Sulla Morte

fr. Enrico

La morte è l'evento più naturale che ci sia. Si nasce, si vive, si muore…, è la nostra natura. Purtroppo oggi, unitamente alla sofferenza, la morte è diventata un tabù. Si cerca di esorcizzarla in tutti i modi, per poi trovarci impreparati di fronte ad essa, e solamente davanti alla salma di una persona cara defunta comprendiamo come solo la fede nel Signore risorto possa fare la differenza.
Siamo consapevoli che non resteremo in eterno su questo mondo, ma tutto quanto intorno a noi sembra dirci che la morte non ci riguarderà. Viviamo giorno dopo giorno, consumando quel che ci circonda, senza crescere nella consapevolezza che, presto o tardi, tutti siamo chiamati a vivere il passaggio.
S. Francesco chiamava la morte “sorella” perché aveva saputo vivere in pienezza i suoi giorni, ovvero in comunione con il suo Signore. Egli aveva vissuto la sua vita in un crescente cammino di riconciliazione con l'intera creazione.
Certamente vivere, gestire o accompagnare un passaggio così delicato della propria o altrui vita non si può improvvisare, ma qualunque sia il giorno della morte, la vita di ciascuno di noi, comunque, arriverà al suo compimento. Questa è una certezza incrollabile che ci aiuta a vivere con fiducia, speranza, passione, i nostri giorni. Non ci possiamo, né dobbiamo, rassegnare al fatto che la nostra esistenza rimanga incompiuta e finisca senza un senso. Ogni nostra cellula grida pienezza di vita e desidera vivere in eterno. La Risurrezione del Signore Gesù, nel suo vero corpo, viene incontro a questa nostra profonda esigenza di compiutezza.
Ciò che una persona cara defunta desidera da noi è senza dubbio che viviamo intensamente e pienamente ogni nostro giorno, nel segno della gioia e della gratitudine. Il Signore Gesù, morto e risorto, ci abilita a vivere in questo modo ogni momento della nostra vita e tiene spalancate per noi le porte dell'eternità dopo il passaggio nella nostra morte. Viviamo da risorti fin d'ora per vivere da viventi la morte, che presto o tardi arriverà. Come ne faremo esperienza dipenderà dalla vita di ogni giorno e Gesù, in questo senso, si mostra una via sicura di pienezza, che possiamo scegliere.
Il buon Dio ci doni di comprendere che Gesù rimane l'unica possibilità per vivere alla grande questa vita! L’esempio che Egli ci ha lasciato diventa normativo per ciascuno di noi, Lui è l’unico ad aver varcato le soglie della morte e ad esser ritornato indietro con un corpo glorificato per raccontarci che essa non ha più potere su chi crede nel suo santissimo Nome. Il problema, infatti, non è morire, questa è una realtà che riguarda tutti, ma con chi scegliamo di vivere questo passaggio. Giochiamo bene le carte finché la partita è in corso, per evitare di ritrovarci fuori dal gioco. Scegliamo la vita adesso per accogliere la morte poi.


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