Capitolo elettivo GiFra Pavia

Erica B.

E anche questi tre anni sono passati, anzi sono letteralmente volati. In realtà un Consiglio locale Gi.Fra. rimane in carica per due anni, ma a causa della pandemia c’è stato un slittamento. Questo ci fa comprendere che anche all’interno della Gioventù francescana c’è un’organizzazione gerarchica di tutto rispetto! Ogni Fraternità locale, laddove c’è la possibilità, viene affidata alle cure di fratelli e sorelle che, chiamati dalla Fraternità stessa, vivono un servizio (quasi) a tempo pieno. Esiste infatti un Presidente, un Vice e dei Consiglieri che si occupano dell’organizzazione della vita fraterna. Vi starete chiedendo: in cosa consiste? Semplice! Si occupano della direzione da dare alla fraternità, della sua formazione, della gestione della cassa comune, della creazione di momenti di condivisione fraterna (alias cene fraterne di tutti i tipi e a non finire!), e infine dei singoli gifrini. Il Consiglio ha l’onere di accompagnare i gifrini e deve avere un occhio di particolare riguardo verso ognuno di loro, un po’ come fanno i genitori con i propri figli. In poche parole lo sguardo del Consiglio è uno sguardo a 360°, non gli sfugge nulla. Ogni volta che la fraternità completa questo ciclo di anni, si dirige verso il Capitolo Elettivo (sì, sono delle elezioni a tutti gli effetti, con la differenza che, per fortuna o sfortuna, non esistono dei “candidati”, ma ogni singolo gifrino è un potenziale candidato e può essere votato).

La verità è che, dietro a tutta questa macchina burocratica, celebrare un Capitolo ha ben altro significato. Chi sarà chiamato a guidare la Fraternità non è un supereroe o colui/ colei che ha qualche dote in più rispetto ad altri, ma quella persona che paradossalmente ha più bisogno di svolgere quel servizio. Mi è sempre stato detto: “Dio non sceglie i migliori ma coloro che ne hanno bisogno”. Credo che questa affermazione riassuma bene il concetto di fraternità e capitolo: ognuno è chiamato ad essere sé stesso, perché è questo il dono più grande che si possa fare ai fratelli che insieme a te costituiscono e vivono la fraternità. Questa non è fatta solo dal Consiglio ma da ogni singolo fratello e da ogni singola sorella. È una relazione di reciproca cura: il Consiglio è chiamato a custodire i singoli e i singoli sono chiamati a prendersi cura del Consiglio.

Il Capitolo diventa l’evento che segna il punto di fine e allo stesso tempo quello di inizio: la fraternità guarda sia indietro, agli anni appena trascorsi e al cammino percorso, facendone memoria, ma soprattutto avanti. Si interroga e decide di continuare a scrivere la propria storia. E intendiamoci, non è un percorso facile.. non sempre tutto fila “liscio” ma, come ogni percorso, è fatto di alti e bassi.

Durante il mio cammino ho avuto modo di vivere numerosi Capitoli, la maggior parte vissuti da gifrina “semplice”, cioè elettrice ed eleggibile, ma negli ultimi anni ho avuto la grazia di poterli anche celebrare. Il servizio in Consiglio regionale mi ha dato questa bellissima opportunità e, per me, poter vivere e partecipare ai Capitoli delle Fraternità che mi sono state “affidate”, è sempre stato motivo di gioia e contentezza, oltre che enorme emozione (sono di lacrima facile). È un privilegio poter essere presente e ascoltare le storie e le condivisioni di ciascuna fraternità, che ha sempre qualcosa da dire e da dare. Mi rendo conto di come le loro storie, uniche, siano fatte di molti volti: fratelli nuovi, fratelli che hanno concluso il loro percorso, fratelli che hanno compreso la loro vocazione.. tutti, indipendentemente dal tempo di permanenza, hanno lasciato un’impronta e hanno contribuito alla storia di quella fraternità.

Fino a qui, il mio discorso, può sembrare una lode al Capitolo Elettivo.. ed effettivamente un po’ lo è! Infatti, il Capitolo diventa anche il momento per fare verità sul proprio cammino sia personale che di Fraternità. È il momento buono per dire anche ad alta voce quali sono i problemi e le difficoltà che un consiglio ha vissuto negli anni appena trascorsi. Ma non si tratta di masochismo, nient’affatto. Tutto questo serve per prendere consapevolezza e diventa un proposito e un suggerimento per il Consiglio futuro.. è un modo per dire “ragazzi state attenti, perché capiteranno i momenti di incomprensione, di fatica (tantissima fatica) ma non preoccupatevi, affidatevi, perché quando vi guarderete indietro vedrete quanta bellezza avrete seminato e quanta strada avrete fatto!”.

Ora vado.. la mia Fraternità sta per rinnovare la sua storia e non vorrei arrivare in ritardo!C


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