Novena in preparazione alla solennità del Natale

Novena in preparazione alla solennità del Natale

23 Dicembre - Ottavo giorno





Profezie

  • Rit.:

    Ecco, il Signore viene; Venite adoriamo

Rallegrati, popolo di Dio, ed esulta di gioia, città di Sion:
* ecco, verrà il Signore e ci sarà grande luce in quel giorno
e i monti stilleranno dolcezza;
scorrerà latte e miele tra i colli perché verrà il gran profeta ed egli rinnoverà Gerusalemme.

Ecco, verrà il Signore, nostra difesa,
il Santo d’Israele con la corona regale sul capo;
il suo dominio sarà da mare a mare
e dal fiume fini agli ultimi confini della terra.

Scenderà il Signore dal cielo come rugiada sul vello:
* nei suoi giorni fiorirà la giustizia e abbonde la pace;
lo adoreranno i potenti del mondo
e lo serviranno tutte le nazioni della terra.

Nascerà per noi un bambino e sarà chiamato «Dio forte»,
* siederà sul trono di Davide suo padre e sarà nostro sovrano:
gli sarà dato il segno del potere e della gloria.

Betlemme, città dell’Altissimo,
da te uscirà il pastore d’Israele,
* nascerà nel tempo, egli, l’Eterno
e nell’universo sarà glorificato:
quando egli verrà fra noi, ci farà dono della pace.

23 dicembre

In quel giorno manderà il Signore stesso
un segno dal cielo
* e una vergine darà alla luce un figlio.
Sarà chiamato “Dio con noi”,
si nutrirà di panna e miele
e governerà con giustizia tutti i popoli del mondo






Saluto iniziale

  • Cel.:

    Nel nome del Padre e del Fi­glio e dello Spirito Santo.

  • Ass.:

    Amen.

  • Cel.:

    Entrando nel mondo, Cristo dice:
    Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
    un corpo invece mi hai preparato.

  • Ass.:

    Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato.

  • Cel.:

    Allora ho detto: Ecco, io vengo
    - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro -
    per fare, o Dio, la tua volontà.

  • Ass.:

    Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato
    e compiere la sua opera.






Salmi

  • 1 Ant.:

    A te, Signore, innalzo l’anima mia:
    vieni a liberarmi,
    Signore, in te mi rifugio.

SALMO 143, 1-8 (I) Preghiera del Re per la vittoria e per la pace

Benedetto il Signore, mia roccia, †
che addestra le mie mani alla guerra, *
le mie dita alla battaglia.

Mia grazia e mia fortezza, *
mio rifugio e mia liberazione,
mio scudo in cui confido, *
colui che mi assoggetta i popoli.

Signore, che cos’è un uomo perché te ne curi? *
Un figlio d’uomo perché te ne dia pensiero?
L’uomo è come un soffio, *
i suoi giorni come ombra che passa.

Signore, piega il tuo cielo e scendi, *
tocca i monti ed essi fumeranno.
Le tue folgori disperdano i nemici, *
lancia frecce, sconvolgili.

Stendi dall’alto la tua mano, †
scampami e salvami dalle grandi acque, *
dalla mano degli stranieri.

La loro bocca dice menzogne *
e alzando la destra giurano il falso.

  • 1 Ant.:

    A te, Signore, innalzo l’anima mia:
    vieni a liberarmi,
    Signore, in te mi rifugio.

  • 2 Ant.:

    Ricompensa, Signore, quelli che sperano in te:
    si riconosca la verità dei tuoi profeti.

SALMO 138, 13-18. 23-24 (II)

Mio Dio, ti canterò un canto nuovo, *
suonerò per te sull’arpa a dieci corde;
a te, che dai vittoria al tuo consacrato, *
che liberi Davide tuo servo.

Salvami dalla spada iniqua, *
liberami dalla mano degli stranieri;
la loro bocca dice menzogne *
e la loro destra giura il falso.

I nostri figli siano come piante *
cresciute nella loro giovinezza;
le nostre figlie come colonne d’angolo *
nella costruzione del tempio.

I nostri granai siano pieni, *
trabocchino di frutti d’ogni specie;

siano migliaia i nostri greggi, †
a mirìadi nelle nostre campagne; *
siano carichi i nostri buoi.

Nessuna breccia, nessuna incursione, *
nessun gemito nelle nostre piazze.

Beato il popolo che possiede questi beni: *
beato il popolo il cui Dio è il Signore.

  • 2 Ant.:

    Ricompensa, Signore, quelli che sperano in te:
    si riconosca la verità dei tuoi profeti.

  • 3 Ant.:

    Volgiti un poco, Signore, verso di noi,
    vieni dai tuoi servi, non tardare.

CANTICO Cfr. Col 1, 3. 12-20

Noi ti rendiamo grazie,
Signore Dio onnipotente, *
che sei e che eri,

perché hai messo mano
alla tua grande potenza, *
e hai instaurato il tuo regno.

Le genti fremettero, †
ma è giunta l’ora della tua ira, *
il tempo di giudicare i morti,

di dare la ricompensa ai tuoi servi, †
ai profeti e ai santi *
e a quanti temono il tuo nome, piccoli e grandi.

Ora si è compiuta la salvezza,
la forza e il regno del nostro Dio *
e la potenza del suo Cristo,

poiché è stato precipitato l’Accusatore; †
colui che accusava i nostri fratelli, *
davanti al nostro Dio giorno e notte.

Essi lo hanno vinto per il sangue dell’Agnello †
e la testimonianza del loro martirio, *
perché hanno disprezzato la vita fino a morire.

Esultate, dunque, o cieli, *
rallegratevi e gioite,
voi che abitate in essi.

  • 3 Ant.:

    Volgiti un poco, Signore, verso di noi,
    vieni dai tuoi servi, non tardare.

  • Cel.:

    Preghiamo.
    O Cristo, stella radiosa del mattino, incarnazione dell’infinito amore, salvezza sempre invocata e sempre attesa, tutta la Chiesa ora ti grida come la sposa pronta per le nozze: vieni, Signore Gesù, unica speranza del mondo. Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

  • Ass.:

    Amen.


Letture

Dal Vangelo secondo Luca (24, 50-56)

Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.

Dall’Enciclica Fratelli tutti, di papa Francesco (272.276)

Come credenti pensiamo che, senza un’apertura al Padre di tutti, non ci possano essere ragioni solide e stabili per l’appello alla fraternità. Siamo convinti che «soltanto con questa coscienza di figli che non sono orfani si può vivere in pace fra noi». Perché «la ragione, da sola, è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità». Per queste ragioni, benché la Chiesa rispetti l’autonomia della politica, non relega la propria missione all’ambito del privato. Al contrario, «non può e non deve neanche restare ai margini» nella costruzione di un mondo migliore, né trascurare di «risvegliare le forze spirituali» che possano fecondare tutta la vita sociale. È vero che i ministri religiosi non devono fare politica partitica, propria dei laici, però nemmeno possono rinunciare alla dimensione politica dell’esistenza che implica una costante attenzione al bene comune e la preoccupazione per lo sviluppo umano integrale. La Chiesa «ha un ruolo pubblico che non si esaurisce nelle sue attività di assistenza o di educazione» ma che si adopera per la «promozione dell’uomo e della fraternità universale». Non aspira a competere per poteri terreni, bensì ad offrirsi come «una famiglia tra le famiglie – questo è la Chiesa –, aperta a testimoniare […] al mondo odierno la fede, la speranza e l’amore verso il Signore e verso coloro che Egli ama con predilezione. Una casa con le porte aperte. La Chiesa è una casa con le porte aperte, perché è madre». E come Maria, la Madre di Gesù, «vogliamo essere una Chiesa che serve, che esce di casa, che esce dai suoi templi, dalle sue sacrestie, per accompagnare la vita, sostenere la speranza, essere segno di unità […] per gettare ponti, abbattere muri, seminare riconciliazione».


Accensione della candela

  • Cel.:

    La lampada accesa sia il segno dell’attesa gioiosa del Signore: la sua luce illumini il nostro cammino e ci indichi la via che conduce a Cristo.

Canto

S’accende una luce all’uomo quaggiù,
presto verrà tra noi Gesù.
Vegliate, lo sposo non tarderà:
se siete pronti vi aprirà.

Lieti cantate: gloria al Signor!
Nascerà il Redentor.

Si accende una luce all’uomo quaggiù:
presto verrà tra noi Gesù.
(23 dicembre)
O Emmanuele, Dio con noi,
ci renderai fratelli tuoi.


Cantico della Beata Vergine Maria

  • Ant.:

    O Emmanuele, nostro re e legislatore,
    speranza e salvezza dei popoli:
    vieni a salvarci, o Signore nostro Dio.

CANTICO DELLA BEATA VERGINE Lc 1, 46-55

L’anima mia magnifica il Signore *
  e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l’umiltà della sua serva. *
  D’ora in poi tutte le generazioni
    mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente *
  e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia *
  si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, *
  ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, *
  ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, *
  ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *
  ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri, *
  ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

  • Ant.:

    O Emmanuele, nostro re e legislatore,
    speranza e salvezza dei popoli:
    vieni a salvarci, o Signore nostro Dio.


Orazione

  • Cel.:

    Preghiamo.
    O Dio onnipotente ed eterno, è ormai davanti a noi il Natale del tuo Figlio: ci soccorra nella nostra indegnità il Verbo che si è fatto uomo nel seno della Vergine Maria e si è degnato di abitare fra noi. Egli è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

  • Ass.:

    Amen.


Conclusione

  • Cel.:

    Benediciamo il Signore

  • Ass.:

    Rendiamo grazie a Dio.

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