Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore

Il 16 ottobre ho vissuto il tanto atteso "rito di restituzione". Per chi non lo sapesse, è il momento attraverso cui il gifrino che ha deciso di non proseguire più il proprio percorso all'interno della Gioventù Francescana, saluta la fraternità, "restituisce" tutto il bene ricevuto, rendendo grazie al Signore attraverso una piccola testimonianza. In molti mi hanno chiesto: come ti sei sentita? E come ti senti ora? Sei felice?

 In realtà sono arrivata a quel momento carica di tanta gioia e gratitudine, ma anche con un po' malinconia e un gran magone alla gola per la conclusione di un lungo, faticoso, intenso ed emozionante cammino durato la bellezza di ben 14 anni.

 Non sarei l'Erica di oggi se non fosse stato per quel "dai, prova e se non ti piace, lascia perdere!", 14 anni fa.

La cosa assurda ma incredibile al tempo stesso è che io ricordo perfettamente come mi sentivo all'epoca quando iniziai questo cammino, quali erano le mie paure, le emozioni con le quali mi avvicinai timida e impacciata, le mie limitate aspettative. Qualcuno aveva pensato in grande per me, cosa che invece io non avevo mai fatto, chiusa nel mio piccolo mondo.

Ho restituito con la presenza di alcuni gifrini della fraternità di Adrano, il luogo della mia adolescenza, delle mie radici, lì dove tutto per me ha iniziato a prendere forma, e la mia fraternità attuale, Pavia, il luogo che mi ha permesso di fiorire e che ha sanato la crisi profonda da cui provenivo.

È stata l'emozione più grande avere l'occasione di poterla vivere con i fratelli "di una vita" e quelli con cui ho camminato in questi ultimi anni, con l’OFS e con alcuni membri del consiglio regionale. Sono grata per questo a Dio, perché era quello che dentro di me speravo e desideravo.

 Quando penso alla gifra penso subito a come mi sento qui, a casa. Sorrido e mi commuovo. Ricordo ancora i volti delle persone con cui ho condiviso questo mio pezzo di vita. Ricordo ancora il mio primo incontro a Pavia (La famosa estasi di S. Teresa). Ricordo la prima volta in cui sono entrata a Canepanova, le settimane comunitarie, i viaggi col consiglio regionale, le promesse delle fraternità, il buon cibo, i fraticelli belli, tanto cari quanto preziosi con la loro presenza tangibile.

C'è troppo da raccontare, da ridere e di cui rendere grazie.

Vedete, potrei continuare con una lista infinita di momenti seri, comici, imbarazzanti, pesanti (eccome!). Sono fermamente convinta che la bellezza del cammino risieda in tutti questi momenti, che poi sono quelli che ci portiamo e ci porteremo impressi nel cuore e nella mente. Non grandi incontri o lectio divine o formazioni di alto livello, ma le relazioni, la trama di legami che anno dopo anno sono stati intessuti e vissuti.  Tutto questo è stato vita piena e vita restituita.

Alla fine della mia prima settimana comunitaria mi è stato donato un passo del vangelo:

"Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto" (Mt 7,7-8).

Questo passo racchiude tutto il mio percorso. Ho iniziato da adolescente cercando qualcosa che non sapevo bene cosa fosse e ho trovato una casa e una famiglia. Sono arrivata qui a Pavia, ho bussato e mi hanno aperto, ho chiesto e mi hanno dato, più di quello che speravo e osavo chiedere.

Allora io restituisco lasciandovi questo passo che spero possiate anche voi sentire vostro un giorno.

Erica Bascetta

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