Il dono dei fratelli

Il 10 marzo 2024 ho rinnovato la Promessa della Gioventù Francescana nella fraternità di Pavia. Per me è il primo anno in questa città - in quanto studente fuorisede - e in questa fraternità, dalla quale sono stato accolto fin da subito in maniera incondizionata; da quando ci sono entrato, pochi mesi fa, sto conoscendo sempre meglio i ragazzi e le ragazze che ne fanno parte e sempre di più mi sto legando a loro. Tuttavia, il rinnovo della Promessa, e il ritiro che l’ha preceduta, mi hanno richiesto un ulteriore passo in avanti nella mia vita di fede.

I giorni prima della Promessa sono stati preceduti da un ritiro presso i frati Cappuccini di Albino; lì abbiamo avuto modo di approfondire i quattro pilastri della Promessa che avremmo fatto di lì a poco. Tutte le persone che ci hanno raggiunti hanno raccontato esperienze concrete e trasformazioni reali adoperate nelle loro vite dalla Parola di Dio, dall’Eucarestia e dalla vita nella Chiesa. Anche noi della Gifra ci siamo sentiti molto liberi di condividere le nostre esperienze e le nostre fatiche, in un clima che una di noi ha paragonato alla presenza di ospiti a casa propria, per la libertà presente in queste condivisioni. A livello personale, questi incontri mi hanno aiutato a scoprire ancor di più la Misericordia di Dio all’interno della mia vita, una Misericordia tenace e costante che continua a venire a prendermi senza mai anteporre i miei errori alla Sua azione. Sono tornato da quei giorni trasformato, complici anche il clima di riposo, la distanza dalla tecnologia e soprattutto la splendida accoglienza offerta dai frati, che non ci hanno fatto mancare nulla, e la gioia di trascorrere del tempo con i propri fratelli e sorelle. Già, fratelli e sorelle. 

Da quando due anni fa sono entrato in Gifra, più volte mi è stato detto che si tratta di un percorso vocazionale di fratellanza, non di amicizia: gli amici si scelgono, i fratelli sono dati. Personalmente, non riuscivo a capire il senso di questa distinzione, che mi sembrava poco significativa; nei giorni del ritiro, tuttavia, ho iniziato a capirla meglio, perché ho avuto modo di viverla di persona. Il rapporto che si era creato tra i membri della Gifra presenti al ritiro era proprio questo, un rapporto di fratellanza: un sacco del tempo libero lo trascorrevamo giocando e divertendoci insieme, in alcuni casi facendoci letteralmente i dispetti e mettendoci bonariamente in difficoltà a vicenda, esattamente come si fa con i propri fratelli di sangue. Con i fratelli non sempre ci si confida su tutto, non sempre si condivide ogni momento libero, ma si è sempre e comunque uniti da un enorme affetto e dalla consapevolezza di far parte della stessa realtà e della stessa storia. Non ho ancora ben chiaro che cosa questo voglia dire alla mia vita, ma è sicuramente un tassello in più da raccogliere e da custodire.

Tornati a Pavia, abbiamo vissuto il momento della Promessa vera e propria con un po’ di tensione ed emozione: per alcuni si trattava della prima o della seconda Promessa, per altri l’ultima prima del matrimonio. Ci troviamo, insomma, in momenti piuttosto diversi della nostra vita, ma per tutti rappresenta un momento serio e importante. La liturgia stessa, vissuta in maniera raccolta e ordinata, ha sottolineato questo aspetto. Chi è venuto alla celebrazione non ha assistito a uno spettacolo, bensì a dei giovani che rispondevano a una domanda fondamentale: volete seguire Cristo e la sua Chiesa secondo il carisma di san Francesco? In otto, abbiamo risposto di sì.

La festa che è seguita è stata di una bellezza impagabile. I nostri fratelli e sorelle maggiori dell’Ofs, nonché i membri della Gifra che non avevano fatto la Promessa, ci hanno accolti a braccia aperte, facendoci trovare un pranzo ricco e abbondante e un’accoglienza e una gioia fuori da ogni misura; si sono uniti a noi anche famigliari, amici e membri di altre fraternità. Avrei voluto che la gioia e la bellezza di quel momento non finissero mai, tanto erano commoventi.

Sebbene non ne sia il momento finale, la Promessa è sicuramente il momento culminante della vita della Gioventù Francescana e richiede un impegno che vada oltre il giorno in cui l’abbiamo pronunciata, per non perdere la ricchezza che ci è stata donata. La Promessa richiede anche un desiderio continuo di metterla in pratica nelle nostre vite, assistiti dalla Misericordia continua di Dio e dall’aiuto e dall’esempio dei numerosi fratelli e sorelle che, in questa città e non solo, testimoniano la trasformazione che solo Dio può operare nei cuori dell’uomo.

Stefano

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