Ascoltare, discernere, agire.

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In occasione della Festa del Perdono e in attesa di festeggiare la ricorrenza di Santa Chiara, il nostro Ministro Generale, Micheal Anthony Perry ha indirizzato una lettera aperte alle sorelle Clarissie. Il Ministro ha posto al centro della sua riflessione tre parole cardine: ascoltare, discernere, agire.«La complessità del nostro tempo - ha sccritto il Ministro - richiede di saper leggere in profondità gli avvenimenti e ci sfida a trovare modalità nuove per vivere con fedeltà il nostro carisma e per camminare accanto agli uomini e alle donne di oggi offrendo una parola di speranza e di misericordia. Ci confrontiamo con scenari di crisi a vari livelli, dall’ambito sociale a quello individuale. Anche noi non restiamo al di fuori di queste fatiche, che toccano la nostra vita e quella delle nostre fraternità». Condividiamo il testo di questa lettera aperta con tutte e tutti voi. La lettera è stata pubblciata da https://ofm.org/it/blog/festa-s-chiara-2017-lettera-del-ministro-generale/

Carissime sorelle,  il Signore vi doni la sua pace!
 
La festa solenne della madre santa Chiara mi offre l’occasione per riflettere con voi su alcune questioni che oggi interpellano in modo inequivocabile la nostra vita e la nostra sequela del Signore Gesù Cristo.
La complessità del nostro tempo richiede di saper leggere in profondità gli avvenimenti e ci sfida a trovare modalità nuove per vivere con fedeltà il nostro carisma e per camminare accanto agli uomini e alle donne di oggi offrendo una parola di speranza e di misericordia. Ci confrontiamo con scenari di crisi a vari livelli, dall’ambito sociale a quello individuale. Anche noi non restiamo al di fuori di queste fatiche, che toccano la nostra vita e quella delle nostre fraternità.
Il Signore ci doni di saper guardare queste crisi come opportunità. Vogliamo dunque metterci insieme in ascolto, lasciandoci provocare dalla Scrittura e dalla testimonianza di Chiara d’Assisi.
Noi Frati Minori abbiamo individuato i temi che il Consiglio plenario dell’Ordine affronterà il prossimo anno, focalizzando il cammino su tre parole emblematiche: ascoltare, discernere ed agire.
Credo che possano essere parole significative anche per voi, care sorelle, che oggi siete chiamate ad affrontare nuove sfide, a rispondere a richieste che provocano e interpellano e ad attraversare la complessità rimanendo fedeli all’intuizione evangelica della madre santa Chiara.
 
ASCOLTARE
L’invito all’ascolto ritorna ripetutamente nella Bibbia: l’uomo credente è colui che sa ascoltare, che percepisce la voce del Signore e che decide liberamente di rispondere con un assenso. Il libro degli Atti degli Apostoli ci narra alcuni episodi molto eloquenti circa l’atteggiamento di ascolto esercitato dalle prime comunità cristiane. Emblematico l’esempio dei discepoli, impediti dallo Spirito ad annunciare la parola in Asia ed esortati in visione a partire per la Macedonia (cfr At 16, 6-10). La Parola di Dio orienta e il suo Spirito conduce, parlando attraverso la vita, gli avvenimenti, le circostanze, attraverso le intuizioni del cuore.
Anche Chiara ha saputo vivere in un costante atteggiamento di ascolto, come testimoniano le sorelle. Ascolto di Dio nel silenzio e nella preghiera incessante; ascolto premuroso delle sorelle, di cui percepisce i bisogni anche inespressi conoscendone “per spirito” la sofferenza e la disperazione (cfr Proc 2,23); ascolto partecipe del timore dei concittadini di fronte agli assalti dei nemici (cfr Proc 3,19).
Il vostro sia un ascolto attento e libero, operato nel silenzio della relazione personale con Dio e nella condivisione con le sorelle, ponendovi insieme intorno alla Parola e confrontandovi su ciò che accade intorno a voi. Sia un ascolto vigile, aperto, senza pregiudizi; sia un ascolto attivo, sapiente ed intelligente, che sa scavare sotto le apparenze; sia un ascolto empatico, appassionato, partecipe. L’ascolto di quanto lo Spirito oggi vuole suggerirci, operando silenziosamente nella vita ordinaria, presuppone la consapevolezza della propria identità e la disponibilità a restare in un cammino di esodo, orientati dalla promessa che Dio rinnova per noi. L’ascolto non ci tiene fermi. A volte ci scomoda, ci fa uscire da noi stessi e dalle nostre sicurezze, pone delle domande che richiedono risposte nuove.
 
DISCERNERE
Se porsi in ascolto della voce di Dio nella complessità della realtà odierna è il primo passo per comprendere come rispondere oggi alla nostra chiamata e come orientarci nel cammino, si apre poi tutto lo spazio del discernimento. Quella voce e i segni che cogliamo nel dispiegarsi della storia devono essere interpretati, confrontati, compresi nella loro autenticità. Il discernimento è tanto necessario e urgente quanto delicato e non a caso papa Francesco continua ad indicarci questo processo come spazio da abitare con pazienza e perseveranza.
Ancora le prime comunità cristiane ci insegnano l’atteggiamento evangelico del confronto reciproco, della lettura della Parola e della discussione tra i fratelli, della preghiera e della disponibilità a mettersi in discussione, della ricerca del bene comune. La consapevolezza del dono dello Spirito e della sua grazia operante, il riunirsi insieme per affrontare una sfida, una comunicazione chiara e sincera, la fiducia reciproca, la lettura sapiente del reale e un ascolto attento della Scrittura sono stati per loro le basi su cui operare il discernimento, fino a giungere alla decisione assembleare che ricompone il conflitto, che promuove la libertà e la responsabilità, che provoca gioia e che incoraggia i fratelli (cfr At 15, 1-35).
Anche Chiara, nella sua esistenza, si è più volte trovata nella necessità di operare discernimenti delicati e decisivi. Pensiamo al confronto franco e costruttivo avuto con il cardinale Ugo, poi papa Gregorio IX, sulla originalità della forma di vita della comunità di S. Damiano in rapporto all’istituzione ecclesiastica. In gioco non c’era solo una personale convinzione di Chiara, ma la consapevolezza che si trattava di salvaguardare il dono di una vocazione ricevuta dal Padre delle misericordie (cfr Test 2). Tale consapevolezza era nutrita di preghiera nella relazione costante col Padre, nell’adesione a Cristo povero, nell’unione con lo Spirito Santo. La preghiera per Chiara non è stata uno spazio chiuso ma ha saputo allargarsi, lasciandosi attraversare dalla passione e dalla carità senza misura di Cristo. Proprio per questo la realtà concreta è stata per lei luogo in cui conoscere e fare la volontà di Dio. I bisogni delle sorelle, le fragilità sperimentate in sé stessa e nelle altre, le fatiche e le tensioni non venivano visti come ostacoli, ma come occasioni attraverso le quali il carisma della contemplazione può intrecciarsi con quello della carità, in un discernimento operato insieme. La Regola (cfr RsC 4,15-18) ricorda l’importanza del capitolo settimanale, del cercare insieme il modo con cui vivere in pienezza la propria vocazione, nella realtà concreta, feriale, che è lo spazio possibile in cui porre i passi della sequela.
Anche voi, sorelle, siete chiamate ad operare discernimenti. La realtà odierna amplifica gli interrogativi profondi sul senso della vita. In un tempo contraddistinto dalla velocità, dal rumore, dalle informazioni istantanee e globali, dalla presenza dei media digitali e sociali che sta incidendo con cambiamenti a livello antropologico, che cosa possono dire la dimensione del silenzio e della contemplazione insite nella vostra vita? In un mondo caratterizzato dalla frammentazione, dalla settorialità, dai particolarismi, dalle divisioni, e insieme da una tendenza all’uniformità e all’omologazione, che cosa può offrire la vostra vita chiamata all’unità nella diversità sia sul piano personale che su quello fraterno? Quali risposte trovare, come dialogare in modo da crescere insieme, facendo in modo che l’autonomia dei monasteri non diventi un muro per proteggere la propria sussistenza, ma sia piuttosto una ricchezza da offrire al discernimento comune?
Sono alcuni interrogativi che, credo, attraversino le vostre comunità e che devono essere abitati con passione, convinzione, speranza, nella fiducia che siamo condotti dallo Spirito.
 
AGIRE
Ascoltare, discernere e infine agire. Un agire che, forte di un ascolto profondo ed intelligente e di un discernimento serio ed aperto, abbia il coraggio e l’audacia di gesti di vita e che sia gravido di profezia, come quello di Pietro, di Giacomo e di Paolo che sanno condurre la Chiesa ad aprirsi verso il nuovo, allargandosi ai pagani (cfr At 15, 1-35).
Un agire libero e fecondo di misericordia, come quello di Chiara che non esita a gettarsi col proprio corpo sull’anca dolorante della sorella e a togliersi il velo per poterla scaldare, mettendosi in gioco nella propria identità di donna e sorella povera (cfr Proc 7,12); un agire ricco del coraggio di chi sa spingersi oltre e verso la pienezza del dono di sé nella disponibilità al martirio, che porta Chiara a desiderare di partire per il Marocco (cfr Proc 6,6).
Anche il vostro sia un agire coraggioso, sorelle! Consapevoli delle sfide, con lo sguardo vigile di chi si apre al futuro con speranza, fedeli e stabili nella vocazione ricevuta, abbiate il coraggio di osare gesti profetici di vita. A volte capita di constatare che i cambiamenti nelle comunità avvengono perché in qualche modo obbligati dalla vita. Le situazioni che si creano, impedendo di poter continuare come prima, impongono delle decisioni e delle risoluzioni più o meno pensate ed efficaci. Mi chiedo e chiedo a voi se sia inevitabile che sia così. O se non sia possibile, invece, scegliere il cambiamento a partire dalle motivazioni, dalle convinzioni maturate insieme, dalla ricerca del bene e della vita; con coraggio e fiducia, accettando la sfida, disposte a perdere qualcosa perché la vita possa continuare a fiorire in pienezza. Tante fraternità vivono una realtà di anzianità e fragilità che interroga circa il futuro; alcune si trovano inserite in contesti difficili e si sentono chiamate ad una forma nuova di condivisione e di prossimità ai fratelli; l’ambito della formazione presenta l’esigenza di imparare modalità e linguaggi nuovi per comprendere i cambiamenti antropologici e per rimanere in un dialogo positivo e significativo con l’uomo di oggi; l’arrivo di giovani porta il bisogno di un discernimento attento e di un accompagnamento sapiente. La struttura stessa della vostra forma di vita e dei vostri monasteri è interpellata quando le risorse di autonomia che si hanno rischiano di diventare troppo esigue e quando la comunione diventa la via possibile e bella da percorrere per rispondere insieme ad una chiamata alla vita in pienezza che continua ad esserci consegnata e per continuare a fidarsi della promessa di Dio. Che bello quando si ha la libertà di scelte consapevoli, condivise, che osino uscire dalla prassi da sempre seguita e proporre una via nuova per promuovere la vita, nella fedeltà al Vangelo e alle dimensioni costitutive della vostra identità: la povertà e la fraternità, da Chiara e da Francesco consegnateci come eredità!
Alla vostra preghiera affido il cammino dei fratelli sulla medesima via di ascolto, discernimento ed azione.
 
Il Padre delle misericordie benedica ciascuna di voi e le vostre fraternità e la madre santa Chiara accompagni il vostro cammino.
Buona Festa!
                                                                                                                                                                                                                                                                                         Fr. Michael Anthony Perry, Ofm
                                                                                                                                                                                                                                                                                         Ministro Generale e Servo

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