senza vivere trent’anni nel silenzio,
ci sarebbe bastato
per lodarlo per tutta l’eternità.

Se avesse vissuto nel silenzio
senza uscire a predicare tra la gente,
ci sarebbe bastato
per lodarlo per tutta l’eternità.

Se avesse annunciato il suo Vangelo
senza farsi inchiodare sulla croce,
ci sarebbe bastato
per lodarlo per tutta l’eternità.

Se per noi fosse morto e poi risorto
senza farsi per noi Eucaristia,
ci sarebbe bastato
per lodarlo per tutta l’eternità.

Ma Gesù è rimasto in mezzo a noi
come pane che ci nutre nel deserto,
e per questo noi sempre canteremo
per tutta l’eternità.

DOLCE SENTIRE

Dolce è sentire come nel mio cuore,
ora umilmente sta nascendo amore.
Dolce è capire che non son più solo
ma che son parte d’una immensa vita,
che generosa risplende intorno a me,
dono di Lui, del suo immenso amore.

Ci ha dato il cielo e le chiare stelle,
fratello sole e sorella luna,
la madre terra con frutti, prati e fiori,
il fuoco, il vento, l'aria e l'acqua pura,
fonte di vita per le sue creature.
Dono di Lui, del suo immenso amore.

COME VIVO FUOCO

Come fuoco vivo si accende in noi
un’immensa felicità,
che mai più nessuno ci toglierà
perché Tu sei ritornato.
Chi potrà tacere, da ora in poi,
che sei Tu in cammino con noi,
che la morte è vinta per sempre,
che ci hai ridonato la vita.

Spezzi il pane davanti a noi
mentre il sole è al tramonto:
ora gli occhi ti vedono,
sei Tu ! Resta con noi.

E per sempre ti mostrerai
in quel gesto d’amore:
mani che ancora spezzano
pane d’eternità.

Un inno di gioia si leva dai cuori: Dio ha deciso di condividere con noi la sua letizia, la sua gioia di avere dei figli che siamo noi.
E continuiamo ad essere sorpresi che, proprio a noi, chiede di essere partecipi con Lui, di poter dare noi stessi l’annuncio della sua venuta e risurrezione agli uomini.

E MI SORPRENDE

Io non ricordo che giorno era,
la prima volta che ti incontrai,
non ti ho cercato ma ti aspettavo,
non ti ho mai visto, ma so chi sei.

E mi sorprende
che dal profondo del tuo mistero, Dio,
tu mi abbia chiesto
di condividere con Te
la gioia immensa di poter dare
l’annuncio agli uomini
che tu sei lieto di avere figli
e che siamo noi.

Ed ora ascolto, la tua parola
e vengo a cena con tutti i tuoi,
e so il tuo nome, credo da sempre,
e la tua casa è casa mia.

Ed avrò cura del mio fratello,
te lo prometto, o Dio:

sarò felice di dare
quello che hai dato a me.

Ma tu Signore ricorda sempre
di non lasciarmi solo:

anche se io qualche volta
mi scorderò di te.

Ricorda sempre Signore
di non lasciarmi solo.

A conclusione di questa elevazione musicale, ci rivolgiamo a Maria, Madre della fiducia e Madre nostra: “Regina del cielo, rallegrati, alleluia. Cristo che hai portato nel grembo, alleluia. È risorto, come aveva promesso, alleluia”.

MADRE, FIDUCIA NOSTRA

Madre, fiducia nostra,
Madre della speranza
Tu sei nostro sostegno, tu sei la guida
Tu sei conforto, in te noi confidiamo, Tu sei Madre nostra.

In te piena di grazia
si compie il mistero.
In te Vergine pura
il Verbo eterno s'è fatto carne.
In te l'uomo rinasce per la vita eterna.

Nella tua fiducia noi cammineremo
Per donare al mondo la vita
Portatori di Cristo,
salvatori dei fratelli.

Madre del Redentore,
proteggi i tuoi figli
A te noi affidiamo la nostra vita,
il nostro cuore
Conservaci fedeli al divino amore.


  • Soprani:

    Benedetta Brolli, Eva Ersek, Marialaura Amadio, Rossana Dicuonzo, Santina Maria Vaccaro, Ursula Teresa Osuna Pozo.

  • Tenori:

    Claudio Panzera, Gabriele Anzalone, Marco Basset, Tommaso Podda.

  • Contralti:

    Alessandra Cantagallo, Chiara Dell’Acqua, Emanuela Commendatore, Manuela Giada Favata, Maria Di Blasi, Valeria Tilli.

  • Bassi:

    Pietro Pallotta, Daniele Prada, Filippo Piscopiello.

  • Tastiera:

    Tommaso Podda.

  • Chitarre e basso elettrico:

    Claudio Panzera, Filippo Piscopiello.

  • Con la partecipazione straordinaria all’organo del maestro:

    Pola Barbieri

  • Testi a cura:

    Fraternità dei Frati Minori di Canepanova.

  • Direttore:

    Davide Sottile

Contatti

Via Ada Negri, 2
27100 - Pavia
Tel. +39 0382 26002
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SS. Messe feriali: 8.15; 18.30
SS. Messe festive: 11.30; 18.30
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