Per capire la vicenda di san Francesco penso che si possa anche partire da questa frase di un percorso di discernimento vocazionale per giovani di qualche anno fa, questa frase mi è rimasta dentro perché in fondo il nostro cuore è sempre in ricerca.
La Misericordia fa fiorire la vita e la trasforma, la riscalda e fa germogliare quel seme di vita che è stato seminato in ciascuno di noi, fino a farlo diventare un albero grande accogliente, in cui tutti possono trovare un posto e un riparo.
Francesco si è conformato a tal punto da divenire lui stesso seme generando una moltitudine di fratelli, e questo seme si è nutrito di Pane e di Parola, del corpo stesso di Cristo, lasciando tutto per lui. Tutto.
Parola … quando andò dal sacerdote a farsi spiegare il Vangelo ascoltato durante la Messa e ha esultato di gioia indicibile “questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore”.
Pane … il desiderio ardente di Francesco e la fame e la sete di Dio lo portavano a comunicarsi di frequente e con grande devozione, così con grande amore che esortava i suoi frati ad avere grande cura per l’Eucaristia e dovunque la vedessero riposta poco degnamente, che provvedessero loro stessi. Quanta dolcezza d’animo e quanto struggimento nel ricevere il corpo di Cristo, dolce e immenso Signore.
Francesco, uomo medievale che ancora ha tantissimo da dire a noi, uomini e donne del XXI secolo in ricerca di Dio, ci invita a ricalcare le orme del Suo santissimo Figlio per conformarci a Lui.
In questo trovo un aiuto prezioso nella presenza dei suoi frati e nei percorsi francescani da loro offerti. Qualche anno fa ho bussato alla porta di Canepanova, avevo bisogno di dare un nome a quello che sentivo muoversi in me, ed è qui che ho conosciuto il vero Francesco, uomo appassionato e follemente innamorato del suo Signore, e ne sono rimasta conquistata perché ho riconosciuto qualcosa di intimamente famigliare.
Mi ha conquistata la sua semplicità (io così complicata), la sua leggerezza nelle cose di Dio ... e mi trovo in ginocchio davanti al mio Signore per lodarlo e ringraziarlo per quello che è, perchè c’è e perché adesso è lì, davanti a me. E lo adoro.
Profumo di primavera e brezza che mi accarezza il viso, conforto e rifugio nei momenti di stanchezza, luce nei momenti di buio, sorgente zampillante per la mia arsura. E anche quando è notte so che Lui c’è. E mi basta.
In Gesù il senso del mio andare ed ogni mia speranza, per Lui ogni mio respiro, con Lui mia dolcezza e mia forza per le strade del mondo, “per passare dalla vita al Vangelo e dal Vangelo alla vita”.
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