Cosa vuol dire essere genitore di figli appartenenti alla GIFRA

Per me significa condividere l’amore che provo per ognuno di loro con altre persone e sapere che loro, sono all’interno di un gruppo dove sono accolti e amati, mi dà gioia e pace.

E’ riconoscere che i figli sono un dono e non un possesso. E se sono dono, devono essere liberi, liberi di scegliere la loro strada. 

E la loro strada è iniziata da un fortunato incontro, quello con Fra Francesco Mazzon, che nella sua missione di evangelizzazione a Pavia, ha incrociato il nostro Tommaso e lo ha saputo incuriosire. E poi Tommaso a sua volta con il suo entusiasmo ha stimolato Francesca che a sua volta ha coinvolto Chiara. Mi verrebbe da dire che la loro adesione al cammino francescano è stato segnato da percorsi umani in cammino verso Dio.

Essere genitori di ragazzi gifrini,

significa essere grata perché quel pezzo di strada fatta di esempio, il ns nell'essere fedeli al Signore, si è trasformato in una loro personale ricerca del Signore. E' sapere di essere sulla medesima strada, verso la stessa destinazione, con mezzi e compagni diversi. E' un po' come quando si va in montagna, la meta è la medesima, ma ognuno ha il suo personalissimo bagaglio, il suo passo, le sue paure, le sue fatiche, la sua necessità di rifocillarsi, chi di acqua, chi di cibo, chi di aria, chi di conforto. Riempie il cuore sapere che quando tuo figlio, su quella strada avrà bisogno di un aiuto tu sei certo che potrà sempre contare su un fratello. Ecco essere genitore di un Gifrino è riconoscere che a quella meta ora loro ci vanno con il loro passo e con i compagni-fratelli che si sono trovati.

E’ Riconoscere la bellezza del loro incontro con questa realtà e il bene che ne è derivato

Una realtà fatta di dono reciproco e di un amore circolare che ha il profumo della gioia.

E' bello quando vedi i tuoi ragazzi spendersi x il bene comune con la gioia nel cuore.

Essere genitori di figli gifrini, è anche avere la possibilità di poter accogliere questi nuovi fratelli dei tuoi figli. E' imparare ad aprire le porte senza limitazioni di orario e senza paure. Come ad esempio aggiungere posti a tavola il giorno di pasqua senza preavvisi.

E' portare nel cuore i loro sogni, il loro diventare adulti.

Penso a Lucia, ora mamma,  è stata la primissima sorella di Tommy, che lo ha accolto in casa sua a Bormio insieme ad altri fratelli, senza sapere nulla di lui. Tommy era partito con il cuore pesante ed è tornato che quello stesso cuore aveva messo le ali.

Oppure a Sarah, Luca e Pietro i primissimi fratelli torinesi di Francy, tutti così diversi e uniti nella gioia di trovarsi lì insieme a camminare verso la stessa meta.

Penso a come in entrambe le comunità i ns figli si siano sentiti accolti, amati e in cammino.

Chiara è entrata un po’più' tardi, con un po' di paura. Una paura che si è subito sciolta in quel sentirsi accettati senza se e sanza ma. Credo che per la prima volta abbia avuto il coraggio di aprire il suo cuore. E uno apre il suo cuore solo quando dall’altra parte trova qualcuno pronto ad accettarti e amarti

Noi abbiamo conosciuto la gifra con Tommy e ne abbiamo da subito respirato la sua bellezza, in maniera molto semplice: guardandolo negli occhi.

Essere genitore di ragazzi gifrini significa:

Sentirsi dire che ti sei attardato perché dovevi ascoltare un tuo fratello.

O che fare servizio in stazione e in dormitorio ti arricchisce.

Che studiare con una tua sorella gifrina in video è un aiuto importante.

E’ vederli tristi quando a luglio/agosto termineranno gli incontri. 

Significa anche vederli felici di partire il fine settimana per un incontro con altri fratelli di altre comunità nonostante una settimana di studio/lavoro. Perché l’amore e la gioia sono proprio contagiosi.

Molte volte ho chiesto ai ragazzi come fossero andati gli incontri. Loro mi hanno raccontato ed io ho ascoltato. Per me sono stati ascolti preziosi, perché in alcune occasioni, mi hanno arricchita. Ecco essere genitore di gifrini è anche questo: poter attingere dalle reciproche ricchezze.

E Questo per quello che mi raccontano i miei ragazzi è una cosa che mi sembra che anche voi viviate tutti insieme come gruppo.  

Essere responsabili di una vita è una cosa fantastica e spaventosa. Il nostro sogno era quello di poter essere un faro per Tommy, Francy e Chiara. 

Oggi il faro si chiama GIFRA. 

Non potevo desiderare di più per i miei figli. Vedere che non hanno paura di donare il loro tempo e il loro amore è' tanta roba. In una predica, un sacerdote aveva detto che il vero amore è quello che sa perdere, quello che in una relazione non ha bisogno di avere ragione, quello che sa accettare l'altro con tutti i suoi limiti, quello che sa perdonare, quello che sa spendersi gratuitamente, quello che sa mettersi in ascolto. Ecco riflesso negli occhi dei miei figli, ma ancora di più nel loro cuore io vedo la GIOIA di questo amore, e la felicità di appartenere alla GIFRA e di questo ringrazio questa comunità di giovani.

Cristina e Roberto

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