Annuncio vocazione Gifra
Francesca, Fortunato, Chiara

Nella nostra Gioventù Francescana ognuno di noi porta con sé un bagaglio unico di esperienze e trascorsi. Le nostre vocazioni sono fiorite in tempi diversi, ma si sono incontrate in questo prezioso percorso.

 

“Mi chiamo Francesca, la mia esperienza con la Gifra è iniziata come un dono inaspettato. Inizialmente non cercavo questo cammino, che stava già vivendo mio fratello maggiore. A 19 anni sentivo il bisogno di coltivare una fede che non fosse solo quella trasmessa dalla mia famiglia, ma che diventasse mia e più personale. A Torino, un frate mi rivolse l’invito per frequentare la Gifra e così decisi di dare una possibilità a quel cammino. Appena arrivai, la prima sera ricevetti come saluto un abbraccio e questo gesto mi spiazzò al punto che lo reputai fuori luogo, eppure mi chiesi nei giorni successivi perché mi avesse colpito così profondamente. Ritornai in Gifra e infine decisi di restare perché quell’abbraccio forse lo stavo ricercando da tempo. Avevo trovato un ambiente in cui lasciarmi scalfire e guardare nel percorso di vita e di fede da uno sguardo di bene, che non fosse solo mio, ma anche quello dei giovani che ne facevano parte e che iniziai a chiamare fratelli e sorelle. A questo sguardo pian piano mi accorsi che se ne stava aggiungendo uno ancora più ampio e amorevole, ovvero quello di Dio con cui ricominciai pian piano a dialogare. È stato lì, nella mia prima Fraternità che scoprii la bellezza di parlare liberamente della fede e soprattutto di come essa si poteva calare nella concretezza della vita, condividendo le conquiste ma anche le crisi e i dubbi impliciti al cammino. Imparai ad ascoltare punti di vista diversi e ad allenarmi ad amare i miei fratelli e sorelle per ciò che portavano di sé, e viceversa. Potei sperimentare anche il servizio alla mensa dei poveri e al doposcuola che era un ulteriore momento di condivisione e di conferma della strada intrapresa nei miei studi di psicologia. Infatti, desideravo che il mio futuro lavoro potesse passare attraverso la relazione e l’ascolto dell’altro. Proprio i miei studi mi riportarono dopo tre anni di vita a Torino, a casa a Pavia, dove la mia esperienza in Gifra continuò in una nuova Fraternità. Lasciare la Fraternità vecchia non fu facile. Non ritrovai nella Fraternità di Pavia ciò che mi aspettavo ormai di sapere sulla Gifra e per lungo tempo il mio cammino subì una battuta di arresto, non riuscivo ad affidarmi a Dio, perché pensavo non stesse rispondendo a ciò che desideravo. Di pari passo, anche le scelte della mia vita diventavano più pesanti, non riuscivo più ad affidarle o a condividerle in Fraternità e dunque ero tornata a vivere la fede come un’isola. Dopo qualche tempo, durante un’adorazione in cui arrivai con molta rabbia nel cuore, mi resi conto che Dio comunque era lì e forse dovevo solo provare a lasciarmi guardare di nuovo. A poco a poco capii che non potevo trovare nella nuova Fraternità ciò che avevo conosciuto nella Fraternità di Torino, ma in fondo come potevo? Anche la mia vita non era più la stessa di allora.

Con la Fraternità di Pavia, sto affrontando una sfida nuova: coltivare la mia fede all’interno di luoghi e contesti nuovi, non restando ancorata a ciò che mi dava sicurezza.”

 

“Il mio nome è Fortunato. Quando avevo 10 o 11 anni, gli amici iniziarono a pormi la domanda: "Ma cosa fate in Convento?" In quel periodo, frequentavo il gruppo degli Araldini della Fraternità di Serracapriola, in Puglia. La risposta a quella domanda non era così semplice. Le cose che mi avevano catturato profondamente erano l'atmosfera, i profumi delle sale del Convento, l'amicizia coi i miei coetanei, la musica e la gioia tipica di quell'età.

Con il passare del tempo e il mio ingresso nella Gioventù Francescana, la gioia spensierata si è gradualmente trasformata in riflessioni più serie. Da allora non ho mai fatto a meno di un percorso spirituale ed oggi sono orgoglioso di far parte della Gifra di Canepanova.

Ma cosa facciamo esattamente nella nostra comunità francescana? La risposta è semplice e profonda: ci incontriamo. Incontriamo i nostri fratelli e sorelle, insieme a Fra Enrico, il nostro Assistente Spirituale che ci accompagna in questo meraviglioso cammino. Incontriamo ospiti preziosi, che ci offrono esperienze e riflessioni di inestimabile valore. Incontriamo altre Fraternità, spesso durante esperienze fuori città. E, naturalmente, incontriamo Dio, sia nella preghiera sia nel prossimo.

Ogni incontro è un dono che ci fa tornare a casa arricchiti, pronti a affrontare la vita con uno spirito più forte e consapevole. Ma non voglio dipingere tutto come un quadro idilliaco. Ci sono momenti di crisi, in cui dobbiamo confrontarci con i nostri limiti e le nostre debolezze. Tuttavia, queste crisi ci offrono l'opportunità di crescere, metterci in discussione e portare avanti la nostra continua conversione.”

 

“Ciao, sono Chiara, e voglio condividere con voi il mio viaggio in Gifra. Il mio ingresso è avvenuto in un momento diverso rispetto a quello di Francesca e Fortunato. Avevo compiuto 24 anni, terminato l'università e iniziato a lavorare da un anno. Tuttavia, dal punto di vista spirituale, mi trovavo in una sorta di stallo.

 

Sentivo la fede come un obbligo imposto dalla mia famiglia, ma non come una scelta personale. Durante gli anni universitari, la mia famiglia mi invitava spesso a intraprendere un percorso spirituale, dato che entrambi i miei fratelli erano già in cammino in Gifra. Tuttavia, ho continuato a rinviare, usando gli impegni universitari come scusa.

Una volta terminata l'università le scuse erano finite. Avevo meno impegni, ma, dopo tutti i miei rifiuti, i miei genitori cessarono di spronarmi a intraprendere un cammino. Ricordo che, con lo svuotarsi delle mie giornate mi rendevo pian pano conto di un altro vuoto dentro di me. Un’aridità, una mancanza di senso. Sentivo il bisogno di cambiare qualcosa, anche se non sapevo cosa.

In un momento inaspettato, arrivò l’ennesimo invito, questa volta mia sorella, che mi invitò a unirmi a lei per l’incontro in Gifra di quella stessa sera. Mi stupii anch’io e accettai. Bastarono due o tre incontri per capire che era esattamente ciò che stavo cercando. Ho trovato un cammino che mi ha aiutato a pormi le domande giuste sulla mia vita e sulle mie relazioni. Mi ha fatto riscoprire una fede che non pensavo di avere, che potevo per la prima volta dire mia. Mi ha messo di fronte a tutta la strada che ancora avrei dovuto percorrere, ma soprattutto mi ha fatto scoprire una Fraternità pronta ad accompagnarmi. Da quel giorno, sono passati due anni e mezzo, e posso dire che il cammino nella GIFRA non è stato sempre facile. Ho affrontato difficoltà, battute d'arresto e crisi, ma è proprio quando ho avuto il coraggio di aprirmi e mostrare la mia fragilità ai miei fratelli che ho scoperto qualcuno pronto ad accogliere le mie debolezze e, soprattutto, ad accogliere me.

Il cuore di questa esperienza sta nel camminare insieme come fratelli, sostenendoci l'un l'altro, ed è proprio questo che rende così speciale il mio percorso di fede nella GIFRA. “

 

Le esperienze che viviamo insieme ci legano profondamente gli uni agli altri. Le uscite fuori porta, i ritiri, le settimane comunitarie, gli incontri e i momenti di convivialità sono occasioni per conoscere meglio i nostri fratelli e sorelle. Entriamo in contatto con le nostre reciproche fragilità, ne parliamo senza vergogna, fiduciosi che verremo accettati e accolti così come siamo. E poi, quando la presenza dei fratelli e delle sorelle nella nostra vita sembra ormai scontata, lì realizziamo che non sono sempre stati con noi.

Non di rado, sono proprio le nostre sorelle e i nostri fratelli che ci sorprendono con spunti e insegnamenti preziosi nei momenti più inaspettati.

“Io sono le persone che ho incontrato” – scrive Padre Alex Zanotelli. Dunque, noi non abbiamo trovato solo degli amici, o fratelli e sorelle nella fede, ma abbiamo trovato anche un po’ di noi stessi in loro.

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Tel. +39 0382 26002
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SS. Messe festive: 11.30; 18.30
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