Sull'Unità

fr. Enrico

Tutti noi, imparando ad ascoltare e ad ascoltarci, percepiamo una chiamata irresistibile all’unità con Dio, con noi stessi e con gli altri. È insito nella creazione il forte richiamo a tornare al grembo che l’ha generata, alla fonte dalla quale è scaturita tutta la vita, alla sorgente di luce da cui trae energia. C’è però in noi una sorta di resistenza a rispondere a questa chiamata, dubitiamo della veridicità di questa ancestrale attrazione e mettiamo in discussione la bontà del progetto originario.
Dio ci ha creati liberi e responsabili, abbiamo infinite possibilità di fronte a noi anche se, bisogna riconoscerlo, la creatura non si può realizzare al di fuori di una relazione con il suo Creatore; Egli vive all’interno di sé una profonda unità, Padre, Figlio e Spirito Santo: un solo Dio in tre persone. Se consideriamo che noi siamo fatti a Sua immagine e somiglianza, ci risulta più chiara questa chiamata irresistibile all’unità.
La nostra risposta di adesione è possibile perché Gesù, prima di vivere la sua pasqua di morte e risurrezione, ha pregato: “perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi”. Una preghiera commovente che cerca, innanzitutto, di suscitare in noi una profonda nostalgia delle nostre origini e, in seguito, di vincerci all'unità facendo breccia nel nostro cuore chiuso e indurito.
Le divisioni che viviamo fuori di noi sono dovute ad una profonda lacerazione del nostro interno, legato all'arcano sospetto nutrito nei confronti di Dio, il quale ci appare geloso della nostra felicità, una sorta di concorrente della nostra gioia. Questo ci porta a tentare in tutti i modi di vivere una vita in costante lotta contro quel Dio che, invece, desidera solo essere il nostro alleato.
Comprendiamo come la nostra insoddisfazione di fondo, dovuta a questa frammentazione interiore, può trovare soluzione stabile e definitiva solo in Dio, nella comunione con il Signore dell’umanità. Solo assecondando l’agire dello Spirito Santo e diventando una sola cosa con il Figlio possiamo sperare di vivere presso il Padre quell’unità che desidera ogni cellula del nostro corpo.
Questo cammino di graduale e progressiva unificazione con Dio, ci porterà a trovare unità dentro di noi e ad alimentare la concreta possibilità di intraprendere un cammino di concordia con gli altri. Questo processo sarà reso possibile nella misura in cui provvederemo a spogliarci dalle tante false sicurezze che non ci permettono di ritornare alla nostra parte più vera e autentica.
S. Paolo ci ricorda un importante insegnamento, verificabile da tutti noi: “io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio”, mettendo in luce proprio la profonda lacerazione interiore che non ci permette di rivolgerci unificati verso la meta, né di tendere con decisione verso la direzione che il Maestro ci ha mostrato con la sua vita e la sua missione. Volgiamo il nostro sguardo e leghiamo il nostro cuore a Colui che ha vissuto i suoi giorni nel continuo ritorno all’unità.


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