Sul Perdono

fr. Enrico

“Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” e di ogni perdono ricevuto e donato. Riteniamo di fondamentale importanza questa esperienza di misericordia incarnata che trova in Dio la sua sorgente inesauribile e nell’uomo il destinatario privilegiato. Il perdono accolto necessita, per sua natura, di essere condiviso con i propri simili, in una logica di scambio gratuito e disinteressato, perché “gratuitamente avete ricevuto e gratuitamente date”. Dio glorifica se stesso nell’atto del perdono donato a tutti i suoi figli che ne fanno richiesta, attraverso la mediazione di un sacerdote.
L’esperienza del perdono, se autenticamente vissuta, è figura della risurrezione dai morti, in quanto muore l’uomo vecchio portato al peccato e risorge l’uomo nuovo creato secondo Dio nella giustizia e nella verità. Il perdono che noi doniamo agli altri non è altro che la condivisione di quello che noi riceviamo da Dio, l’unico che può perdonare in verità e in profondità. Dio perdona sempre e anticipatamente perché riesce a scorgere il bene nascosto nel profondo del nostro cuore e nelle pieghe dei nostri vissuti. Lui ci guarda e continua a ripetere che siamo molto buoni e belli, in quanto plasmati e riplasmati dalle sue mani con l’acqua del perdono.
Il perdono da parte di Dio ci è sempre accordato perché Lui desidera continuamente ricominciare a fare storia con noi, gioisce di tutte le nostre ripartenze, esulta per ogni nostra riconciliazione. L’esperienza del perdono di Dio, accolto e gustato, ci permette di donarlo a nostra volta a tutti coloro che ne necessitano, così come ci esorta l’Apostolo: “Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo”. Il perdono rimane l’unica condizione per una vita umana su questa terra, possibilità concreta per gettare ponti di collegamento e non innalzare muri di separazione.
Il Signore Gesù ha fatto del perdono il suo cibo quotidiano, gettandone il prezioso seme in ogni occasione, perché via privilegiata per riconoscere ed accogliere la paternità di Dio. Il cuore di Gesù batte all’unisono con quello del Padre suo e così non può far altro che perdonare, anche nel momento estremo della Passione: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Il Figlio di Dio non può non perdonare perché questa è l’essenza della vita di Dio: “Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà”, il quale non guarda ai nostri peccati in vista del pentimento.
Ci consoli questa certezza del Profeta: “Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati” e apriamo il cuore per accogliere il perdono che sempre il Signore desidera donarci.


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